VINDONISSA (Vindonissa)
Accampamento legionario romano e vicus alla confluenza dei fiumi Aare e Reuss (oggi Windisch presso Brugg, Cantone di Aargau, Svizzera). Questa località, a quanto sembra abitata di già in epoca preromana - come si può dedurre dalla radice del nome V. (dal celtico vindo-bianco) - si dimostrò a causa della sua posizione ugualmente favorevole sia dal punto di vista della tecnica dei trasporti che da quello strategico, un posto adatto per la creazione di un campo militare stabilmente fortificato. Con ogni probabilità la fondazione di V. avvenne in occasione del riordinamento delle legioni e della riorganizzazione di tutto il sistema difensivo Reno e Danubio dopo la sconfitta subìta dalle legioni di Varo nell'anno 9 d. C. o, al più tardi, negli anni 16-17 d. C. quando, dopo l'abbandono dei piani per la conquista della Germania, Danubio e Reno divennero nuovamente le frontiere dell'Impero Romano. Con Argentorate (oggi Strasburgo) Mogontiacum (oggi Magonza) e Vetera Castra (oggi Xanten), anche V. divenne uno dei più importanti capisaldi dell'esercito romano di stanza in Germania per la difesa delle frontiere.
Il campo destinato ad accogliere una legione con le rispettive truppe ausiliarie, aveva forma di un eptagono irregolare con una estensione massima di circa m 6oo in lunghezza e m 450 in larghezza ed era all'inizio circondato da un terrapieno rinforzato da palizzate; le porte e gli edifici erano costruiti in legno. Negli anni 45-46 d. C. il campo venne ulteriormente fortificato e attrezzato in modo più duraturo: le palizzate della cinta a suo tempo in legno vennero sostituite con muri e anche gli edifici all'interno del forte ricostruiti in pietra.
La topografia della V. in questa seconda fase della sua storia costruttiva è oggi abbastanza ben conosciuta per merito degli scavi condotti con successo, con il sostegno soprattutto della società Pro Vindonissa fondata nel 1897. Si sono potuti accertare l'andamento e la struttura delle mura di cinta e individuare le fondamenta di tre porte (a N, O, e S) e di numerose torri di guardia e all'interno del forte un grande edificio termale, numerose costruzioni adibite a magazzini e arsenali (horrea), un lazzaretto (valetudinarium), numerose caserme di tipo differenziato fra le quali una destinata alla cavalleria e recentemente due case di abitazione per i tribuni e il pretorio o i principia del campo. Al disotto di questi edifici di pietra si sono potute accertare tracce di precedenti costruzioni in legno, destinate allo stesso uso, la cui pianta non di rado era stata ripresa senza modifiche. L'accampamento era approvvigionato di acqua potabile tramite due condotte sotterranee, delle quali una è in funzione ancora oggi. Già molto per tempo, vicino al campo militare è andato sviluppandosi un abitato civile, (vicus), originato dalle canabae castrenses, le botteghe e le abitazioni dei mercanti. Tale vicus di cui ancora non si è potuto stabilire con precisione l'ubicazione, ben presto deve essere assurto ad una certa importanza: un'iscrizione testimonia la creazione nell'anno 79 d. C. ad opera dei suoi abitanti, di un arco in onore di Marte, Apollo e Minerva. Anche il grande impianto di mercato situato a S-O dell'accampamento indica l'importanza dell'abitato come centro commerciale. Faceva parte dell'accampamento e del vicus di V. anche un grande anfiteatro situato più a S. Nelle vicinanze di V. sono stati scoperti due piccoli santuarî; un tempio eretto dai vicani in onore di Giove è accertato da un'iscrizione. Dopo la conquista del territorio a destra del Reno, sotto Vespasiano e Domiziano, l'avanzamento della frontiera dell'Impero verso N-O, e la costruzione del limes, V. perdette la sua importanza strategica: i militari ivi di stanza furono ritirati nel 101 d. C. e nell'accampamento si insediò ora la popolazione civile, che intraprese numerose modifiche costruttive. Dopo l'invasione degli Alemanni e l'abbandono definitivo del limes sotto Gallieno (260 d. C.), V. venne a trovarsi nuovamente nelle immediate vicinanze della frontiera dell'Impero e dovette essere munita di nuove fortificazioni: una iscrizione testimonia del rifacimento delle mura.
