MANFREDINI, Vincenzo
Figlio di Francesco Onofrio, violinista e compositore, e Rosa degli Antonii, nacque a Pistoia il 22 ott. 1737.
Il fratello maggiore, Giuseppe, nato a Pistoia in data imprecisata, fu sopranista e compositore, attivo come cantante d'opera seria nel 1748-58 nei teatri di Modena, Venezia, Firenze, Ferrara, Padova, Verona, Londra. In seguito fu con il M. a Mosca e San Pietroburgo quale apprezzato maestro di canto. Rientrato in Italia, si esibì nel 1770 nell'Armida del M. a Bologna, città dove in seguito si ritirò. Compose Sei arie con istromenti (Londra 1752).
Il M., maestro di cembalo e compositore egli stesso, occupa un posto di rilievo nel dibattito teorico musicale internazionale del tempo; secondo W.S. Newman fu attivo anche come violinista.
Dopo gli studi musicali con il padre, il M. si trasferì a Bologna per perfezionarsi sotto la guida di G.A. Perti; successivamente si recò a Milano, dove terminò il suo percorso didattico con G.A. Fioroni.
Nel 1758 raggiunse Mosca, insieme con il fratello Giuseppe e la compagnia itinerante di P. Locatelli. Poco dopo si spostò alla corte di San Pietroburgo come maestro di cappella dello zar Pietro III e successivamente della zarina Caterina II, e dove restò sino al 1769. Nominato responsabile del teatro italiano, durante quel lungo soggiorno il M. compose numerose opere serie, balletti, cantate e musica sacra di successo. La cantata La pace degli eroi - scritta in occasione della pace con la Prussia ed eseguita con successo a San Pietroburgo nel 1762 - costituisce uno dei pochi brani di natura encomiastica del M., cui fu dato incarico nel 1765 di scriverne un'altra in occasione dell'inaugurazione dell'Accademia delle scienze russa. Fu ancor meno produttivo in ambito strumentale (sonate e concerti per clavicembalo, sinfonie, quartetti d'archi), un settore al quale si dedicò in modo sporadico e con alterni successi.
Con l'arrivo nel 1765 a San Pietroburgo di B. Galuppi e del nuovo linguaggio musicale da lui introdotto, particolarmente apprezzato dalla corte, il M. venne relegato in un ruolo di secondo piano. Fu forse per questa ragione che, dotato di una lauta pensione dalla corte russa, fece ritorno a Bologna nel 1769, dove ebbe modo d'incontrare più volte - insieme con il fratello - W.A. Mozart e il padre Leopold nei loro due soggiorni bolognesi (Reisenotizen del 24-29 marzo del 1770 e lettere da Bologna del 27 marzo e 4 ag. 1770, in Briefe und Aufzeichnungen). In quel periodo il M. si dedicò a diverse attività culturali, abbandonando apparentemente la composizione musicale.
Nel 1775 pubblicò a Venezia il suo trattato Regole armoniche, o sieno Precetti per l'apprendere i principi della musica, rimaneggiato e ampliato in seguito con alcune importanti sezioni dedicate allo stile osservato e al contrappunto (Venezia 1797). Tra il 1785 e il 1789 fu corrispondente e redattore del periodico Giornale enciclopedico d'Italia, per il quale scrisse numerosi articoli di interesse storico ed estetico-musicale. Nel 1788 fu edita a Bologna la Difesa della musica moderna, senza dubbio lo scritto più significativo del M. e una fra le opere teoriche più importanti dell'epoca, ancora al centro di uno stimolante dibattito esegetico e interpretativo.
Dopo l'ascesa al trono, nel 1796, di Paolo I, già allievo del M., egli fu nuovamente chiamato, nel 1798, in Russia, dove riprese la posizione di un tempo con un significativo aumento di stipendio e rendita (3000 rubli).
Il M. morì a San Pietroburgo il 16 ag. 1799, dopo 11 mesi di malattia.
Lasciava la figlia Elisabetta, in futuro apprezzata cantante, avuta dalla moglie Maria Monari (o Munari), anch'essa cantante, dalla quale ebbe anche il figlio Giovanni (nato intorno al 1769), autore di Alcune notizie biografiche di V. M. (ms. presso l'Archivio dell'Accademia filarmonica di Bologna: irreperibile, ma trascritto in Iozzelli - Tolve), che rappresenta una fonte preziosa nella ricostruzione della vita del Manfredini.
