ONOFRI, Vincenzo
Scultore, operoso a Bologna fra il 1493 e il 1524. Seguace di Niccolò dall'Arca, ne temperò la violenza espressiva, contenendosi nei modi più tranquilli dello Sperandio e di Francesco di Simone, sotto l'influsso precipuo dell'arte toscana. Può anche darsi che il "maestro Vincentio'' d'una cronachetta anonima del convento di S. Domenico in Bologna sia l'O., e che la prima notizia dei suoi lavori risalga al 1493, anno in cui gli furono pagate due figure del beato Alberto Magno e di Raimondo di Pennafort. A Bologna, nel S. Petronio, si conservano il monumento sepolcrale del vescovo C. Nacci, eseguito in terracotta e marmo (1504), e il Mortorio di terracotta, composto di otto figure, nelle quali è palese l'ispirazione dal gruppo analogo di Niccolò dall'Arca in S. Maria della Vita. Nella Galleria Davia-Bargellini il busto di terracotta di V. Bargellini pare meno vicino che non si creda alla diligenza del modellatori, ma non è suo il busto marmoreo di F. Beroaldi in S. Martino. Nei particolari della decorazione l'O. si mostra ricercatore di eleganze e di finezze più adatte all'intarsio che alla scultura, tuttavia il suo metodo non si scosta dalla prudenza riflessa dell'esecutore che, privo d'originalità, assimila senza sforzo.
Bibl.: A. Gottschewski, Über die Portr. der Caterina Sforza u. über den Bildhauer V. O., Strasburgo 1909; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, Lipsia 1932.