BROCCHI, Virgilio
Nato nel 1876 a Orvinio (Rieti) da genitori veneziani, risiede a Milano. Abbandonato l'insegnamento si diede tutto alla letteratura; socialista alla De Amicis (col quale ha altri punti di contatto), partecipò, nell'anteguerra, anche alla lotta politica; e questa ha sempre un posto cospicuo nella sua opera di romanziere e, più, di novelliere. Senza contare alcuni scritti giovanili ora rifiutati, dal 1906 il B. ha sinora pubblicato, tutti a Milano, una ventina di volumi, alcuni dei quali a ciclo, come la tetralogia dell'Isola sonante (L'isola sonante, 1911; La bottega degli scandali, 1916; Sul caval della morte amor cavalca, 1920; Il lastrico dell'inferno, 1919) in cui lo scrittore affida "alla pacata e ironica saggezza di Tommasone Valdari, creatura prediletta della sua arte, il compito di commentare i piccoli drammi e gli enormi", e la trilogia del Figliuol dell'uomo (Il posto nel mondo, 1921; Il destino in pugno. 1923; La rocca sull'onda, 1926). Sconosciuto o malnoto per quindici anni, con Mitì (1917) riuscì a conquistare il gran pubblico. Fra le sue opere più notevoli sono i romanzi La Gironda (1909; nuova edizione 1925), Il Labirinto (1914), Secondo il cuor mio (1918), Netty (1924: d'inspirazione autobiografica), Il sapore della vita (1928), Gli occhi limpidi (1930), e i volumi di novelle La coda del diavolo (1915), L'amore beffardo (1918) e Fragilità (1923). Il B. stesso dice come vorrebbe che la sua arte fosse: armoniosa sintesi di realtà e di idealizzazione. Ma in verità il sincero fervore del B. non ha sinora compiuto quella sintesi; e l'esattezza fotografica della rappresentazione degli ambienti non riesce a evitare che i personaggi restino per lo più avvolti da una nube di un roseo, simpatico ma superficiale e artisticamente falso ottimismo.
Bibl.: Interessanti le note autobiografiche in Italia che scrive, VI (1923), pp. 77-78; cfr. inoltre A. Gustarelli, I romanzi di B., in Nuova Antologia, LIV (1919), pp. 79-93; L. Russo, I narratori, Roma 1923, pp. 145-147; L. Tonelli, V.B., in Italia che scrive, X (1927), pp. 237-38.