Mentre in un primo tempo le sue composizioni - eccezion fatta per la raccolta di 6 sonate per cembalo dedicate a Caterina II e aspramente criticate nelle Wöchentliche Nachrichten di J.A. Hiller (21 ott. 1766) - riscossero un buon successo, l'arrivo massiccio dell'opera italiana in Russia, sia seria, sia buffa, mise in ombra la sua produzione, tanto da costringerlo a comporre balletti e intermezzi scritti "mit besonderer Stärke" (J. von Stählin, II, p. 35) per opere di Galuppi e di altri autori provenienti dalla penisola.
Il ritorno in Italia del M. coincise pertanto con una crisi personale e professionale. Dopo due tentativi nel mondo dell'opera (Armida, 1770 e Artaserse, 1772), forse deluso anche dagli esiti poco lusinghieri di queste partiture, si dedicò nuovamente alla produzione strumentale, dando alle stampe una raccolta di sinfonie, e alla musica sacra, oggi recepita solo in parte. Ben diversa la sua recezione in veste di teorico della musica. Le Regole armoniche, scritte per divulgare il proprio metodo di canto (molto più moderno e progressivo rispetto a quello del collega e concorrente G.B. Mancini), meritarono l'attenzione di molti appassionati e sollevarono al contempo le perplessità di tanti detrattori, tra cui S. Arteaga, autore de Le rivoluzioni del teatro musicale (Bologna 1783). Nacque così una polemica tra i due teorici che sfociò, al termine di alcuni scambi di vedute, nella Difesa della musica moderna.
La posizione del M. a favore dei progressi della musica, sia pur non esente da una certa critica alla contemporaneità, è senza dubbio innovativa rispetto alla critica dei tempi, impregnata di un certo conservatorismo. Così facendo, il M. pone l'accento sulla capacità del repertorio contemporaneo di esprimere la migliore coerenza tra testo e musica. Una simile opinione, naturalmente, è da intendersi antitetica rispetto a quanto sostenuto da Arteaga, che vedeva nel repertorio dei suoi tempi tutti i segni della decadenza della società e dell'arte. Particolarmente importante e originale in un simile contesto, anche l'interesse mostrato dal M. nei confronti della musica strumentale (Difesa, pp. 39 s.), in un periodo nel quale a tale repertorio la teoria musicale italiana sembrava orientata a negare ogni autonomia e dignità estetica.
Il M. scrisse inoltre Regole armoniche, o sieno Precetti ragionati per l'apprendere i principi della musica, il portamento della mano e l'accompagnamento del b[asso] sopra gli strumenti da tasto (Venezia 1775; 2a ed., ibid. 1797).
Opere teatrali: Semiramide riconosciuta (libretto di P. Metastasio; San Pietroburgo 1760); La musica trionfante (pastorale; L. Lazzaroni; ibid.); L'Olimpiade (Metastasio; Mosca 1762), Carlo Magno (Lazzaroni; San Pietroburgo 1763; nuova versione, ibid. 1764); La finta ammalata (intermezzo; C. Goldoni; ibid. 1763); La pupilla (intermezzo; Goldoni; ibid. 1763); Armida (G. Durandi; Bologna 1770); Artaserse (P. Metastasio; Venezia 1772). Inoltre 6 arie e un duetto per soprano, 2 violini, viola, violoncello e 2 corni da caccia, Norimberga, 1762 circa; 2 arie in Recueil lyrique d'airs choisis, Paris 1772; diverse arie d'opera, sostitutive e da concerto, e vari canoni a tre voci.
Cantate: La pace degli eroi (L. Lazzaroni; San Pietroburgo 1762); Il consiglio delle muse (serenata; Locatelli; Mosca 1763); Le rivali (Lazzaroni; San Pietroburgo 1765); Cantata per l'inaugurazione dell'Accademia delle scienze (ibid. 1765).
Balletti: Amour et Psyché (Mosca 1762); Les amants réchappés du naufrage (San Pietroburgo 1766); Le sculpteur de Carthage (ibid. 1766); La Constance recompensée (Mosca 1767).
Musica sacra: Esther (oratorio, Venezia 1792); Requiem (per l'imperatrice Elisabetta II; Mosca 1762); messa funebre a 4 voci e strumenti; Laudate Dominum per soprano, coro e orchestra.
Musica strumentale (per l'elenco in dettaglio cfr. The New Grove Dict.): 6 sinfonie (Venezia 1776); un concerto per clavicembalo (L'Aia-Amsterdam 1769 circa; rist., Londra 1786 circa; ed. a cura di A. Toni, Milano 1957); 6 quartetti per archi (Firenze 1781 circa); 6 trii per 2 violini e basso (s.l. né d.); 6 sonate per clavicembalo (San Pietroburgo 1765; ed. a cura di A.M. Pernafelli, Milano 1975); 14 preludi per clavicembalo (pubblicati in Regole armoniche).
