ASTAF'EV, Viktor Petrovič
Scrittore russo, nato a Ovsjanka (Krasnojarsk) il 1° maggio 1924. Perduti i genitori in tenera età, A. conosce l'orfanotrofio e la guerra (è anche ferito gravemente): tragiche esperienze, queste, il cui ricordo ritorna a più riprese nella sua prosa quale termine di paragone per situazioni di particolare tensione morale, in contrasto con la mollezza corruttrice dei costumi contemporanei (Vojna i sudby, 1975, "Guerra e destini"). Alla fine della guerra lavora come operaio a Perm', dove nel 1951 viene pubblicato il suo primo racconto, Graždanskij čelovek ("Il civile"), cui ne seguono altri, raccolti nel 1953 nell'antologia Do buduščej vesny ("Alla prossima primavera"). Frequentati (1959-61) i corsi superiori dell'Istituto di letteratura a Mosca, A. si afferma definitivamente come scrittore con una serie di romanzi brevi (Starodub, "L'artemisia", e Pereval, "Il valico", entrambi del 1959; Zvezdopad, "Pioggia di stelle", 1960; Kraža, "Il furto", 1966; Gde-to gremit vojna, "C'è dove infuria la guerra", 1967), riuniti in seguito nel ciclo Povesti o moem sovremennike ("Storie di un mio contemporaneo", 1972). Nel 1972 Tvardovskij gli apre le pagine di Novyj Mir.
Il ciclo di racconti, in buona parte autobiografici, Poslednyj poklon (1956-67 "L'ultimo saluto"; ed. in vol., 1978), costituisce una sorta di galleria di tipi e caratteri russi, tra cui spicca la figura della nonna, destinata a ritornare più volte nella prosa di A. sino a divenire un simbolo di quelli che l'autore considera i tratti migliori e più autentici del popolo russo. Il prevalere di una vena autobiografica e la chiarezza con cui in questa prosa narrativa si accampano il punto di vista, l'esperienza di vita e i giudizi dell'autore, la accomunano e sovrappongono in parte all'ampia produzione pubblicistica di A., concentrata anch'essa su temi quali il rispetto per il pane, le preoccupazioni ecologiche, i danni dell'alcolismo. Nel 1971 la pubblicazione di Pastuch i Pastuška ("Pastore e pastorella") suscita reazioni poco benevole da parte della critica, che accusa A. di sostanziale incoltura e cattiva conoscenza della lingua russa: si delinea così un conflitto ancora non risolto che vede A. tra i nemici più violenti della cultura come civilizzazione, della città, con le sue scuole, i suoi intellettuali, i suoi costumi ''moderni'', contrapposta alla campagna quale depositaria di valori positivi in assoluto, e autenticamente russi. La sua prosa, forte e spesso aspra, pervasa di toni profetici che si alternano a liriche descrizioni della natura, è caratterizzata da un largo uso del parlato, di forme dialettali e popolari che riproducono il russo colorito e sgrammaticato delle campagne. Naturale è l'adesione di A. alla corrente cosiddetta ''campagnola'' della prosa russa degli anni Settanta, dove la campagna figura non solamente come patria dello scrittore e dei suoi personaggi, ma come valore: Car-ryba ("Il pesce zar"), costituito come la maggior parte delle opere di A. da una serie di racconti (1972-75; ed. in vol., 1976), nel narrare le annuali visite dello scrittore, accanito pescatore, ai luoghi natii sulle rive dello Enisej, fa della tajga e del grande fiume i simboli dell'eternità e della verità della vita, il cui senso si perde nel fragore cittadino.
Negli anni Ottanta l'attività pubblicistica di A. si intensifica, i temi ecologici si tingono di sfumature e toni ispirati a un nazionalismo sempre più acceso. A questa produzione, dai toni spesso profetici, fanno eco la pubblicazione del romanzo breve Pečalnyj detektiv (1986, "Un giallo doloroso"), in cui, con grande forza espressiva e grande crudezza, A. racconta la squallida vita di una cittadina di provincia attraverso gli occhi di un poliziotto, testimone quotidiano di una violenza e di una brutalità nuove per la narrativa sovietica, e i racconti del ciclo Mesto dejstvija: Svetoprestavlenie, Slepoj morjak, Lovlja peskarej v Gruzii (1986, "Il luogo dell'azione: La fine del mondo", "Il marinaio cieco", "Pesca di chiozzi in Georgia"), in cui la pesca funge da filo conduttore per tristi considerazioni sulla morte delle campagne russe, la corruzione e il degrado dei costumi (con particolare riferimento a Mosca e alla Georgia), e la cui carica polemica non ha mancato di suscitare accese discussioni.
Bibl.: A. Lanšikov, V. Astaf'ev, Mosca 1975; N.N. Janovskij, V. Astaf'ev. Očerk tvorčestva ("Viktor Astaf'ev. Saggio sull'opera"), ivi 1982; A.F. Lapčenko, Čelovek i zemlja v russkoj social'no-filosofskoj proze 70−ch godov ("L'uomo e la terra nella prosa socio-filosofica russa degli anni Settanta"), Leningrado 1985; W. Kasack, Lexicon der russischen Literatur ab 1917, Monaco 1986; N. Ivanova, Ispitanie pravdoj ("La prova della verità"), in Znamja, 1 (1987), pp. 198-220.