VINDELINO da Spira
Tipografo del sec. XV, stabilito a Venezia fin dal 1470. Il fratello di lui Giovanni (che vi dimorava già da molti anni e aveva per moglie una Paola, forse figlia di Antonello da Messina) era stato il primo a introdurre l'arte tipografica a Venezia, pubblicando negli anni 1469 e 1470 i tre bellissimi volumi delle Epistolae di Cicerone e la Naturalis Historia di Plinio; la morte lo sorprese mentre era intento alla stampa del De Civitate Dei di S. Agostino terminato poi da V. nello stesso anno 1470, come si legge nella sottoscrizione finale. Da questo momento V. spiega la maggiore attività; ha certo l'ambizione di emulare i tipografi romani e pubblica uno dopo l'altro un gran numero di classici (alcuni dei quali vedevano per la prima volta la luce, come Plauto, Catullo, Marziale, Tacito), testi giuridici, le opere latine del Boccaccio e il volgarizzamento della Bibbia fatto da Nicolò Mallermi in due magnifici volumi in-folio (1° agosto 1471).
Dopo l'anno 1473, V. dovette far parte di una società con Giovanni di Colonia; poi si ritrova il suo nome nel colophon di tre volumi datati 1476 e 1477, l'ultimo una magnifica edizione della Divina Commedia, col commento di Benvenuto da Imola che qui appare per la prima volta.
Bibl.: G. Ludwig, Contrati fra lo stampador Zuan de Colonia e i suoi soci, Venezia 1901; Prince d'Essling, Les premiers ornements xylographiques dans les livres de Venise, in La Bibliofilia, VIII, Firenze 1906; P. Farmer Toynbee, The 1477 edition of the Divina Commedia, in The Athenaeum, nn. 4081-82, Londra 1906; H. O. Lange, Fra Wendelin van Speyers Bogtrykkerpraxis, in Nordisk Tidskirft för Bok och Biblioteksväsen, X (1923); Catalogue of Books printed in the XV. Century now in the British Museum, V, Londra 1924, pp. ix-x, 154-165, 247-49; K. Haebler, Die deutschen Buchdrucker des XV. Jahr. im Auslande, Monaco 1924, pp. 29-32.