Violetta
Personaggio cui D. dedica la ballata Deh, Violetta, che in ombra d'Amore (Rime LVIII). Il nome rappresenta un senhal, frutto, come nella ballata sorella Per una ghirlandetta, della prima impressione e pertanto non scelto a caso, bensì in allusione al colore d'amore, ossia al pallore, giacché tanto presso i poeti pagani quanto presso i mistici cristiani la viola è sinonimo e simbolo di tristezza e di pallore (cfr., ad es., Orazio Carm. III X 14 " tinctus viola pallor amantium ").
Il fiore onomastico suggerisce la metafora fantasiosa che l'espressione in ombra d'amore decanta: V., in altre parole, appare a D. in sembianza d'amore, in aspetto d'innamorata, quindi pallida (cfr. Ovidio Ars am. I 727 " Palleat omnis amans ! hic est color aptus amanti "; Lapo Gianni Ballata, poi che ti compuose Amore 21-24 " Se l'è 'n piacer d'avermi in potestate, / non fia suo viso colorato in grana, / ma fie negli occhi suoi umil'e piana / e palidetta quasi nel colore "; Vn XXXVI 1: la gentile donna, dovunque vedesse D., si facea d'una vista pietosa e d'un colore palido quasi come d'amore; §§ 4-5 Color d'amore e di pietà sembianti).
Forse V. indica la stessa donna cui D. si è rivolto con il nome di Fioretta; oppure, forse, è la seconda donna dello schermo o persino la ‛ Donna gentile '. Nel complicato gioco d'identificazioni, di attribuzioni, a V. è stato attribuito anche l'enigmatico volto della Pargoletta o quello della Pietra, ma sono ipotesi ancor più fragili delle precedenti; l'unica identificazione oggi ritenuta probabile dalla critica è quella tra V. e Fioretta, unite da un'analoga metafora floreale.