vincolo economico
Nei problemi di ottimizzazione, presenza di limiti assoluti o relativi (hard oppure soft constraints) di natura economica alle possibilità di scelta da parte degli agenti, che esprimono il complesso dei condizionamenti derivanti dalla scarsità delle risorse disponibili, dalla ristrettezza delle conoscenze, dai trade off (➔) di volta in volta insiti nei problemi in esame. In assenza di tali v., i problemi di ottimizzazione non avrebbero senso, dato che la soluzione richiederebbe di assegnare valori infiniti alle variabili decisionali.
Nella teoria delle scelte del consumatore si presentano due ordini di v., uno di natura tecnica, l’altro di carattere economico. Il primo è costituito dall’insieme dei consumi fisicamente e tecnologicamente possibili – non si può, per es., lavorare più di 24 ore al giorno, né consumare due beni in luoghi diversi nel medesimo istante di tempo. Il secondo è rappresentato dal v. di bilancio (➔ bilancio vincolo di), che indica la disponibilità di risorse da destinare al consumo – per es., reddito monetario o quello derivante dalla vendita, alle condizioni del mercato, di risorse di lavoro e attività finanziarie e reali, ricchezza conseguibile nell’arco della vita, capacità di indebitamento.
Nella teoria della massimizzazione del profitto, da parte delle imprese viene usualmente considerato il solo v. tecnologico costituito dalla funzione di produzione (➔ produzione, funzione di), ossia dal complesso delle conoscenze relative alle possibilità di trasformare gli input in output. Tale impostazione si fonda sull’idea che l’impresa possa far fronte ai suoi costi di produzione, eventualmente maggiorati degli interessi sulle anticipazioni connesse alla durata del processo produttivo, con i ricavi dalle vendite. Vengono in tal modo tralasciati i v. di natura economica derivanti dalla limitata capacità di indebitamento, dalla possibilità di offrire garanzie, dalla disponibilità di particolari risorse.
Nelle scelte finanziarie, gli operatori si confrontano con la circostanza che a rendimenti attesi più elevati corrispondono, generalmente, livelli di rischio ugualmente più alti. La linea dei portafogli efficienti esprime il v. fra queste grandezze insito nelle diverse combinazioni di portafogli offerte dal mercato, tra le quali gli agenti sono chiamati a effettuare le proprie scelte massimizzanti, tenuto conto dell’atteggiamento verso il rischio.
Il v. di bilancio dello Stato denota la relazione che lega l’eventuale presenza di un avanzo o disavanzo corrente alla conseguente variazione della massa monetaria e del debito pubblico (➔). Nella situazione di trasferimento della sovranità monetaria alla Banca Centrale Europea, la presenza di un disavanzo (deficit) corrente impone la corrispondente emissione di titoli del debito pubblico, a copertura dell’eccesso delle uscite sulle entrate. Il termine di v. di bilancio dello Stato esprime appunto la natura di tetto alle decisioni di disavanzo pubblico che nasce dalle regole sull’indebitamento (per es., non più del 3% del PIL, secondo i parametri di Maastricht).