COLLA (Colla-Pini), Vincenzo
Dalla domanda presentata dal C. per il concorso a maestro di cappella del duomo di Milano nel 1847 ("d'anni circa 56") pare di poter arguire che sia nato a Piacenza verso il 1790, e non nel 1780 come sostenuto finora, da Paolo, probabilmente notaio attivo nella seconda metà del secolo XVIII; non si conosce il nome della madre. Sappiamo di certo che il C. si valse in gioventù, a Piacenza, degli "utilissimi ammaestramenti dell'egr. suo mº e concittadino sig. Giuseppe Nicolini" (Il Censore univ. dei teatri, 17 luglio 1830, pp. 225 s.), acquisendo "varie cognizioni anche con la lettura de' sommi autori sì teoretici che pratici" e con "l'indefesso studio degli scrittori più classici" (ITeatri. Giorn. dramm., mus. e coreografico, 23 sett. 1830, p. CCIV). Già in tale periodo insegnò il canto, avendo ad allieva il contralto B. R. Pisaroni; tuttavia, a detta di Pavesi, pare che non sia stato all'altezza di tanto talento canoro, se in seguito la cantante, ormai celebre e ricca, acconsentì a inviargli una lauta sovvenzione, ma tenne a scrivergli che, perdurando alla sua scuola, "si sarebbe certamente rovinata". Alla sua scuola ella restò almeno fino al 1809 (ultimo anno di sicura permanenza del C. a Piacenza), allorché fu "Elvira, sotto il nome di Licori pastorella" nell'azione drammatica eroico-pastorale a tre voci Achebarro, musicata dal C. ed eseguita nel salone del conte Giuseppe Costa a Piacenza (v. libretto, Piacenza 1809).
Il 22 giugno 1810 il C. divenne maestro di cappella del duomo di Voghera e direttore d'orchestra "al cembalo" di quel teatro di S. Agata, ove restò fino al 1822, quando gli successe R. Boucheron (s'ignorano le cause della sostituzione). Ivi il C. ebbe, fra l'altro, l'ufficio di suonare l'organo a richiesta della città o del governo, osservando però una convenzione speciale con il duomo, e d'istruire in un quadriennio due allievi di canto o strumento (pianoforte, organo, chitarra), dei quali si fece un certo nome il vogherese A. Cetta, a sua volta primo maestro del soprano vogherese M. Gazzaniga Malaspina Albites. Alla partenza del C. e all'avvento di Boucheron, la situazione musicale a Voghera non era certo brillante, se il secondo, accettato il "poco lucroso" incarico, "alla cappella trovò cantanti pochi e vecchietti; in orchestra professori scarsi, mediocrissimi; l'org. ... in cattivissimo stato. Tutto era da farsi" (E. Perelli, R. Boucheron, in Gazzetta mus. di Milano, XXXI [1876], 11, pp. 98 s.).
Era uscita frattanto la prima edizione del lavoro che più diede fama al C., il Saggio teorico-pratico-musicale ossia Nuovo metodo di contrappunto... (I-II, Torino 1819), e da cui si ha conferma del diretto patrocinio alla stampa dato dalla dedicataria Maria Teresa di Toscana, principessa di Carignano (I Teatri. Giorn. dramm., mus. e coreografico, 23 sett. 1830, p. CCIV), e del "più energico incoraggiamento di molti qualificati personaggi e soprattutto della R. corte di Torino" al C. (Il Censore univ. dei teatri, 17 luglio 1830, p. 225).
Il Saggio, compilato con diligenza secondo i principi dottrinari e accademici d'allora, destinato anzitutto "al migliore avanzamento dei giovani studiosi di composizione" e lodato da anonimi recensori "pei nuovi lumi che ha saputo introdurre in molte regole che rimanevano ancora dubbiose e oscure" (Bibl. italiana. Giornale di letteratura,scienze ed arti, genn.-febbr.-marzo 1820, p. 102), si divide in due parti. Giusta la descrizione di Lichtenthal, "la prima tratta in tre capitoli della melodia e dell'armonia, del suono, de' generi musicali, de' moti, delle consonanze e dissonanze, degl'intervalli, degli accordi, del basso fondamentale, delle cadenze e delle modulazioni. La seconda parte tratta del contrappunto, della fuga, del canone, dell'estensione e maneggio degli strumenti, della musica vocale, della composizione stromentale, della composizione pantomimica morale o sentimentale". Attesta il successo del Saggio la sua seconda edizione, corretta e ampliata (Milano 1830), pure recensita con favore, ad esempio in Allgemeine Musical. Zeitung, 8 dic. 1830, pp. 797 s.: in fine al volume si leggono positivi giudizi dei maestri di cappella Nicolini di Piacenza e B. Ottani di Torino e il frontespizio non menziona più ovviamente l'ufficio vogherese del Colla.
