PLŪDONS, Vilis
Poeta lettone, nato il 9 marzo 1874 presso Bauska; dal 1891 al '95 frequentò la scuola normale di Kuldīga, nel 1898-1915 e nel 1919-1933 fu maestro elementare in Riga.
Nella prima raccolta di liriche Akordi (1895) il P. continua la tradizione dei romantici lettoni, ma nei poemi che seguirono e a cui deve la sua fama Atraitnes dēls (1900; Il figlio della vedova); Divas pasaules (1899; Due mondi); Rekviēms (1899; Requiem); Uz saulaino tāli (1911; Orizzonti solatii), riecheggiano le lotte politiche e sociali dei Lettoni, il cui trionfo fu preconizzato dal P. sino dal 1917 nel nuovo inno lettone: "Vogliamo essere padroni nel nostro paese, vogliamo leggi proprie". Le sofferenze patite dal popolo lettone durante la rivoluzione e la guerra mondiale ispirano il No nakts līdz rītam (1906-1919; Dalle tenebre alla luce), dove già la materia tragica è trattata in forma di ballata, forma che il P. perfezionò in Dzīves simfonijas (1913; La sinfonia della vita); Baladas un baladeskas (1922; Ballate e ballatelle) e Zeme un zvaigznes (1928; Terra e stelle). Nel campo della letteratura realistica il P. ha prodotto autentici capolavori per musicalità della lingua, pittoricità dello stile, plasticità della visione e sentimento panteistico della natura: 111 lirikas dziesmas (1918; 111 canzoni liriche), Tāli taki, tuvi tēli (1921; Sentieri lontanì, figure vicine), Mūzas mirkli (1925; Un istante della Musa), Tālie krasti (1934; Lidi lontani).
Ediz.: Opere scelte in 4 volumi, 1922-25, con una introduzione biografica di Teodors.