Vedi VILLA dell'anno: 1966 - 1973
VILLA (v. vol. vii, p. 1166-1172)
Nell'ambito delle ricerche recenti, i risultati più significativi sono emersi da indagini sulle v. condotte estensivamente, sia "in orizzontale", per definire i caratteri distributivi in rapporto col territorio naturale e antropizzato, e i caratteri tipologici in una comparazione almeno regionale; sia "in verticale", per seguire diacronicamente gli sviluppi dell'insediamento rustico dalle fasi protostoriche al Medioevo, con particolare riguardo nelle province romane, ai rapporti tra le forme indigene del popolamento sparso e la forma tipicamente romana della villa. Questi indirizzi di ricerca, oltre a collazionare la vasta documentazione fornita dagli scavi sporadici di v., comprendono programmi di rilevazione sistematica su ampia scala territoriale, nei quali la foto aerea riveste un ruolo preliminare insostituibile, consentendo di pianificare razionalmente le esplorazioni sul terreno.
È quanto si è iniziato a fare nella χώρα di Metaponto, tra il Bradano e il Basento, dove si sono scavate alcune fattorie greche, situate entro le maglie della partizione agraria rivelata dalla foto aerea. I risultati sono resi particolarmente interessanti dalla scarsità delle attuali conoscenze sui caratteri distributivi e tipologici degli insediamenti rurali greci: le fattorie seguono l'orientazione della divisione agraria, hanno piante complesse articolate su tre lati di una corte recintata sul quarto lato, comprendono installazioni produttive anche non agricole; il loro primo impianto si data poco dopo la metà del VI sec. a. C., e le ricostruzioni successive rivelano un'evoluzione della tecnica costruttiva (dal mattone crudo al laterizio), ma una sostanziale persistenza planimetrica. Uno studio generale sui caratteri distributivi, economici ed edilizi del popolamento rustico dal IV sec. a. C. è stato dedicato alla penisola di Geraclea nel Chersonneso Taurico. Tra gli scavi isolati, appare tipologicamente rilevante la villa àpula di S. Vito, costruita probabilmente tra le due prime guerre puniche: l'edificio abbina l'atrio di tipo italico a uno o forse due peristili, riferibili all'influsso ellenistico mediato attraverso Taranto, che anticipano precocemente un sistema distributivo interno adottato di frequente nelle v. romane, in Italia, e confermato dagli scavi recenti.
Per quanto riguarda queste ultime, l'area campana e laziale, oggetto di ricerche estensive e di scavi isolati, continua ad essere meglio conosciuta. A S. Rocco e a Posto, nel Casertano, gli scavi di due v. a corte, costruite su piattaforme parzialmente artificiali, hanno fornito dati paradigmatici, verificando nei due edifici, dall'età repubblicana al medio impero, una convincente sincronia negli sviluppi edilizi e funzionali, anche per quanto riguarda l'installazione di nuovi impianti per la produzione olearia intorno alla metà del I sec. d. C. Nell'area vesuviana si segnalano una v. di età flavia a Gragnano, articolata intorno ad un peristilio secondo criteri di nitida ripartizione funzionale, e la v. di S. Sebastiano al Vesuvio, che fornisce indicazioni topografiche e cronologiche non comuni, essendo situata sul versante meno densamente popolato del vulcano, quello nord-occidentale, ed essendo stata rioccupata poco dopo l'eruzione. Nella v. a peristilio di Arcinazzo, nel Lazio, di età traianea, lo schema ortogonale è movimentato plasticamente da lunghe sequenze di nicchie. La v. rustica di Camerelle, presso la colonia di Copia-Thurii (dal I sec. a. C. alla prima metà dei IV sec. d. C.), è articolata attorno a due peristilî e utilizza un interessante sistema di corridoi di disimpegno, che l'hanno fatta confrontare con la v. di S. Paolo Milqi nell'isola di Malta (dalla fine del II sec. a. C. al IX d. C.). Nell'Italia settentrionale, un tentativo di utilizzare per un'indagine estensiva i dati forniti dai molti rinvenimenti occasionali e dai vecchi scavi è stato effettuato per la Romagna, e ha condotto a risultati soprattutto topografici e cronologici (contemporaneità degli edifici rustici con l'insediamento augusteo della