Fonti e Bibl.: J. von Stählin, Nachrichten von der Tanzkunst und Balle[t]ten in Russland, Riga-Leipzig 1769-70, I, pp. 418 s.; II, pp. 35, 57, 110, 156 s., 161, 167, 169-174, 183; W.A. Mozart, Briefe und Aufzeichnungen, I, 1755-1776, a cura di W.A. Bauer - O.E. Deutsch, Kassel 1962, pp. 328, 330, 377; L. Pancino, J.A. Hasse e Giammaria Ortes: lettere (1760-1783). Edizione e commento, Turnhout 1998, p. 241 n.; S. Ciampi, Notizie di medici, maestri di musica e cantori, Lucca 1830, p. 62; G.C. Rospigliosi, Notizie dei maestri ed artisti di musica pistoiesi, Pistoia 1878, ad nomen; L. Torchi, La musica istrumentale in Italia nei secoli XVI, XVII e XVIII, Torino 1901, pp. 257 s.; A. Monici, "Delle regole più essenziali per imparare a cantare" secondo un vecchio autore (V. M.), in Riv. musicale italiana, XVIII (1911), 1, pp. 85-94; Id., Di un nuovo metodo per apprendere l'accompagnamento del basso secondo un vecchio autore, ibid., XXIII (1916), 1, pp. 453-490; F. Torrefranca, Le origini italiane del romanticismo musicale: i primitivi della sonata moderna, Torino 1930, p. 604; R.A. Mooser, Opéras, intermezzos, ballets, cantates, oratorios joués en Russie durant le XVIIIe siècle, Geneva 1945, pp. 111, 114, 136; L.F. Tagliavini, Primo contatto bolognese, in Mozart in Italia. I viaggi e le lettere, a cura di G. Barblan - A. Della Corte, Milano 1956, p. 83; Id., Accademico filarmonico, ibid., p. 109; R. Zanetti, La musica italiana nel Settecento, I-III, Busto Arsizio 1978, pp. 457, 476, 650, 854 s., 1202, 1270-1274, 1288, 1361, 1553, 1559; W.S. Newman, The sonata in the classic era, New York 1983, pp. 12, 28, 38, 171, 249, 776-778; J. Baird, An 18th-century controversy about the trill: Mancini vs. M., in Early Music, XXV (1987), pp. 36-45; R. Barbierato, Il ms. 739 della Biblioteca nazionale Marciana di Venezia (1664): quali rapporti con le "Regole armoniche" di V. M. (1755)?, Cremona 1988; R. Di Benedetto, Poetiche e polemiche, in Storia dell'opera italiana, I-III, a cura di L. Bianconi - G. Pestelli, Torino 1988, III, pp. 49, 53; P. Fabbri, Istituti metrici e formali, ibid., pp. 165-167; La musica degli antichi e la musica dei moderni: storia della musica e del gusto nei trattati di Martini, Eximeno, Brown, M., a cura di M. Garda - A. Jona - M. Titli, Milano 1989, pp. 591-613; G. Seaman, La nascita dell'opera russa, in The New Oxford History of music, VIII, L'età dell'Illuminismo (1745-1790), a cura di E. Wellesz - F. Sternfeld, Milano 1991 (ed. originale, London 1973), pp. 301-308; M. Iozzelli - G. Tolve, V. M., materiali per una biografia, Pistoia 1992, pp. 3 s.; B. Over, Per la gloria di Dio. Solistische Kirchenmusik an den venezianischen Ospedali im 18. Jahrhundert, Bonn 1998, pp. 33, 209; M. Ritzarev [Rytsareva] - A. Porfirieva, The Italian diaspora in eighteenth-century Russia, in The eighteenth-century diaspora of Italian music and musicians, a cura di R. Strohm, Turnhout 2001, pp. 212, 221-228, 231; F. Krummacher, Geschichte des Streichquartetts, I-III, Laaber 2005, I, p. 291; A.-E. Choron - Fr.-J. Fayolle, Dictionnaire historique des musiciens artistes et amateurs, morts ou vivants, II, Paris 1811, pp. 7 s.; Fr.-J. Fétis, Biographie univ. des musiciens, V, pp. 427 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, II, p. 24; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, IV, pp. 608 s. (s.v. Manfredini, famiglia); The New Grove Dict. of music and musicians, XV, pp. 753 s.; Diz. degli editori musicali italiani. 1750-1930, a cura di B.M. Antolini, Pisa 2000, pp. 41 s., 144; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, XI (2004), coll. 965 s. (s.v. Manfredini, famiglia).