CONSANI, Vincenzo
Figlio di Matteo e di Beatrice Farina, nacque nel 1818 a Lucca, dove fu avviato alla scultura da suo nonno, il pittore Giovanni Farina (secondo il Bertacchi, 1874, p. 73 nel 1864 il C. presentò un ritratto di Farina all'Esposizione italiana sotto il titolo del KymonAthenaios). A Lucca il C. lavorò prima nella bottega di un orefice, Benvenuti, e dell'incisore P. A. Martini; in seguito studiò nella "pubblica scuola di disegno" (Bertacchi, 1874; Ridolfi, 1888, p. 6). Dal 1835, con i suoi primi ritratti, godette del plauso e del patrocinio dei Borboni; lo stesso duca Carlo Ludovico gli offri una pensione per studiare a Firenze dove fu allievo di L. Pampaloni (Ridolfi, 1888, p. 1).
Nel 1842, all'Accademia di Firenze, i giudici della prima classe, H. Powers, G. Grazzini, A. Costoli, F. Pozzi ed E. Santarelli - scultori fra i più ligi alla corrente purista - gli assegnarono un premio d'emulazione (Accademia dei nudo in creta:Firenze, Arch. dell'Accademia di belle arti, 1842, filza 31, ins. 81f). Il C. aveva esposto (Gazzetta di Firenze, 13 ott. 1842) due marmi: un Bustovirile e La testa recisa di s. Giovanni Battista (Firenze, Gall. d'arte moderna; Nuzzi, 1972, pp. 147 s.).
Nel 1845 eseguì quattro bassorilievi (oggi nel Museo di villa Guinigi, Lucca), probabilmente destinati alla base della statua della Duchessa Maria Luisa diL. Bartolini in piazza Napoleone a Lucca, dato che i soggetti si riferiscono alla sovrana (S. Meloni Trkulja, Museo di Villa Guinigi, Lucca. La Villa e le collezioni, Lucca 1968, pp. 116 s., figg. 47 s.).
Nel 1847 il C., anche in quanto artista rappresentante lo Stato lucchese aggregato al granducato di Toscana, fu proposto per eseguire una delle statue nel loggiato degli Uffizi (Arch. di Stato di Firenze, Acquisti-Doni, filza 105, n. 41), ma loscultore, come altri in quel momento, era sotto le armi; e solo il 28 maggio 1851 gli fu assegnata la statua del botanico P. A. Micheli (ibid., num. 87), che doveva essere consegnata nel settembre 1853.
Benché la Deputazione fiorentina avesse più volte sollecitato, anche in termini assai aspri, la consegna del lavoro, la statua fu inaugurata solo per la festa di S. Giovanni nel 1856. Di fatto il C. si trovava a Parma, impegnato in quegli anni dai Borboni di Lucca ora di Parma, per incarichi vari. Nel 1854 sistemava la tomba di Carlo III, recentemente assassinato, nella cappella ducale presso Viareggio (Ridolfi, 1888, p. 17); e sempre nello stesso anno, compiva un viaggio a Londra per consegnare alla regina Vittoria, quale dono da parte della duchessa Luisa Maria, un gruppo raffigurante i figli di questa, Roberto e Margherita, eseguito dallo stesso C. (ibid., filza 106, nn. 2, 16, 17, e Copialettere 595; filza 114, n. 658; filza 115, n. 4; Ridolfi, 1888, p. 14).
Nel 1860 chiese alla commissione governativa di fare un busto di Vittorio Emanuele II, per recuperare almeno le spese del concorso decretato il 23 sett. 1859 in cui non era riuscito (Firenze, Arch. della Sopr. alle. gallerie, 1859-64, filza 1, n. 28).
Nel 1865 gli scultori A. Costoli, E. Santarelli, P. Fedi e U. Cambi lo proposero quale accademico, citando il Micheli e il Carlo III, nonché l'Amazzone, secondo Ridolfi (1888, p. 22) acquistata da Vittorio Emanuele II: fu nominato il 23 apr. 1865 (Firenze, Arch. dell'Acc. di belle arti, Affari dell'Accademia, 1865, filza 54, ins. 54). Uno dei lavori più conosciuti del C., la Vittoria (Firenze, Gall. Palatina, palazzo Pitti), che in origine gli era stata ordinata dal municipio di Lucca, fu presentato al pubblico nel settembre del 1867 (P. D'Ambra, in La Nazione, 3 sett. 1867; P., ibid., 29 sett. 1867; P. D'Ambra, ibid., 12 ott. 1867; E. Ridolfi, ibid., 21 nov. 1867).
