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vime

di Mario Medici - Enciclopedia Dantesca (1970)
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vime

Mario Medici

Variante latineggiante di ‛ vimine ', col valore figurato di " legame " in due passi della Commedia. Al plurale e in immagine metaforica, in Pd XXVIII 100 Così veloci seguono i suoi vimi, / per somigliarsi al punto quanto ponno, con riferimento ai primi due ordini angelici dei Serafini e Cherubini che seguono i legami, i vincoli, cioè la forza d'amore, l'ardore affettivo che li uniscono a Dio (punto). Come sottolinea il Contini (in Lett. Scaligera III 1013), " si tratta di un omaggio al Guinizzelli, il cui sonetto ricercatissimo a Guittone, O caro padre meo... fra l'altro si adorna in rima di ‛ debel' vimi ' ".

L'altra occorrenza ancora in Pd XXIX 36 nel mezzo strinse potenza con atto / tal vime, che già mai non si divima.

Il termine concreto che richiama l'idea della robustezza che è propria del ramo del salice e della lavorazione a intreccio a cui è adatto, esprime pienamente nell'uno e nell'altro caso l'intensità, la forza, l'indissolubilità del legame.

Vocabolario
vime
vime (o vimo) s. m. – Variante ant. e latineggiante di vimine, usata, oltre che nel sign. proprio, in quello fig. di «legame, vincolo»: Così veloci seguono i suoi vimi, Per somigliarsi al punto quanto ponno (Dante, alludendo ai primi cerchi...
divimare
divimare v. tr. [der. di vime, col pref. di-1]. – Slegare, sciogliere; verbo coniato da Dante (Par. XXIX, 36) come intr. pron., e in senso fig.: Nel mezzo strinse potenza con atto Tal vime, che già mai non si divima.
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