Nel IV sec., a O di V. sorse un piccolo castello (Altenburg) edificato in massima parte con materiale di spoglio proveniente dal precedente accampamento legionario. Questo ultimo venne definitivamente abbandonato nel 401 d. C., ma continuò ad esistere come abitato civile ed è testimoniato per il VI sec. come sede vescovile.
Bibl.: I resultati degli scavi di ogni anno sono pubblicati dal 1935 nell'Anzeiger für Schweizerische Altertumskunde, dal 1942 in poi nel Jahresbericht des Gesellschaft Pro Vindonissa. - Generale: S. Heuberger, Aus der Baugeschichte Vindonissas, Aarau 1909; R. Laur-Belart, Vindonissa. Lager und Vicus, Berlino-Lipsia 1935; id., Nach Vindonissa. Kurzer Führer durch V. und Umgebung, Brugg 1939; A. Malter, Vindonissa im römischen Strassennetz der Schweiz, in Jahresbericht, 1942-43, pp. 4-26; F. Staehelin, Die Schweiz in römischer Zeit3, Basilea 1948, passim; E. Ettlinger, Vindonissa, in Pauly-Wissowa, IX A, i, 1961, coll. 82-105, 3 piante; R. Laur-Belart, Vindonisse, Kleiner Führer, Vindonissa 1964. - Topografia: R. Laur-Belart, Grabungen d. Gesellschaft Pro Vindonissa im Jahre 1930-Die Thermen, in Anz. f. Schweizer. Altertumskunde, XXXIII, 1931, pp. 203-233, figg. 1-16, tavv. 11-15; D. Krencker, Vorschlag zu einer Rekonstruktion der Thermen von Vindonissa, in Anz. f. Schweizer. Altertumskunde, XXXIII, 1931, pp. 233-236, figg. 17-18; H. Herzig, Die Rekonstruktion von Zeughaus und Getreidemagazin in Vindonissa, in Jahresbericht, 1945-46, pp. 40-47; id., Versuch einer Rekonstruktion der Tore, Türme und Umwallung von Vindonissa, ibid., 1946-47, pp. 52-72; R. Fellmann, Die Principia des Legionslagers Vindonissa und das Zentralgebäude der römischen Lager und Kastelle, Brugg 1958. Oggetti trovati: E. Espérandieu, Recueil gen. des Bas-Reliefs, de la Gaule Romaine, VII, 1918, nn. 5436-5444, 5457; S. Loeschcke, Lampen aus Vindonissa, Zurigo 1919; A. Gansser-Burckhardt, Das Leder und seine Verabeitung im römischen Legionlager von Vindonissa, Basilea 1942; M. Grünwald, Die römischen Bronze- und Kupfermünzen mit Schlagmarken im Legionslager Vindonissa, Basilea 1946; E. Ettlinger, Legionary Pottery from Vindonissa, in Journ. Rom. Stud., XLI, 1951, pp. 105-11, figg. 9-13; id. e Ch. Simonett, Römische Keramik aus dem Schutthügel von Vindonissa, Basilea 1952; R. Fellmann, Zwei römische Töpferofen in Vindonissa, in Ur-Schweiz, XX, 1956, pp. 38-42, figg. 30-34; L. Berger, Römische Gläser aus Vindonissa, Basilea 1960; C. Kraay, Die Münzfunde von V. (bis Trajan), Basilea 1962. Iscrizioni: C.I.L., XIII, 2, i, 1905, nn. 5193-5332; XIII, 4, 1916, n. 11500-11534; E. Howald-E. Meyer, Die römische Schweiz, Zurigo 1940, nn. 265-333, pp. 279-304. Storia degli scavi: R. Laur-Belart, Die Erforschung Vindonissas unter S. Heuberger 1897-1927, in Argovia, XLIV, 1931, pp. 80-109; A. Kielholz, Die Gesellschaft Pro Vindonissa 1897-1946, in Jahresbericht, 1946-47, pp. 1-51