MONTALTO, Vincenzo
– Nacque verso il 1680 nella diocesi di Taranto. Laureato in teologia e diritto civile e canonico, si qualificava sacerdote e protonotario apostolico.
Dal 1717 fu al servizio di Giuseppe Spinelli, internunzio di Fiandra dal 1721 al 1731, e acquisì una buona conoscenza della situazione politica e religiosa dei Paesi Bassi austriaci. Quando, nel 1731, Spinelli fu richiamato a Roma per rivestire la carica di segretario della Congregazione per i vescovi e regolari, il M. fu incaricato dalla S. Sede di assumere la funzione di amministratore della nunziatura, valendosi di una semplice delega del nunzio uscente.
Il Consiglio privato dei Paesi Bassi concesse il suo placet a questa sorta di interim, ma stabilì che il M. esercitasse solo le facoltà ordinarie di internunzio, senza la possibilità di istruire processi. A seguito di questo atto di accettazione, la segreteria di Stato pontificia inviò al M. un breve con le sue facoltà, ma gli ordinò di non utilizzarlo e di tenerlo segreto. La principale missione conferita al M. fu quella di garantire lo stabile impianto di una nunziatura a Bruxelles, prima che Silvio Valenti Gonzaga, già designato come successore di Spinelli, assumesse il suo incarico.
La questione della nunziatura era già stata affrontata dalla segreteria di Stato sin dal 1725, quando l’imperatore Carlo VI d’Asburgo aveva affidato a sua sorella Maria Elisabetta il governo dei Paesi Bassi austriaci e aveva richiesto, per ragioni di prestigio, che l’internunziatura di Bruxelles fosse elevata al rango di nunziatura. Il governo pontificio vide con favore la prospettiva della creazione della nuova nunziatura, ma la subordinò all’accoglimento di una serie di richieste, tra cui quella di erigere un tribunale della nunziatura, competente per tutte le cause ecclesiastiche, e quella di riconoscere al nunzio il diritto di visitare tutti gli enti ecclesiastici, anche esenti, della regione. Ne derivò un contrasto tra la S. Sede e i poteri civili dei Paesi Bassi austriaci, sostenuti anche dal locale episcopato, che non era ancora risolto nel momento in cui il M. assunse le sue funzioni.
Buon conoscitore della realtà dei Paesi Bassi austriaci, il M. era pienamente allineato con le politiche curiali, ma non si faceva illusioni sulla possibilità di ottenere l’accoglimento delle richieste della S. Sede che, del resto, erano in contraddizione con le politiche ecclesiastiche affermatesi in quell’area sin dal Cinquecento. Perciò, pur cercando di influenzare le autorità austriache, nell’agosto-settembre 1731 il M. scrisse più volte a Roma che la pretesa di istituire un tribunale della nunziatura era non solo difficile da ottenere, ma del tutto inopportuna, e che il potere di visita dei luoghi esenti non sarebbe mai stato concesso dall’imperatore. La S. Sede non era però disposta a recedere dalle sue rivendicazioni e riuscì a ottenere che la questione fosse affrontata da un’apposita giunta e non dal Conseil privé, un organo ritenuto eccessivamente ostile alle pretese curiali. Nonostante l’impegno del M. le discussioni preliminari si trascinarono lungamente e la S. Sede decise di non subordinare alla loro conclusione l’arrivo del nuovo nunzio.
Il M. non si limitò a promuovere l’impianto della nunziatura, ma svolse un’azione politico-religiosa di qualche importanza, sostenendo gli sforzi dei missionari cattolici attivi nelle Province unite, contribuendo a risolvere la querelle tra il vescovo di Cambrai e il Consiglio dell’Hainaut per la giurisdizione su alcune parrocchie, e provvedendo ad alcune assoluzioni e attribuzioni di canonicati. La sua attività fu però fortemente ostacolata dalla scarsa autorevolezza personale e dal contrasto con l’arcivescovo di Malines, il cardinale Tommaso Filippo d’Alsazia, che cercò di accreditarsi presso la S. Sede come unico referente per gli affari ecclesiastici dei Paesi Bassi.
