VILLACO (ted. Villach; A. T., 56-57)
Città della Carinzia (Austria), situata allo sbocco di tre valli (Unterdrau Tal, Gailtal e Val Canale), sul lato occidentale del bacino terziario di Klagenfurt. Attraversata dalla Drava, la cittadina (ab. 22.100 nel 1931) si stende a m. 499 s. m., circondata dalla catena cristallina dei Tauri a nord, da quelle scistoso-paleozoiche delle Alpi Carniche e delle Caravanche a sud, e alle falde orientali dalle dolomitiche Villacher Alpen. Chiusa così all'ingiro da alte montagne, ha un clima fortemente continentale (temperature medie: in gennaio - 2°, in luglio 22°), con piogge prevalentemente estive, che superano i 1200 mm. annui, e con inverni nevosi.
Sul fondo del bacino, che occupa la parte occidentale della conca di Klagenfurt, sulle marne del flysch terziario e sui colli morenici dell'antico ghiacciaio della Drava, si stendono campi di grano, segale e granoturco, mentre nelle zone più basse e umide si hanno ricchi pascoli per bovini e sulla palude dell'antico lago di Villaco, ora prosciugato, si allevano numerosi i cavalli. Ma la ricchezza maggiore è data dalle circostanti foreste di abeti dei versanti settentrionale e orientale delle Caravanche e delle Alpi della Gail, per cui nei dintorni della città si ha una popolazione che raggiunge i 75 ab. per kmq. Questi, mentre sono in massima parte Tedeschi a occidente e nei dintorni della città, a oriente sono Sloveni, sebbene i Tedeschi guadagnino continuamente terreno.
Ma Villaco è importante soprattutto quale nodo delle vie di comunicazione fra l'Austria e l'Italia. Fino da epoca romana, lungo la Val del Ferro e la Val Canale, una strada giungeva da Aquileia a Tarvisio e Villaco per proseguire attraverso i Tauri per la Stiria. Questa via ebbe grande importanza anche nel commercio di Venezia, fra il 1100 e il 1300, e nel sec. XVI a Villaco s'innestò la nuova strada, che per la Pusteria si portava nel Tirolo. Anche oggi Villaco - che fra il 1007 e il 1759 appartenne al vescovato di Bamberga, che poi lo cedette all'Austria - è un importante nodo ferroviario per le linee di Pontebba verso Venezia e l'Italia, di St. Veit verso Vienna, dei Tauri verso Salisburgo, delle Caravanche verso Trieste e Lubiana.
Anche oggi essa è il maggiore mercato per l'Italia, soprattutto del legname della Stiria e della Carinzia, del quale si hanno grandi depositi attorno alla città, ed è frequentatissima dai commercianti italiani, che ivi hanno rappresentanze e segherie, per cui vi è facilmente compresa la lingua italiana.
Tra i suoi monumenti vanno citati la bella parrocchiale gotica e il palazzo comunale di stile rinascimento sulla piazza principale.
A tre km. dalla città esiste una stazione idrominerale con acque oligometalliche termali (29°) usate per bagni, inalazioni e bevanda nella cura del reumatismo, gotta, affezioni cardio-vascolari e nervose, catarri delle vie respiratorie. Oltre allo stabilimento vi sono alcuni alberghi e pensioni.
Bibl.: N. Krebs, Das Klagenfurter Becken, in Geogr. Zeitschr., 1909; C. Ghon, Gesch. der Stadt Villach, Villaco 1901; M. Wutte, Deutsche und Slowenen in Kärnten, in Carinthia, I (1919); G. A. Lukas, Kärnten und Steiermark, in Geogr. Zeitschr., 1921; N. Krebs, Die Ostalpen und das heutige Österreich, 2ª ed., Stoccarda 1928; Die Stadt Villach, Villaco 1931 (a cura del comune); M. Gatternigg, V. und Umgebung, Villaco 1933.