BORELLI, Vincenzo
Patriota, nato a Modena il 27 dicembre 1800, morto ivi il 26 maggio 1831. Discendente di agiata famiglia di commercianti, percorse gli studî legali e fu notaio. Amico di liberali e liberale egli stesso, andò immune dalla reazione ducale seguita ai moti del 1821, della quale invece fu vittima suo fratello Giuseppe, costretto ad esulare. Non ebbe parte nella cospirazione di Ciro Menotti, ma il 6 febbraio 1831, fuggito il duca, chiese la liberazione dei detenuti politici, e stese l'atto legale, dettato da Biagio Nardi, con il quale si dichiarava la decadenza di Francesco IV. La sua limitata partecipazione agli avvenimenti gli fece sperare l'immunità; ma il tribunale militare lo condannò a morte con gli altri rei di aver partecipato all'effimera rivoluzione, che momentaneamente aveva privato il duca del trono. Nel processo assunse piena la responsabilità dei suoi atti e disse di non essere affatto pentito. Mutata la pena agli altri, fu confermata il 21 maggio per i soli Menotti e Borelli, che furono impiccati, primo il Borelli, la mattina del 26. Invano il ciambellano di corte Francesco Guidelli ne aveva chiesto la grazia. Dal patibolo protestò contro l'ingiustizia e invitò il popolo a muoversi in sua difesa. Il suo corpo fu sepolto nel cimitero di S. Cataldo, nella fossa dei giustiziati. Dai più la sua morte fu considerata un assassinio legale.
Bibl.: G. Silingardi, Ciro Menotti e la rivoluzione dell'anno 1831 in Modena, Firenze 1881; G. Sforza, La rivoluzione del 1831 nel ducato di Modena, Roma 1909.