Frankl, Viktor Emil
Psichiatra austriaco, nato il 26 marzo 1905 a Vienna, morto ivi il 2 settembre 1997. Si laureò (1930) in medicina, specializzandosi poi in neurologia e psichiatria; meritano menzione alcuni avvenimenti della sua giovinezza, quali il rapporto epistolare con S. Freud (1920-1925), l'adesione (1925) alla Società adleriana di psicologia individuale e l'esclusione da essa due anni dopo, la fondazione (1927) della rivista Der Mensch in Alltag e l'apertura (1927) a Vienna, Zurigo, Praga e in altre città europee di centri di consulenza psicopedagogica per giovani in difficoltà.
L'internamento, in quanto ebreo, nei lager nazisti (1942) e la liberazione sopravvenuta tre anni dopo permisero a F. di comprovare quanto aveva già intuito e analizzato, soprattutto a proposito dei valori e delle possibilità tramite cui l'uomo può cogliere, fino all'ultimo istante, il senso della sua esistenza unica e irripetibile. A partire dal 1946, F. iniziò un'intensa attività sia clinica, come primario della clinica psichiatrica del Policlinico viennese, sia didattica, come docente nell'università di Vienna e, infine, di scrittore.
Nel 1992 fu creato a Vienna un istituto che porta il suo nome, mentre è attiva a Roma, presso l'università salesiana, l'Associazione di logoterapia e analisi esistenziale frankliana (ALÆF).
Triplice è il punto di partenza della visione antropologica della logoterapia di F.: 1) l'uomo è fondamentalmente libero, il che non vuol dire che non sia sottoposto a condizionamenti di carattere biologico, psicologico, sociologico, culturale, religioso, ma che conserva sempre la radicale possibilità di assumere un atteggiamento nei confronti di tali condizionamenti; 2) l'uomo non cerca, come motivazione primaria del suo agire, la soddisfazione del piacere (come nella psicoanalisi di Freud) o quella del potere (come nella psicologia individuale di Adler), ma è guidato da una 'volontà di senso' che si manifesta in una continua tensione tra realtà esistenziale e mondo dei valori; 3) la vita dell'uomo conserva sempre un suo senso, nonostante le limitazioni per età, salute, sofferenze, fallimenti in campo professionale o affettivo. Di conseguenza, agli appelli della vita si risponde non soltanto realizzando i 'valori di creazione' (il lavoro, l'attività, l'impegno politico), o i 'valori di esperienza' (l'amore, la musica, l'arte), quanto piuttosto realizzando i 'valori di atteggiamento' raggiunti in situazioni-limite quali sofferenza, colpa, morte. Concepire l'esistenza come compito, che va individuato e realizzato con piena responsabilità, comporta per F.: 1) accogliere e vivere la dialettica tra l'essere e il dover-essere, tra la quotidianità e il mondo dei valori, tra le realizzazioni concrete e le potenzialità; 2) essere fondamentalmente orientati al di fuori di se stessi (autotrascendenza) e, quindi, superare la tentazione di ricercare l'immediatezza del piacere o l'illusorietà del successo; 3) riuscire a prendere una giusta distanza dalle situazioni di limite e di difficoltà, facendo leva sulla forza di resistenza dello spirito.
Accanto a tre fenomeni di portata tragica per il mondo giovanile (suicidio, aggressività e tossicodipendenza), la logoterapia di F. individua altre forme nevrotiche: la 'nevrosi meccanica', conseguenza del crescente tempo libero occupato con bravate che sfociano in comportamenti devianti; la 'nevrosi della domenica', che si manifesta in comportamenti massificanti e alienanti nelle discoteche, negli stadi, ecc.; la 'nevrosi di disoccupazione', che assale sia i giovani alla ricerca di lavoro, sia gli anziani in pensione, tagliati fuori dai circuiti produttivi.
Alle numerose opere di carattere prettamente scientifico - Ärztliche Seelsorge (1946; trad. it. Logoterapia e analisi esistenziale, 1953), Die Psychotherapie in der Praxis (1947; trad it. Psicoterapia nella pratica medica, 1952), Theorie und Therapie der Neurosen (1956; trad. it. 1962) - F. affiancò un appassionato resoconto sull'esperienza nei lager (Ein Psycholog erlebt das Konzentrationslager, 1946; trad. it. Uno psicologo nei lager, 1967), e numerosi saggi rivolti all'analisi della condizione umana di vuoto e di frustrazione esistenziale: The will to meaning (1969; trad. it. Senso e valori per l'esistenza, 1994); Der Mensch auf der Suche nach Sinn (1972; trad. it. Alla ricerca di un significato della vita, 1974), Das Leiden am sinnlosen Leben (1977; trad. it. 1978).
Di tono prevalentemente autobiografico sono, infine, le opere: Synchronisation in Birkenwald (1948; trad. it. 1995); Homo patiens. Versuch einer Pathodizee (1950; trad. it. Homo patiens. Soffrire con dignità, 1998); Im Anfang war der Sinn (in collaborazione con F. Kreuzer, 1982; trad. it 1995); Was nicht in meinem Büchern steht. Lebenserinnerungen (1995; trad. it. La vita come compito. Appunti autobiografici, 1997).
bibliografia
E. Fizzotti, La logoterapia di Frankl, Milano 1974.
"Chi ha un perché nella vita...". Teoria e pratica della logoterapia, a cura di E. Fizzotti, Roma 1992, 1993².
Giovani, vuoto esistenziale e ricerca di senso. La sfida della logoterapia, a cura di E. Fizzotti, A. Gismondi, Roma 1998.