GASSER, Vinzenz
Nacque il 30 ott. 1809 in un maso di montagna a Gfas, presso Inzing, nelle vicinanze di Innsbruck, da Vinzenz, stimato conciatore di pelli, e da Anna Partner, che si era rifugiata in quella località al tempo della guerra di liberazione tirolese. Nel 1821 iniziò gli studi al ginnasio di Innsbruck e, superato il corso biennale di filosofia, nel 1829 entrò nel seminario di Bressanone, che era stato riaperto nel 1822, dopo la chiusura dello Studio teologico di Innsbruck.
Ordinato sacerdote il 28 luglio 1833, il G. fu destinato quale cooperatore e amanuense alla parrocchia di S. Giacomo a Innsbruck. Trasferito nel 1834 a Götzens, nel 1835 a Wenns e infine nel 1836 a Flaurling, nello stesso anno fu chiamato a insegnare antico testamento nel seminario di Bressanone dal principe vescovo B. Galura: fu una svolta importante nella sua vita. Nel 1842 ebbe l'incarico di redigere entro tre anni un libro di testo di teologia fondamentale, ma il progetto non andò in porto. Nonostante ciò, nel 1848 il G. era così noto e stimato da essere prescelto dal dipartimento di Brunico come rappresentante all'Assemblea nazionale di Francoforte, dove tuttavia, avendo scelto di battersi per l'unità confessionale del Tirolo e di contrastare l'aspirazione dei cattolici tedeschi alla libertà di coscienza, andò incontro a forti delusioni. Divenuto professore di dogmatica nel 1849, si dedicò totalmente allo studio di questa materia compilando anche un manuale, che però non fu mai pubblicato. Nel 1855 il G. divenne canonico presso la cattedrale di Bressanone.
Dopo la morte del vescovo Galura (17 maggio 1856), su proposta del capitolo del duomo di Bressanone e del governatore del Tirolo, l'imperatore Francesco Giuseppe nominò l'8 ottobre il G. vescovo di Bressanone. Seguì la conferma papale il 15 dicembre; la consacrazione episcopale ebbe luogo l'8 marzo 1857 a Bressanone a opera dell'arcivescovo di Salisburgo M.J. von Tarnoczy. Come presule il G. si rivelò subito un pastore conservatore e battagliero, restando in buoni rapporti con il governo austriaco fin tanto che questo realizzava, sulla base del concordato del 1855, l'ideale di uno Stato cattolico. Di conseguenza nella guerra del 1859 vide una minaccia per l'ordine divino del mondo.
Particolare impegno dedicò all'istituzione della facoltà teologica presso l'Università di Innsbruck, senza però essere disposto a cedere in nessun caso il seminario di Bressanone. Vedendo inoltre nell'unità confessionale del Tirolo la migliore garanzia per la salvezza spirituale e materiale dei suoi fedeli, nel 1860 il G. si oppose tenacemente, con il pieno appoggio di Pio IX, al progetto di libertà religiosa sostenuto dai liberali. Tentò poi di guadagnare alle proprie posizioni anche il vescovo di Trento B. Riccabona, che in fatto di politica ecclesiastica era meno intransigente. Dotato di notevole talento retorico, con il passar del tempo divenne l'indiscusso portavoce dei conservatori tirolesi contro le richieste liberali.
Uguale atteggiamento tenne di fronte al conflitto del 1866, allarmato dall'idea che a imporsi potessero essere i principî del liberalismo anticlericale. In effetti la sconfitta dell'Austria segnò il destino del concordato, e ciò fece sì che nel 1868 la competenza in materia di matrimoni ricadesse sui tribunali statali. In tale circostanza il G. si mostrò più conciliante del suo confratello di Linz, F.J. Rudigier, ma si rifiutò di consegnare gli atti richiesti dal tribunale di Feldkirch per un procedimento di divorzio. Condannato a una multa di 1000 fiorini, diede forme anche più drammatiche alla protesta contro la legge del 1868 che stabiliva il controllo statale sulle scuole, ordinando ai decani e agli ispettori ecclesiastici di non assumere alcun incarico dalle autorità statali e di ignorare i decreti di Vienna: una decisione, la sua, che non mancò di provocare incidenti anche incresciosi.
Quando all'inizio del 1874 furono presentate al Parlamento austriaco le proposte delle leggi confessionali, coinvolgendo anche il papa il G. si adoperò con altri vescovi per la convocazione di una conferenza episcopale austriaca che avrebbe dovuto impedirne l'esecuzione. Ma ciò che lo amareggiò di più al punto da indurlo a offrire al papa le dimissioni, poi respinte, fu la costituzione di comunità evangeliche a Innsbruck e a Merano (1876). Nel 1876 rinnovò solennemente a Bolzano la consacrazione del Tirolo al Sacro Cuore di Gesù.
L'episcopato del G. non fu caratterizzato solo da conflitti politici, ma anche da una intensa attività pastorale. Anzitutto fondò un bollettino diocesano (1857); quindi, rinnovando una prassi non più seguita dal XVIII secolo, visitò tutte le sedi di cura d'anime fino alle valli più remote; valorizzò l'annuncio del Vangelo con numerose lettere pastorali e prediche; seguì infine con particolare cura il seminario maggiore, nel quale ogni settimana teneva agli alunni un corso pratico di esegesi biblica. Dopo il convitto vescovile Cassianeum, i cui studenti frequentavano il ginnasio dei canonici agostiniani di Novacella, a Bressanone, il G. aprì nel 1876 il seminario minore Vincentinum, sperando di aumentare così le vocazioni sacerdotali. Sostenitore accanito del potere temporale, era devoto in special modo a Pio IX che nel 1862 era pronto ad accogliere nella sua residenza di Bressanone e che incontrò sia in occasione delle ripetute visite ad limina sia nelle grandi solennità del suo pontificato.
Pur non avendo fama di teologo, al concilio Vaticano I il G. svolse una parte importante. Essendo stato eletto nella commissione per la fede, il 19 apr. 1870 riferì sulle proposte di modifica alla costituzione Dei Filius e l'11 luglio illustrò la costituzione Pastor aeternus con un'analisi che è considerata un'autentica interpretazione della dottrina dell'infallibilità e che valse al G. l'apprezzamento di Pio IX.
Il G. morì a Bressanone il 6 apr. 1879 e fu sepolto in duomo dove alla sua memoria fu eretto un monumento funebre.
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