SØRENSEN, Villy
Narratore e saggista danese, nato a Copenaghen il 13 gennaio 1929. Di formazione filosofica, aperto alla cultura classica come alla produzione letteraria internazionale, dal 1959 al 1963 condirettore, insieme a K. Rifbjerg, della rivista Vindrosen, organo del modernismo in Danimarca, S. è senz'altro la figura più interessante del mondo letterario contemporaneo danese. Già dal felice debutto con Sære historier (1955, "Storie strane") affronta in forma paradossale, tra la fiaba e l'apologo, i problemi centrali dell'umana responsabilità nella difficile scelta tra il bene e il male, con leggera ironia, acutezza psicologica e illimitata fantasia. La ripresa di tematiche kierkegaardiane, di motivi anderseniani e di suggestioni kafkiane, come il frequente affiorare di teorie freudiane e, in modo particolare, junghiane, danno spessore ai singoli racconti pur senza gravare sulla levità della fantasia e sull'estrema godibiltà del gioco stilistico, abilmente mantenuto su diversi piani.
Più accentuato il simbolismo in Ufarlige historier (1955, "Storie non pericolose"), dove la dicotomia e l'assurdità del mondo moderno sono dati di fatto, come l'irreale è un dato di fatto nella fiaba. In Formynderfortaellinger (1964, "Racconti di tutela") sono i rapporti di dipendenza, spesso interiorizzati, a ostacolare il libero sviluppo della personalità. Le ultime opere narrative, seguite a un periodo di esclusivo interesse per la saggistica e da esso influenzate, sono dedicate a rivisitazioni della mitologia nordica (Ragnrök, 1982; trad. it., Il crepuscolo degli dei, 1983) e classica (Den berømte Odysseus, "Il famoso Ulisse", e Apollons Oprør, 1989, "La rivolta di Apollo"). Motivi e temi cari a S. si ritrovano nelle novelle dell'antologia dal titolo kierkegaardiano De mange og de enkelte (1986, "I molti e i singoli") e nei rari tentativi poetici, raccolti in Vejrdage (1980, "I giorni e il tempo"). Importante e impegnata l'opera saggistica, in cui egli s'interroga sui temi dell'esegesi letteraria e filosofica ma anche sui nodi esistenziali e della vita civile. Vale ricordare Digtere og daemoner, Fortolkninger og vurderinger (1959, "Poeti e demoni, Interpretazioni e valutazioni"), comprendente il saggio che ha contribuito a una rinascita dell'interesse per le ballate popolari nordiche; e Hverken-eller. Kritiske betratninger (1961, "Né-né, Considerazioni critiche"), in cui è notevole il saggio su H.C. Andersen. Maggiore interesse per l'etica e per la politica è nelle opere successive: Uden mål og med (1973, "Con e senza scopo"), Oprør fra midten (1978, "Rivolta dal centro"), scritto in collaborazione con N.I. Meyer e K. Helveg Petersen, e Den Gyldne middelvej (1979, "L'aurea via di mezzo"), nelle quali egli espone un'utopia politica che ha suscitato non poche polemiche, ma che sottintende la profonda convinzione della necessità di un nuovo umanesimo.
Numerose le monografie: Nietzsche (1963), Kafkas digtning (1968, "L'opera di Kafka"); Schopenhauer (1969) e Seneca, Humanisten ved Neros hof (1976; trad. it., Seneca, l'umanista alla corte di Nerone, 1988), che rende attuale la figura del filosofo. Allo sviluppo della vita culturale danese hanno contribuito inoltre le numerose traduzioni (M. Broch, Erasmo, Seneca), e la direzione di collane editoriali. Interesse per la sua formazione hanno i diari Tilløb (1988, "Scatto"), e Forløb (1990, "Avanzamento").