classis praetoria a Ravenna), oltre a fornire conferma della diffusione della pianta articolata su due corti interne. Appartiene a questo schema anche la v. di Russi, che però, dopo gli ultiml scavi, appare anche delimitata lungo almeno tre lati da un portico esterno, che non trova confronti in un ambito territoriale ristretto. Due edifici tardoantichi, la v. di Desenzano (fine del III-inizio IV sec. d. C.), scavata da tempo ma pubblicata solo di recente, e il palatium di Palazzo Pignano (probabilmente, dell'inizio del V sec.), forse residenza estiva episcopale, messo in luce solo in parte, completano cronologicamente il quadro delle v. nell'Italia settentrionale. In essi la principale area scoperta interna (ottagonale a Palazzo Pignano, a peristillo subquadrato a Desenzano) perde il ruolo di centro distributivo del complesso per divenire un episodio del percorso assiale, finalizzato al fastoso ambiente mono- o triabsidato che concentra le funzioni di rappresentanza dell'edificio. La presenza di queste due v. in ambito mediolanense sembra indicare anche topograficamente lo stretto rapporto che intercorre tra la formazione della tipologia dei palatia imperiali urbani (Milano, Treviri, Salonicco, Costantinopoli) e le soluzioni architettoniche e distributive esperite nelle v. tardoantiche: il coordinamento planimetrico di complessi con funzioni diverse, la sintassi dell'"architettura di percorso", la traduzione architettonica e decorativa del concetto dominicale.
Nelle province ispaniche manca per ora un esame d'insieme dei molti rinvenimenti. Il grande cortile centrale intorno a cui si distribuiscono, raggruppati secondo un criterio di omogeneità funzionale, gli ambienti della v. è l'elemento caratterizzante nella planimetria di varî edifici, distribuiti in un'ampia escursione di tempo: a Rienda (Saragozza) in una villa presumibilmente tarda; a Santervàs del Burgo, presso Uxama (II-V sec.) dove i vani di rappresentanza, qualificati anche dal perimetro mistilineo, costituiscono un episodio a sé nell'impianto ortogonale del resto dell'edificio; a Matarò, presso Iluro (I-V sec.), in una v. adattata nel IV sec. per ospitare una piccola basilica cristiana. Inoltre, i rinvenimenti recenti stanno conferendo una precisa fisionomia al tipo di v. tardoantica abbinata ad un mausoleo, che adegua la tradizionale funzione del sepolcreto prediale alla sontuosità del complesso residenziale (Sàdaba, presso Saragozza, Centcelles presso Tarragona, oltre al già noto esempio della Dehesa della Cocosa presso Badajòz).
Alla conoscenza dei caratteri distributivi e tipologici delle v. gallo-romane hanno contribuito sensibilmente i programmi di rilevamento aerofotografico attuati in alcune regioni, che dovranno però essere integrati da scavi sistematici, che forniscano ragguagli cronologici e funzionali. La ricerca più completa è stata condotta nella valle della Somme e ha rivelato un elevatissimo addensamento di v. intorno a Samarobriva; gli edifici hanno orientazione costante e presentano un'inattesa omogeneità tipologica, forse riferibile ad uno sviluppo ridotto nel tempo, con prevalenza del tipo a piccoli padiglioni distribuiti ortogonalmente e, in minor misura del tipo di grande v. articolata su due corti, una rustica e una residenziale. Risultati non molto dissimli emergono da una più ridotta indagine aerofotografica condotta nella pianura di Aix-en-Provence, nella Narbonense (la regione è caratterizzata anche da una certa continuità del tessuto agrario preromano), e da un esame complessivo del popolamento rustico della Gallia Belgica (Haut-Sarre), che appare un'area densissima di stabilimenti agricoli fin dall'inizio dell'occupazione romana. Tra gli edifici esplorati isolatamente meritano di essere citati almeno la v. galloromana Montmaurin (Haute-Garonne) in Aquitania e quella di Löffelbach (Steiermark) nel Norico, che documentano la presenza nelle province transalpine del tipo della grande v. tardoantica con lussuosi quartieri residenziali, di rappresentanza e termali che si irradiano in gruppi planimetricamente autonomi, intorno ad un grande peristilio.