Di lui si sa che tra il 1822 e il 1847 soggiornò per quindici anni a Milano, ove fu attivo come pianista e libero insegnante di pianoforte, canto e composizione, costretto a mantenere la famiglia "col solo incerto prodotto delle lezioni", come egli stesso dichiarò nella già citata domanda inviata il 20 febbr. 1847 al duomo di Milano da Trieste, ove allora risiedeva.
E a Milano fu pubblicata (soprattutto da Ricordi) quasi tutta la sua musica, per di più dedicata spesso ad aristocratici milanesi; il detto numero del Censore lo dice "conosciuto vantaggiosamente in questa città"; in particolare, l'Allgemeine Mus. Zeitung del 5 sett. 1832, in una nota sul C., Pianofortespieler in Mailand (pp. 594 s.), scrive fra l'altro del suo ritorno da Trieste a Milano, ove egli "risiede da molti anni". Nel contempo, si ha notizia che egli fece rappresentare al teatro Sociale di Crema (19 genn. 1825) l'opera Il servo astuto (Prividali) ed eseguire a Trieste (9 dic. 1836) l'oratorio Saulle.
Ai primi del 1847 fu uno dei tredici partecipanti al concorso a maestro di cappella del duomo di Milano, ma non entrò nemmeno nella terna, composta invece da G. Nava, G. Manusardi e dal vincitore Boucheron, la cui carriera era destinata a intersecarsi con quella del C., accomunandoli l'interesse per la teoria musicale. Pari esito negativo il C. sortì in un concorso a insegnante del Conservatorio di Milano. Un'estrema traccia di "V. Colla-Pini da Piacenza, professore in musica, ecc." è in Gazzetta musicale di Milano, XV (1857), 32, pp. 250 s., nell'acidula recensione, siglata "A. Z.", di una Canzone alla spagnuola senza parole oss. Pensieretto umoristico per pianoforte, da cui si trae l'impressione che se ne parli come di un musicista ormai ignoto ma vivente, anche perché la Canzone, non inclusa neppure nel Catal. delleop. pubbl. da... Tito di G. Ricordi, I, Milano 1855, che elenca parecchia musica del C., parrebbe composta di recente. In più, la Gazz. mus. di Milano, fitta di necrologi di musicisti anche minimi, omette quello del Colla. È probabile che egli sia morto, in data imprecisata, non a Piacenza, ma a Trieste o a Milano, città in cui anelò invano a trovare una sistemazione "fissa". Secondo i più, egli sarebbe anche autore di musica sacra e di opere (palese confusione con Giuseppe Colla), mentre poco o nulla se ne sa. Abbonda invece la musica d'occasione, dedicata a notabili o composta per celebri cantanti oppure destinata a fine didattico o edonistico, talora ben fatta e piacevole benché priva di originalità e largamente incline a formulari allora correnti, compresi il vacuo e "brillante" trattamento del pianoforte e il tono operistico della stessa produzione strumentale in genere. Forse il meglio è nelle canzoni, ballate e romanze vocali, per certa toccante, languida, patetica vena che si direbbe di stampo belliniano.