La statua, alla quale secondo Ridolfi (1888, pp. 20 s.) il C. aveva lavorato per quattro anni, celebra la liberazione della Lombardia dagli Austriaci nel 1859: essa veniva simboleggiata dalla figura di una donna greca seduta sulle rocce e intenta a scrivere su uno scudo i datidell'epopea. P. D'Ambra (La Nazione, 3 settembre del 1867) ne riconosce la "perfetta fattura" ma lamenta la carenza di quelle qualità moderne, consistenti in forme "liberamente pensate e liberamente svolte".
La facilità, notata dal D'Ambra, con la quale il C. s'impadroniva di una varietà di forme - testimoniata sia dal Micheli con il suo prosaico e particolareggiato realismo adottato ad uso storico, sia dalla Vittoria dalle forme larghe ed idealizzate - deriva da un ragionato distacco che gli consente di scegliere i modi ritenuti più idonei ad esprimere efficacemente le sollecitazioni provenienti dal soggetto. Dati questi presupposti, si capisce come A. Cecioni (1905, p. 384) potesse scrivere a T. Signorini il 24 luglio 1870, a proposito delle statue presenti all'Esposizione parigina, "tutta roba stupida, tutta scultura alla Consani".
Fra le numerose commissioni per monumenti e busti si ricordano quello di E. De Fabris, nel duomo di Firenze (Arte e storia, VI[1887], 10, p. 80; G. C., ibid., 17, p. 123) e quello di E. Santarelli dato dal C. alle Gallerie degli Uffizi in occasione della donazione da parte del Santarelli della sua collezione di disegni (Firenze, Bibl. nazionale, Sez. mss., Carteggio Martini, 9, 7: lettera, 30 maggio 1885, n. 9).
Il successo permise al C. di costruire, nel 1867, casa e studio nel nuovo quartiere urbanistico di Firenze (piazza Savonarola) sviluppato in quegli anni (Firenze, Arch. com., Affari sfogati..., Uff. d'Arte, 1867, filza 419, ins. 3434; ibid., 1868, filza 499, ins. 400; filza 524, ins. 3146; Registro, Uff. d'Arte, 1868, reg. 4, n. 2902; reg. 5, n. 1515; Affari sfogati ..., Uff. d'Arte, 1869, filza 608, ins. 1081; Affari sfogati..., Registro generale, 1882, filza 1335, ins. 6306; ibid., 1884, filza 1426, ins. 1221; ibid., 1887, filza 1616, ins. 3620).
Interessante è il carteggio del 1881 fra il C. e Giovanni Sardini, presidente del R. Istituto di belle arti a Lucca, sul dono del monumento rappresentante la Contessa Matilde (Lucca, chiesa di S. Giovanni: Arch. di Stato di Firenze, Carte Tabarrini, filza 47/1, ins. 26); come pure le sue lettere all'amico Ferdinando Alartini (Firenze, Bibl. nazionale, Carteggio Martini).
Il C. morì a Firenze il 29 giugno 1887 (G. C[hiechio], Cenni necrologici, in Arte e storia, VI[1887], 19, p. 144; La Nazione, 18 luglio 1887), e fu sepolto solennemente a Lucca (ibid., 7 luglio 1887). Il Ridolfi (1888, p. 16) ricorda che G. Bezzuoli eseguì un ritratto del C.R figura intera. Nel 1897 fu inaugurato un suo busto (scolpito da U. Lucchesi) sotto la loggia del palazzo Pretorio a Lucca.
Fonti e Bibl.: oltre alle fonti citate nel corso della voce, v. Firenze, Arch. dell'Acc. di belle arti, 1855, filza 44B, ins. 77; 1863, filza 52B, ins. 68, 48 rosso; 1868, filza 57, ins. 26; Firenze, Arch. com., Reg. Generale, 1887, reg. 8, n. 6006; Firenze, Arch. della Soprint. alle gallerie, Sopr. delle RR. Gallerie e Musei, Affari trovati presso i componenti la cessata Direzione, mancanti della registrazione nei rispettivi anni, perché non passati all'Archivio; ibid., Anni diversi, filza 8, n. 20; filza 10, nn. 73, 79; Direz. delle RR. Gallerie, Affari dell'anno 1868, filza B, ins. 32, 44; ibid., 1869, filza A, ins. 26; Arch. di Stato di Firenze, Cart. Bonaini, filza 2, ad vocom; Carte Tabarrini, busta 44/5, n. 38; Acusti-Doni, Carte della Deput. Fiorentina per lo scolpimento di 28 statue di illustri toscani per il loggiato degli Uffizi, filze 103-121 (vedi in particolare filza 107: Rep. dei reg. degli atti della