La Britannia è attualmente (insieme alla Pannonia, dopo il lavoro della Thomas) la provincia in cui l'insediamento rustico è stato esaminato in modo più organico, grazie allo studio di un gruppo coordinato dal Rivet. Le v. romane in Britannia si affiancano, senza sostituirvisi completamente, agli insediamenti rustici celtici, di cui continuano le linee distributive, ma introducono nuovi criteri di conduzione, che si riflettono in una diversa tipologia architettonica e in uno stretto rapporto di complementarietà con i centri urbani. L'evoluzione tipologica delle v. (cottage house, winged corridor house, courtyard house, aisled house), che non sempre corrisponde ad una sequenza rigorosamente cronologica, è orientata verso una progressiva specializzazione funzionale delle varie parti dell'edificio.
In Africa, alla nota tipologia delle v. a perimetro rigidamente conchiuso rispetto allo spazio esterno, si aggiunge ora, dopo lo scavo della v. della Gara delle Nereidi presso Tagiura in Tripolitania, una migliore conoscenza delle v. costiere a terrazzi, finora scavate solo parzialmente o asistematicamente. La v. di Tagiura (costruita dopo la metà del II sec. d. C.) si articola su due terrazzi raccordati a cerniera da un lungo ambulacro a livello intermedio; la distribuzione dei vani è regolata da attenti accorgimenti panoramici e climatici, che ne fanno un tipo di edificio "regionale", strettamente legato alle condizioni ambientali. Infine, presso Ippona, la v. marittima a due piani detta, probabilmente a ragione "del procuratore", offre un ulteriore esempio dell'adeguamento della tipologia della v. a residenza ufliciale.
(D. Scagliarini)
Le v. marittime di Silin, e fra esse quelle dell'Odèon Marittimo e del Piccolo Circo, appartengono agli edifici residenziali dei dintorni di Leptis Magna. Esse sorgevano sulla costa accanto ad approdi forse destinati all'esercizio di commerci; alle loro spalle si estendevano latifondi attraversati da uidian sul quali si affacciavano le fattorie adibite all'abitazione dei coloni ed allo sfruttamento agricolo. Probabilmente questi complessi, pur restando strettamente collegati con la città madre, costituivano unità economicamente autosufficienti. Le v., in riva al mare, occupavano tutto il fronte dei promontorî su cui sorgevano con piante articolate in lunghezza; la facciata principale, orientata a N, si spalancava alle brezze marine con porticati ed ampie aperture ed è quindi probabile che queste residenze appartenessero ad un periodo di pace e sicurezza. Queste v. sono state studiate sia per poter ammirare dall'interno la bellezza del mare, che per inserire i fabbricati nella natura circostante. Si noti che la piattaforma uniformemente elevata su cui sorge la v. dell'Odèon Marittimo portò ad una facciata simmetrica, mentre l'irregolarità del promontorio su cui è costruita quella del Piccolo Circo condusse alla creazione di un edificio piacevolmente asimmetrico ed adattato ai diversi livelli del terreno.