Eccone un elenco il più possibile completo (oltre alle composizioni già incluse nel testo; se non altrimenti indicato: Milano, Ricordi) e tutte quante senza data: a) Composizioni per pianoforte: Capriccio con variaz. sulla cavatina Di tanti palpiti nell'op. Il Tancredi [di Rossini], op. 4, Milano, F. Artaria; Divertimento facile, op. 13; Gran Fantasia in foggia di potpourri con variazioni su diversi motivi dell'op. Il Crociato del mº Meyerbeer, op. 18, Milano, Lucca; Variations sur le thème de l'air de Nicolini chanté par M.e Pasta dans le Tancredi de Rossini, op. 24; Tema variato con introduzione e finale, op. 28; Souvenirs variés ou Fantaisie sur les motifs favoris de Caterina di Guisa de Coccia, op. 29; Fantasia marziale, op. 40; Rimembranze dilette teatrali dell'autunno 1846 a Trieste su motivi della Borgia [Donizetti] e dei Due Foscari [Verdi], op. 42; Fantasia con variaz. sul tema Non più mesta... del mº Rossini; Gran Valzer ballabile oss. Scherzo mus.; Sinfonia brillante; 4 sonatine progressive co' loro Preludi; Valzer; Variaz. e Polonese su un motivo del Crociato di Meyerbeer; Variaz. su un tema dell'op. Semiramide di Rossini, Milano, Lucca. Per pianoforte e altri strumenti: Introduz., variaz. e finale per flauto e pianoforte, op. 12; Trio per pianoforte, violino e viola, op. 22, Milano, A. Carulli; Fantasia su un tema del mº Bellini cantato dalla sig. Favelli nell'op. Il Tancredi per flauto o violino e pianof., op. 25, Milano, Lucca; Primo gran pot-pourri nell'op. Zelmira del mº Rossini per flauto e pianoforte; Secondo pot-pourri oss. Capriccio estratto dalla Zelmira di Rossini per flauto e pianoforte. Per strumenti vari: Duo per flauto e chitarra; Quatuor per flauto, violino, viola e chitarra, Torino, F. Festa; Duettino noturno [sic] per violino e viola, in mi minore, ms. Ostiglia. b) Composizioni vocali (tutte con accompagnamento di pianoforte): L'Addio, romanza per voce; Al fulgore,al suon dell'oro, aria buffa per basso; Di porporina rosa, petit air per voce, Venezia, Barozzi; Faccia un giro per il mondo, aria buffa per basso; Per seguir il giovinetto, romanza per voce; La Preghiera,Canzone composta a foggia di romanza, per voce; Il sogno (ded. a M. Alboni), romanza per voce; Sul mio capo il ferro pende, gran scena e duetto per soprano e basso, Milano, L. Bertuzzi; La tradita (Fatemi una corona di cipresso), ballata per voce; 3 ariette (La fedeltà,Lo sguardo,Il bacio) per voce, op. 36, Milano, Bertuzzi; "Udite,o genti", recitativo e romanza eseguiti in Trieste nell'op. La Muta di Portici di Auber (ded. a G. Pasta), per voce, in Il Trovatore italiano, Milano, s. d., E. e P. Artaria, p. 49, n. 15. Inoltre: 12 solfeggi per vocalizzo di tenore o di soprano e 2 arie mss., Luci amate e Va lusingando. c) Altri lavori teorici Cenni prelim. teorico-pratici sull'uso della pedaliera dell'org. e Appendice di complemento alle Istruz. teor-prat. del mº G. P. Calvi, Milano, Ricordi, s. d.; Nuovo Metodo di canto teor. prat., div. in 3 parti,applicabile allo studio di perfezionamento, ibid., Lucca, s.d.
Bibl.: P. Lichtenthal, Diz. e bibliografia della musica, IV, Milano 1836, p. 367; E. Bernsdorf, Neues Universal-Lex. der Tonkunst, I, Dresden 1856, p. 584; H. Mendel, Musikalisches-Conversations-Lex., II, Berlin 1872, p. 513; C. Pavesi, B. R. Pisaroni, Piacenza 1872, pp. 4, 14; G. Gaspari, Catal. della Bibl. mus. G. B. Martini di Bologna, I, Bologna 1890, p. 299; L. Ambiveri, V. C., in Il Piacentino istruito, LXIX (1892), pp. 38 s.; L. Mensi, Diz. biogr. piacentino, Piacenza 1899, p. 131; A. Maragliano, I teatri di Voghera, Casteggio 1901, p. 20; Piacenza musicale, Piacenza 1940, p. 57; A. Rapetti-C. Censi, Un maestro di mus. piacentino: G. Nicolini, Piacenza 1944, pp. 64, 68, 124; F. Bussi, Panorama music. piacentino, Piacenza 1955, p. 239; F. Mompellio, La cappella del duomo dal 1714 ai primi decenni del Novecento, in Storia di Milano, XVI, Milano 1962, p, 568; F. Stieger, Opern-Lexikon, II, Komponisten, Tutzing 1977, p. 219; F. Bussi, L'Ottocento: i musicisti, in Storia di Piacenza, Piacenza 1980, p. 760; F. J. Fétis, Biogr. univers. des musiciens, II, p. 336; R. Eitner, Quellen-Lex. der Musik u. Musikgelehrten, III, pp. 13 s.; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XV, Suppl., col. 1541.