Deput., ad vocem);Firenze, Bibl. nazionale, Sez. mss., Carteggio Martini, 9, 7; 18, 4; Carteggi Vari, 63, 123 (mittente il C.; destinatario E. Santarelli); 91 (mittente, il C.; destinatario G. F. Berti); 283, 2 (mittente, il C.; destinatario G. F. Berti). Sul C. e sulle sua attività vedi: Le cento città d'Italia illustrato. Rovereto, Milano s. a., p. 4 (statua di A. Rosmini); Giornale del commercio, 26 ott. 1842; Elenco degli oggetti di belle arti stati esposti nell'Accademia..., in Gazz. di Firenze, 5 ott. 1843; Catal. della Esposiz. delle Belle Arti di Firenze, Firenze 1851, p. 16; Catal. della Esposiz. delle Belle Arti di Firenze, Firenze 1852, pp. s. 6, 7; Yorick figlio di Yorick [P. C. Ferrigni], Viaggio attraverso l'Espos. ital. del 1861. Guida critico-descritt., Firenze 1861, pp. 73, 77; Premi proposti dal com. dei giuristi della Esposiz. ital. ed approvati dalla commisnone reale. Classe XXIV ed ultima, in La Esposizione italiana del 1861, Giornale con 190 incis. e con gli atti ufficiali della R. Commiss., Firenze 1862, n. 48, p. 384; La Musica sacra, ibid., n. 60, p. 317 (ill.); G. E. Saltini, Le arti belle in Toscana da mezzo il secolo XVIII al di nostro, Firenze 1862, p. 38; P. Emiliani Giudici, Classe XXIV. Scultura, in Eposizione ital. tenuta in Firenze nel 1861. Relazioni dei giurati. Classi XIII a XXIV, Firenze 1865, p. 313; G. Gargani, La Carità materna, in La Nazione (Firenze), 20 sett. 1869; Busto a Terenzio Mamiani e Varietà, in L'Arte in Italia, I (1869), pp. 35 s., 115, 147; La Carità, Bassorilievo... Acquaforte di C. Turletti da Torino, ibid., II (1870), dispensa 10, tav. 27; La Nazione, 7 ott. 1870 (lettera del C. al Dupré sull'amico musicista A. Bernardini); P. D'Ambra, Cosed'arte. Espos. di Vienna, ibid., 17 apr. 1873; I premi all'arte, in L'Esposiz. univ. di Vienna del 1873 illustrata, Milano 1873, I, dispensa 27, p. 211; Elenco ufficiale dei premi conferiti agli espositori ital., ibid., dispensa 40, p. 315; A. Bertacchi, Di V. C. scultore e di alcune me opere, Lucca 1874; C. von Fabriczy, Die nationale Kunstausstellung zu Neapel, 1877, in Zeitschrift für bildende Kunst, XIII (1878), p. 54; A. Libri, Cosed'arte, in La Nazione, 28giugno 1878 (sulla statua del Rosmini); Le nostre incisioni, in L'Illustraz. popolare, XVI (1879), 45, pp. 707, 713 (ill.); M. Ridolfi. Scritti d'arte e d'antich., a cura di E. Ridolfi, Firenze 1879, p. 165; E. Ridolfi, L'arte in Lucca studiata nella sua cattedr., Lucca 1882, pp. 116, 256, 334; A. Conti, Sculture e mosaici nella facciata del Duomo di Firenze..., Firenze 1883, p. 28; H. G. Huntington, The façade of the Duomo of Florence, Florence 1883, p. 18; Bull-Calf, Arte ed artisti, in Fanfulla (Roma), 10 apr. 1883; S.P.Q.R., Esposizione di Belle Arti in Roma (catal.), Roma 1883, pp. 115, 121; Yorick figlio di Yorick [P. C. Ferrigni], VediNapoli e poi, Napoli 1883, pp. 42 s.; E. Pieraccini, Guida della R. Galleria antica e moderna e Tribuna del David, Firenze 1884, p. 143; A. Mazzarosa, Unrecente opuscolo di V. C., in Arte e storia, VII (1888), 20, pp. 156 s.;E. Ridolfi, Della vita e delle opere in memoria di V. C. scultore. Cenni letti nella R. Accad. lucchese il 5 marzo 1588, estr. da Atti della R. Acc. lucchese di scienze, lettere ed arti, XXV (1988); A. R. Willard, History of Modern Italian Art, London 1898, pp. 119, 214; Id., Guida di Lucca, Lucca 1899, pp. 41 ss., 56, 101; A. Cecioni, Scritti e ricordi..., Firenze 1905, pp. 88, 177, 384, 438;Id., Opere e scritti, a cura di E. Somaré, Milano 1932, p. 64;R. Franchi, La Galleria d'arte moderna, in Emporium, XCII (1940), p. 279;C. Nuzzi, in Cultura neoclassica e romantica nella Toscana granducate (catal.), Firenze 1972, pp. 44, 98, 124, 129 s., 147 s., 192 s.; U. Thieine-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, pp. 317 s.