Le v. di Silin, che hanno gli stessi caratteri architettonici e funzionali presenti nelle contemporanee v. di Zliten, del Nilo e di Tagiura, risultano molto simili agli edifici marittimi rappresentati negli affreschi e nei mosaici, mentre sono completamente diverse da altre v. di ambiente africano, dei Laberü ad Uthina, e da quelle che ammiriamo nei mosaici di Tabarka, le quali, costruite nell'entroterra, presentano piante compatte e chiuse in sé stesse con torri angolari e portici trasformati in logge o peristilî interni. La speciale tipologia delle v. lepticiane di Silin e l'unità di misura in esse impiegata, cioè il cubito punico, mostrano la possibile appartenenza di questi complessi ad un'aristocrazia locale mai completamente romanizzata.
(E. Salza Prina Ricotti)
Nella Bulgaria nel 1964 è stata scoperta una v. romana ricca di ornamenti architettonici e scultorei nonché di preziosi mosaici. Si trova a 4 km a S della città di Ivailovgrad e a 40 km in direzione S-O da Adrianopoli, situata sulla riva del fiume Armira, affluente dell'Arda (l'antico Harpessos).
È stata scavata la maggior parte dell'edificio di abitazione che comprende 1300 m2 con peristilio ed impluvio. Sugli architravi del colonnato sono raffigurate teste di Medusa. Attorno all'impluvio c'era un parapetto di marmo con erme.
La v. è stata costruita in due periodi di tempo. Nel secondo periodo il piano primario della costruzione è stato cambiato ed ampliato con la costruzione dei vani situati ad oriente del peristilio. A quel tempo i quattro muri rivolti verso il peristilio ed i muri di altri quattro vani furono rivestiti di lastre marmoree imitanti un colonnato. I pilastri portano scanellature verticali ed i capitelli sono ornati nel mezzo dell'abaco con teste di Medusa o di satiro, aquile, coppie di delfini, un'ape, rosette. Sulle lastre situate fra i pilastri e i capitelli sono scolpiti altri ornamenti: ramoscelli d'edera, delfini, linee parallele, cerchi, quadrati, rombi, pelte. Le parti del rivestimento di marmo furono trovate rovesciate davanti ai rispettivi muri. Gli zoccoli di marmo sono rimasti in molti casi attaccati alle pareti.
Il pavimento del peristilio e di 7 vani è coperto di mosaico nella maggior parte con figure geometriche, bicolori: bianco ed azzurro. Uno dei mosaici è diviso in 36 campi in cui sono raffigurati Atteone ed Artemide, Arianna, Dioniso, Nike, Eros, ed altri. Nei tre campi centrali sono raffigurati tre personaggi, forse ritratti del proprietario della villa e dei suoi due figli. Il mosaico della sala maggiore ha una superficie di 130 m2 ed è eseguito con tessere bianche e rosse; nel centro è raffigurata un'enorme testa di Medusa. Il pavimento di uno dei vani è ricoperto di opus sectile. Molte delle camere sono fornite di ipocausto.
Vicino all'edificio di abitazione sono disposti gli edifici rustici. La v. fu costruita probabilmente al tempo di Adriano e fu distrutta nelle invasioni gotiche nel 376-378 d. C.
Nella parte meridionale della Iugoslavia, a Višići, presso Čapljina, lungo la strada Narona-Sarajevo, scavi recenti hanno portato completamente alla luce i resti di una ricca v. già segnalata all'inizio del secolo da C. Patsch. La v. si articola in diversi corpi che presentano gli ambienti disposti intorno a cortili; quelli destinati ad abitazione, disposti intorno a uno spazio di forma quadrata (giardino), circondato da peristilio, presentano pavimenti policromi con mosaici a decorazione geometrica databili alla metà del II sec. e resti di pitture parietali; alcuni ambienti riscaldati erano destinati al soggiorno invernale. Un corpo della villa era adibito a fabbrica ceramica; un altro a terme. La v. risale nel suo impianto originario al I sec. d. C., ma presenta ampliamenti e rifacimenti successivi. Fu parzialmente distrutta alla fine del IV secolo.
(Red.)
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(D. Scagliarini - E. Salza Prina Ricotti)