Azzolini, Vincenzo
Finanziere (Napoli 1881-Roma 1967). Laureatosi nel 1904 alla facoltà di giurisprudenza di Napoli, con F.S. Nitti, prese servizio l’anno successivo al ministero del Tesoro. Giunse ai vertici della pubblica amministrazione e fu inviato come delegato del Tesoro a Parigi, presso la Banca Rothschild, dove rimase fino allo scoppio della Prima guerra mondiale, nella quale si arruolò volontario. Ferito gravemente, fu insignito di medaglia d’argento al valor militare. Nel 1927 fu nominato direttore generale del Tesoro. In tale veste contribuì all’attuazione della nuova normativa che richiedeva la creazione di strutture di vigilanza e controllo sull’attività delle banche, che fino ad allora avevano agito in piena libertà come qualsiasi altra impresa. Lavorò anche sulla stabilizzazione della lira, in collaborazione con B. Stringher, che nel 1928 lo propose, ricevendo ampio consenso, come direttore generale della Banca d’Italia, di cui divenne governatore nel 1931. Gestì in quegli anni una realtà economica e finanziaria molto complessa, caratterizzata da profondi mutamenti legislativi e istituzionali. Accusato di tradimento, fu condannato il 14 ottobre 1944 dall’Alta corte di giustizia a 30 anni di reclusione, con l’imputazione di aver consegnato, dopo l’8 settembre 1943, la riserva aurea italiana ai Tedeschi. La Corte di cassazione, il 14 febbraio 1948, annullò la sentenza senza rinvio.