VINDOLANDA
Nome che i Romani diedero a uno dei loro forti dell'Inghilterra settentrionale, situato all'incirca a metà strada fra la foce del fiume Solway e quella del Tyne, esattamente un chilometro a S della linea del Vallo di Adriano (v.), che è di epoca posteriore.
Il forte costruito in legno fu inizialmente occupato, prima del 90 d.C., dalla cohors I Tungrorum; successivamente, venne rioccupato dalla cohors VIII Batavorum fra il 95 e il 105 d.C. Alla metà del II sec. risale invece la fase di ricostruzione in pietra; dall'inizio del III sec. in poi, il forte divenne la base della cohors IV Gallorum.
Nel periodo compreso fra la ritirata delle truppe romane dalla Scozia e la costruzione del Vallo di Adriano, V. rappresentò uno dei siti chiave della frontiera settentrionale, strategicamente situato sulla strada fra Solway e Tyne, oggi nota come Stanegate.
Un deposito di ben 6 m è il risultato di tutte le varie fasi costruttive di epoca romana; i resti delle fasi in legno (cinque) si sono conservati eccezionalmente bene grazie all'umidità del clima. Il rinvenimento più importante è costituito dai documenti e dalla corrispondenza militare, scritti in corsivo a inchiostro su sottili tavolette lignee appositamente preparate.
Sebbene finora sia stato esaminato solo l'8% dei resti più antichi, tuttavia sono già stati scoperti mille testi relativi al periodo di occupazione compreso fra il 90 e il 120 d.C. La forma di tali documenti è variabile: si tratta a volte di frammenti piccoli contenenti solo poche lettere, mentre, in altri casi, un singolo documento può anche essere lungo quattro pagine con 45 linee di testo scritto. Dal punto di vista del contenuto, la categoria principale è rappresentata dalla corrispondenza, sia ufficiale che privata, fra ufficiali, mogli e soldati, più alcune lettere redatte dal prefetto. Vi sono inoltre i rapporti giornalieri degli ufficiali al prefetto, un pridianum ovvero il rapporto ufficiale della cohors I Tungrorum, una serie di liste di provviste varie consegnate ai diversi membri della guarnigione, schede di incombenze giornaliere per i soldati, varî conti e ricevute e, infine, una gran varietà di documenti miscellanei.
Questo corpus di documenti rappresenta il più antico archivio letterario della Gran Bretagna e ci illumina sul linguaggio e sul livello culturale dell'esercito romano alla fine del I sec. d.C.
Bibl.: A. K. Bowman, J. D. Thomas, The Vindolanda Writing Tablets, Newcastle upon Tyne 1974; A. K. Bowman, J. D. Thomas, R. P. Wright, The Vindolanda Writing Tablets, in Britannia, V, 1974, pp. 471-480; A. Friendly, Vindolanda, in Expedition, XVII, 1974-75, 4, pp.21-25; A. K. Bowman, J. D. Thomas, The Vindolanda Writing Tablets and Their Significance. An Interim Report, in Historia, XXIV, 1975, pp. 463-478; E. Birley, The Vindolanda Project, in Limes. Akten des 11. Internationalen Limeskongresses, Székesfehérvár 1976, Budapest 1977, pp. 35-39; R. Birley, Vindolanda. A Roman Frontier Post on Hadrian's Wall, Londra 1977; Α. Κ. Bowman e altri, Vindolanda. The Latin Writing Tablets (Britannia Monograph Series, 4), Londra 1983; P. T. Bildwell e altri, The Roman Fort of Vindolanda at Chesterholm, Northumberland (Historic Buildings and Monuments Commission for England. Archaeological Report, 1), Londra 1985; A. K. Bowman, J. D. Thomas, Vindolanda 1985. The New Writing-Tablets, in JRS, LXXVI, 1986, pp. 120-123; A. R. Birley, Vindolanda. Neue Ausgrabungen 1985-1986, in H. Vetters (ed.), Akten des 14. Internationalen Limeskongresses 1986 in Carnuntum, Vienna 1990, pp. 333-338.