CIVITALI, Vincenzo
Nacque a Lucca, presumibilmente nell'ultimo terzo del Quattrocento da Bartolomeo, fratello dello scultore Matteo, assieme al quale aveva fondato nel 1477 la prima tipografia di Lucca; fu fratello di Masseo intarsiatore.
Il 2 ott. 1503 il C. ebbe dal Consiglio del trentasei della Republica di Lucca un sussidio di 2 fiorini al mese per la durata di due anni, allo scopo di proseguire i suoi studi per diventare scultore. Il 4 sett. 1506 offrì alla Signoria di Lucca una statua in marmo di S. Pietro, dichiarando nella lettera di accompagnamento (Ridolfi, 1889, p. 245) di avere impiegato un anno per eseguirla. Scrisse inoltre di essere stato pittore, ma di volersi dedicare alla scultura, chiedendo di essere in ciò aiutato: "cum esset pauper, et habeat quatuor filias, et secum cogitaverit quod non posset se substentare mediante eius sudore et ingenio" (Lucca, Bibl. govern., Manoscritti, 1110, c. 547).
Il dono della statua di S. Pietro fu riconosciuto dalla Signoria, che accordò al C. 24 scudi e fece collocare la statua in cima alla scala grande del palazzo pubblico, dove rimase fino all'inizio dell'Ottocento, quando il palazzo fu rimaneggiato da Elisa Baciocchi. Essa passò indi nella collezione di Carlo Frediani, il quale la collocò nel 1842 sul Pilastro di divisione fuori della cappella Trenta nella chiesa lucchese di S. Frediano, dove tuttora si trova. La statua è firmata e datata: "A N D. MDVI. mens Sept et Oct prim opus Vine Civital". Questa è l'unica scultura conosciuta del Civitali. Si tratta di una figura di nobile accademia, condotta con perizia tecnica professionale e con un intaglio secco, che riflette i modi delle ultime opere di Matteo Civitali, quali le statue della cattedrale di Genova. In base a tali caratteri stilistici un'altra scultura è stata recentemente attribuita all'arfista: la lastra marmorea raffigurante in altorilievo un Santo defunto disteso, forse da identificare con s. Flaviano o Flavio, oggi nel Museo nazionale di villa Guinigi a Lucca (Monaco, in Il Museo nazionale..., 1968). Essa proviene dalla chiesa di S. Domenico e si è fatta quindi l'ipotesi che si trovasse in origine nella distrutta chiesa di S. Giorgio, che fu affidata alle suore domenicane nel 1510. La tipologia del santo disteso deriva da un prototipo di Matteo, il rilievo di S. Romano del 1490 nell'omonima chiesa lucchese.
Infine è possibile che il C., che cominciò come pittore secondo la propria dichiarazione nella lettera già citata, sia lo stesso "Maestro Vintenti", cui fu pagato nel 1501 il rifinimento pittorico del tabernacolo del Sacramento nella parrocchia di Lammari presso Lucca (Guidi, 1915).
Sono ignoti luogo e data di morte del Civitali.
Bibl.: T. Trenta, Memorie intorno alla famiglia Civitali, in Mem. e docc. per servire all'istoria del ducato di Lucca, VIII, Lucca 1822, pp. 76 s.; E. Ridolfi, Idiscendenti di Matteo Civitali, in Arch. storico ital., s. 5, IV (1889), pp. 245 s.; E. Guidi, La "Pietà" di Lammari e la "Pietà" di Segromigno, in Arte cristiana, III (1915), pp. 76 s.; A. Zucconi, La basilica di S. Frediano in Lucca, Lucca 1962, p. 25; Il Museo naz. di Villa Guinigi (catal.), Lucca 1968, n. 190, pp. 103 s.; I. Belli Barsali, Guida di Lucca, Lucca 1970, pp. 164, 197, 226; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 28.