BRUSANTINI, Vincenzo
Nacque a Ferrara nei primi decenni del sec. XVI. Assai scarse le notizie biografiche: uomo di lettere, fu amico e corrispondente dell'Aretino, che frequentò anche a Venezia, ma senza apprenderne l'arte ineguagliabile di spillare quattrini ai potenti. Grama e sfortunata fu infatti, a giudicare dal poco che ne riferiscono i biografi, la sua carriera di cortigiano. Fu a Roma a caccia di benefici ecclesiastici, ma non ne ottenne e finì invece in prigione per motivi che restano, come gran parte della sua biografia, ancora oscuri. Riottenne la libertà e vagò per l'Italia alla ricerca di una sistemazione che trovò alla fine nella natia Ferrara alla corte di Ercole II d'Este. Ivi morì verso il 1570.
Nel 1550 aveva stampato a Venezia presso Francesco Marcolini un poema cavalleresco in ottava rima, L'Angelica innamorata, che dedicò al suo protettore Ercole d'Este.
Il B. ambiva così continuare l'Orlandofurioso dell'Ariosto, riannodando alle vicende di Angelica, divisa da Medoro per intervento della maga Alcina, quelle di Ruggero e di Bradamante. A queste ultime il B. dette particolare rilievo per una scoperta intenzione encomiastica: il figlio di Ruggero e Bradamante vi era celebrato infatti come il capostipite della stirpe degli Estensi. Mediocre prodotto di una letteratura di consumo scaduta ormai al suo livello infimo, l'opera ebbe qualche fortuna ed è ricordata ancora nei manuali fra gli ultimi stanchi frutti della voga cavalleresca in Italia. Nel 1553 il Marcolini ne ristampò una seconda edizione "revista per il medesimo autore, et corretta per il diligente academico Pellegrino". Ma la revisione del B. e le cure del Dolce (era lui l'accademico Pellegrino) non valsero a migliorarla granché. Una terza edizione in quattro volumi vide la luce sempre a Venezia nel 1837-1838.Ancora il Marcolini stampò a Venezia nel 1554 la seconda fatica letteraria del B., la versione del Decameròn in ottava rima, dedicata al duca di Parma, Ottavio Farnese: Le cento novelle da messer Vincenzo Brugiantino dette in ottava rima,et tutte hanno la allegoria,con il proverbio a proposito della novella. Alcune sue rime, di schietta intonazione petrarchistica, furono pubblicate dal Pomatelli nella raccolta Rime scelte de' poeti ferraresi..., Ferrara 1813, pp. 113-116.
Fonti e Bibl.: Lettere scritte a P. Aretino, a cura di T. Landoni, II, 2, Bologna 1875, pp. 301 s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 4, Brescia 1763, pp. 2234 ss.; G. Ferrario, Storia ed analisi degli antichi romanzi di cavalleria e dei poemi romanzeschi d'Italia, III, Milano 1828, pp. 163-166; IV, ibid. 1829, p. 133; F. Foffano, Il poema cavalleresco dal XV al XVIII sec., Milano s.d., pp. 132 s.; F. Flamini, Il Cinquecento, Milano s.d., pp. 144 s.