AIMASSO (Aimassi), Vincenzo
Di famiglia popolare astigiana, esercitava il mestiere di macellaio ed aveva, secondo G. A. Ranza, l'età di circa quarant'anni quando si trovò a svolgere una parte importante nella rivoluzione di Asti del 1797. Il 22 luglio di quell'anno, essendosi acutizzato il malcontento popolare per il prezzo del grano, l'A. si mise alla testa della folla nel chiedere provvedimenti annonari, rinnovamento del governo municipale e armamento dei cittadini. Fautore di soluzioni radicali, si fece designare da un'assemblea popolare a far parte della nuova amministrazione presieduta dal conte Gabuti di Bestagno, come membro del Comitato della forza armata, e si schierò con l'avvocato S. Arò contro un editto regio invocante il ritorno alla normalità. Progettò anzi l'arresto dei nobili locali e si adoperò per la proclamazione della Repubblica di Asti, avvenuta il 28 luglio. In conformità al proprio incarico, cercò di procurare armi e vettovaglie per la resistenza e a tale scopo si recò anche a Genova con una deputazione di cittadini; sorpreso lì dalla notizia della restaurazione del potere regio nella sua città, vi si trattenne con gli altri esuli piemontesi simpatizzanti per la Francia.
L'anno successivo lo troviamo tra i capi rivoluzionari raccolti a Carrosio e impegnati nelle azioni di Rocca Grimalda, Pozzuolo e Serravalle. Fatto prigioniero una prima volta nella rotta della Spinetta, e liberato per amnistia da Carlo Emanuele IV, fu nuovamente arrestato a Torino e tenuto in dura prigionia fino all'entrata dei Francesi (dicembre 1798). Fu quindi comandante della Guardia nazionale di Asti, e partecipò alle azioni di Carmagnola e Pinerolo. Di nuovo arrestato a Torino, fu condotto nel castello di Vigevano, ma il 12 nov. 1799 riuscì a fuggire, riparando in Svizzera ed in Francia. Si ha poi notizia di una sua missione in Piemonte nel 1800, che gli costò la cattura dà parte degli Austriaci e quindi la liberazione sulla parola, finché poté ritornare in Italia al seguito della colonna del generale Suchet. Di lui non si conoscono altre notizie.
Bibl.: All'A, dedicò una nota biografica G. A. Ranza, nel Frammento inedito del martirologio de' patrioti piemontesi, pubblicato per la prima volta da G. Sforza, in L'indennità ai giacobini piemontesi perseguitati e danneggiati, 1800- 1802, Torino 1909, pp. 49-51. Cfr. inoltre: C. L. Grandi, La Repubblica di Asti dell'anno 1797, Relazione dei fatti di Asti, Asti 1851, passim; C. Tivaroni, L'italia durante il dominio francese, I, Torino 1889, p. 34; D. Carutti, Storia della Corte di Savoia durante la rivoluzione e l'impero francese, I, Torino 1892, p. 406 ss.; Rivoluzione, repubblica e controrivoluzione di Asti nel 1797. Diario sincrono di Stefano Incisa, con docc. inediti, pubblicati da N. Gabiani, Pinerolo 1903, passim.