VILLIERS de L'ISLE-ADAM, Philippe-Auguste-Mathias, conte di
Scrittore francese, nato il 7 novembre 1838 a Saint-Brieuc (Bretagna), morto il 19 agosto 1889 a Parigi. La passione delle lettere lo conduce alla capitale, dove presto diventa amico di Leconte de Lisle, di altri poeti dell'ora; Baudelaire lo inizia a Poe, lo presenta a Wagner; e insieme con la musica wagneriana, lo esalta la filosofia di Hegel, lo attraggono le scienze occulte. Fastoso, sregolato e bizzarro, orgogliosamente devoto all'antica nobiltà della sua casa, emerge nel mondo letterario degli anni 1860-70, quantunque né le Premières Poésies (1859), né il romanzo filosofico Isis, troncato al primo volume (1862), né la pubblicazione dei drammi Elën (1865), Morgane (1866) lo facciano noto al pubblico, e neppure i primi racconti, Claire Lenoir, L'Intersigne, apparsi tra il 1867 e il 1868. Così non fu compresa La Révolte (rappresentata e stampata nel 1870). Dopo la guerra e la Comune, la sua vita si fa triste, oscura: oppresso dalla miseria, lavora tuttavia ad Axël, di cui la prima parte esce in una rivista (1872), e dà molti racconti; compone (1877-79) l'Éve future, che esce nel 1886, e il dramma Le monde nouveau (pubblicato il 1880, recitato senza fortuna il 1883). Solo i Contes cruels (1883) lo avvicinano al gran pubblico; ora collabora al Figaro (1883-84), ha il conforto di amici come Huysmans, Léon Bloy, Mallarmé, gli editori gli stampano Akédysséril (1886), Tribulat Bonhomet (1887); il Théâtre Libre gli recita la mediocre Évasion, stampata il 1891; nel 1888 escono le Histoires insolites e i Nouveaux contes cruels. È la fama, confermata da un giro di conferenze nel Belgio, non l'agiatezza: malato, finisce all'ospedale, assistito da Huysmans. Escono nel 1890 Axël, cui non ha mai cessato di lavorare, e Chez les passants; nel 1893 Nouveaux contes cruels et Propos d'au-delà; altri inediti si aggiungono più tardi.
L'opposizione idealistica, cattolica, tradizionalistica al positivismo contemporaneo, è il motivo di tutta l'opera, animata da una foga lirica incomposta, da un ardore appassionato, non senza a volte qualche eccesso, qualche studio di mistificazione. Le Premières Poésies non vanno oltre l'imitazione di Musset, Hugo, Gautier, De Vigny; lo scrittore trova la sua forma nella prosa ricca, musicale, nel teatro filosofico e nel racconto ironico o fantastico. Lasciando i drammi giovanili, che pure annunciano tutto il pensiero dell'autore, e alcuni componimenti di una vana sontuosità formale, come il romanzo Akédysséril, i contes, anche se qualche volta toccano l'assurdo, sono più spesso di un'alta bellezza, esprimendo il sogno del perfetto amore, in cui le anime s'incontrano, s'intendono nel mondo dell'idea, o l'orrore che apparenta V. a Poe, o il disgusto sferzante per i laidi aspetti della vita, per la grettezza spirituale impersonata in Tribulat Bonhomet. L'Ève future, un vasto racconto filosofico, sui dati della scienza più moderna, e su felici anticipazioni, afferma l'illusione come unica realtà; nel dramma di Axël, il capolavoro, per cui specialmente i simbolisti salutarono in V. un maestro, i protagonisti rinunciano al mondo dello spirito, tentati dalla realtà, dalla vita, ma nell'amore vincono la tentazione, per il supremo desiderio della morte.
Ediz.: Le Œuvres complętes sono pubbl. a Parigi in voll. 11 (1914-31).
Bibl.: R. du Pontavice de Houssey, V. de l'I.-A. Parigi 1893; E. De Rougemont, V. de l'I.-A., 1910; M. Daireaux, V. d. l'I.-A., 1936.