BONIZZI, Vincenzo
Nacque a Parma nella seconda metà del secolo XVI. Le poche notizie che si hanno della sua giovinezza sono quelle da lui stesso tramandateci nella dedica a "Malgarita" Aldobrandini, duchessa di Parma, della sua raccolta Alcune opere di diversi auttori a diverse voci,passaggiate principalmente per la viola bastarda,ma anco per ogni sorta di stromenti (Venezia 1626), in cui egli si dichiara allievo del celebre Orazio Bassani per la viola e di Claudio Merulo per l'organo, probabilmente insieme con C. Angleria, G. B. Conforti e altri musicisti. Nella stessa dedica accenna anche a un suo imprecisato servizio in Ferrara presso i duchi d'Este, notizia, però, non confermata finora da alcuna documentazione. Verso il 1595 fu al servizio della duchessa d'Urbino, Lucrezia d'Este, come si rileva dal frontespizio della sua opera Motecta,ut vulgo dicunt,tum quaternis,quinis,tum senis ac septenis,tum octonis vocibus decantanda. Liber primus, Ferrariae, Victorius Baldinus, 1595, che dedicò a Ranuccio I Farnese, duca di Parma. Il 1º febbr. 1599 fu assunto come musico da Ranuccio I e il 15 ott. 1610 venne eletto organista della chiesa della Madonna della Steccata in Parma, succedendo nell'incarico a don Cristoforo Bono, che forse aveva preso il posto di C. Merulo. Il 25 apr. 1614 abbandonò tale incarico, per riprenderlo il 31 genn. 1619, in occasione della sua nomina a maestro di cappella della Steccata. Nello stesso periodo fu nominato anche organista della cattedrale di Parma, mentre ne era maestro di cappella Guglielmo Dillen, e alla morte di questo, sopraggiunta nel luglio 1627, gli succedette nella carica.
Il B. morì nella città natale il 17 luglio del 1630.
Oltre alla già citata opera, del B. ci è giunto anche un madrigale inserito nelle Lezioni di contrappunto di F. M. Bassani (manoscritto del 1621, autografo, conservato nella Bibl. del conservatorio di Bologna). Notevoli sono inoltre, fra i tanti, gli arrangiamenti per la viola bastarda da lui fatti di un madrigale di Cipriano de Rore, La bella mett'ignuda, e di uno di A. Striggio, dal titolo Invidioso Amor, per la raccolta del 1626. Non si conoscono altre opere del B., ma si presume che per i suoi uffici di organista e di maestro di cappella a Parma egli dovette senza dubbio comporre musiche, oggi perdute. La sua fama, forse, fu dovuta più al suo talento di esecutore che di compositore, ma non può essere trascurata l'importanza dell'ambiente dotto e musicalmente ricco in cui il B. era stato educato. Le poche composizioni pervenute riecheggiano, infatti, anche tenendo conto della sola tessitura musicale, quel nuovo accento che aveva caratterizzato l'arte del Merulo, dalla forma madrigalistica colorata all'uso sciolto e libero degli strumenti, prerogativa della scuola veneta e fondamento del nuovo canto figurato.
Bibl.: N. Pelicelli, Musicisti in Parma nei secc. XV-XVI, in Note d'archivio per la st. musicale, IX (1932), pp. 128 s., 226; G. Gaspari, Catalogo della Bibl. del Liceo musicale di Bologna, I, Bologna 1890, p. 294; E. Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens. Aus den Jahren 1500-1700, II, Berlin 1892, p. 513; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, II, p.113; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 292; La Musica. Enciclopedia storica,Diz., I, Torino 1968, p. 252.