Nell’ottobre del 1731 la segreteria di Stato pontificia comunicò al M. che il nunzio designato da Roma sarebbe presto giunto a Bruxelles, in forma non ufficiale. Con ciò, il M. doveva cessare le sue funzioni, ma la S. Sede gli chiese di rimanere in attività, almeno per una prima fase, come consigliere di Valenti Gonzaga. Il M. però, incontrava crescenti difficoltà. Dotato di una provvigione insufficiente, si era indebitato pesantemente per mantenere il decoro richiesto dalla sua funzione ed era stato oggetto, a suo dire, di una vera e propria campagna di diffamazione. Richiedeva perciò con insistenza di poter rientrare in Italia e di ricevere qualche sovvenzione. La segreteria di Stato mostrò una sostanziale chiusura rispetto alle sue richieste, sempre più insistenti, rimproverandogli di aver ecceduto nelle spese e ciò portò il M. a comportamenti sempre meno equilibrati. Quando finalmente, nel gennaio del 1732, Valenti Gonzaga giunse nei Paesi Bassi, egli non recava alcuna indicazione relativa al Montalto. Questi cercò di tutelarsi rifiutando di procedere al passaggio dei poteri in assenza di un riconoscimento ufficiale del nunzio e respingendo i consigli di fare rientro in Italia che gli venivano dalle autorità fiamminghe e da Valenti Gonzaga. L’atteggiamento di resistenza assunto dal M. non poteva durare a lungo. Gli furono versate alcune provvigioni, ma Valenti Gonzaga gli vietò di ingerirsi in qualunque affare riguardante la S. Sede e procedette al sequestro delle carte della nunziatura. Il 3 marzo 1732 il M. si convinse finalmente a lasciare Bruxelles e a fare rientro a Roma. La deludente conclusione dell’attività nei Paesi Bassi segnò un netto ridimensionamento delle prospettive del M., che a Roma era ormai ritenuto un personaggio ingombrante e inaffidabile.
Grazie all’appoggio della governatrice dei Paesi Bassi, l’arciduchessa Maria Elisabetta d’Asburgo, gli fu promesso un beneficio ecclesiastico nel Regno di Napoli, ma questo tardò a essere concesso. Il M. trascorse due anni a Roma inutilmente, finché non gli furono attribuiti due piccoli benefici, uno nella diocesi di Boiano e uno nella diocesi di Aversa. Ancora nel 1747, però, il M. scriveva a Silvio Valenti Gonzaga, divenuto segretario di Stato, per ottenere l’effettivo godimento dei benefici concessigli.
Ormai anziano, fece ritorno a Taranto, dove visse oscuramente presso i suoi familiari. Le uniche notizie che si hanno su di lui si riferiscono ai suoi tentativi di ottenere dalla Curia qualche impiego o quanto meno qualche gratificazione. Sembra che abbia svolto anche funzioni di precettore per una importante famiglia del luogo, quella di Michelangelo Castriota, educando i suoi figli e in particolare Pier Luigi, che entrò nell’ordine degli scolopi e fu letterato ed erudito di qualche fama.
Si ignora la data della morte del M., che avvenne dopo il 1747 e probabilmente all’inizio degli anni Sessanta del Settecento.
Fonti e Bibl.: La documentazione riferibile al M. è costituita essenzialmente dai suoi carteggi con la segreteria di Stato pontificia, conservati presso l’Archivio segreto Vaticano e pubblicati in forma di regesto in Correspondance de V. M., administrateur de la nonciature de Flandre, a cura di L. Demoulin, Roma 1985 (con elenco delle fonti); Documents relatifs à l’admission aux Pays-Bas des nonces et internonces des XVIIe et XVIIIe siècles, a cura di J. Lefèvre - P. Lefèvre, Bruxelles 1939, p. 118; L. Jadin, Le cardinal Thomas-Philippe d’Alsace, Archevêque de Malines et le Saint-Siège. Correspondance tirée des Archives du Vatican, 1703-1759, Bruxelles-Rome 1953, ad ind.; Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, a cura di D. Martuscelli, XI, Napoli 1826, s.v. Castriota Pier Luigi; L. Demoulin, Les embarrass financiers de V. M., administrateur de la nonciature de Flandre (1731-1732), in Bullettin de l’Institut historique belge de Rome, XLII (1972), pp. 401-435; D. Vanysacker, Het ware gelaat achter diplomatieke maskers. Enkele achttiende-eeuwse pauselijke nuntii ontbloot (Il vero volto dietro la maschera diplomatica. Alcuni nunzi pontifici del XVIII secolo svelato), in Diplomatieke cultuur (Cultura diplomatica), a cura di A.C. Reeks, Leuven 2000, pp. 112 s.; B. Wauters, De controverse rond de jurisdictie van de nuntius, Het placet op de geloofsbrieven van Spinelli, Valenti-Gonzaga, Tempi en Crivelli, 1725-1749 (La controversia sulla giurisdizione del nunzio. Il placet sulle credenziali di Spinelli, Valenti-Gonzaga, Tempi e Crivelli, 1725-1749), Leuven 2001, ad indicem.