vigore
Compare solo nel Convivio e nel Purgatorio. In senso proprio v. è la capacità di vivere e di svilupparsi propria dell'organismo animale e vegetale. L'esempio che può maggiormente accostarsi a questo valore si ha in Cv III 3 Le corpora composte... come sono le minere [cioè i minerali], hanno amore a lo luogo dove la loro generazione è ordinata, e in quello... acquistano vigore e potenza. L'uso è solo apparentemente estensivo, in quanto l'affermazione s'inquadra nella dottrina degl'istinti, cui D. ha alluso poco prima (§ 2 ciascuna cosa... ha 'l suo speziale amore) e secondo la quale in tutte le creature, compresi i minerali, è presente la tendenza naturale ad attuare la propria potenza, realizzando così la propria essenza entro l'armonia dell'ordine naturale (cfr. Pd I 103-120).
Un'accezione più vicina a quella corrente, ma in realtà estensiva (" fertilità "), si ha in Pg XXX 120 tanto più maligno e più silvestro / si fa 'l terren col mal seme e non cólto, / quant'elli ha più di buon vigor terrestro.
V. è anche la forza fisica posseduta da un organismo umano sano e robusto: Cv III III 7 tutte le volte che lo gigante [Anteo]... ponea lo suo corpo sopra la terra disteso... forza e vigore interamente de la terra in lui resurgea. In senso figurato è " l'energia " spirituale occorrente a D. per affrontare la faticosa ascesa della sacra montagna, come risulta dall'ammonimento di Virgilio: fatti sicur, ché noi semo a buon punto; / non stringer, ma rallarga ogne vigore (Pg IX 48).
Allorquando, in Pg XVII, espone la dottrina dell'amore inteso come fondamentale forza motrice di ogni attività umana, Virgilio distingue fra l'amore naturale, che non può essere mai origine di errore e quindi di colpa, e l'amore d'animo; questo puote errar per malo obietto [cioè quando è diretto al male], / o per troppo o per poco di vigore (v. 96): si produce la colpa quando la volontà si volge ai beni terreni " smoderatamente ", " con maggior intensità " di quanto non dovrebbe o, viceversa, quando Dio è amato " con minore zelo " del giusto.
Vale " intensità " anche quando è usato a proposito della maggior o minore efficacia illuminante di una sorgente luminosa; se ne ha un esempio, in un contesto metaforico, in Cv IV IX 17 coloro per c[ui] fa questa luce avere vigore, coloro per i quali giova che questa luce, cioè l'enunciazione della definizione di nobiltà, splenda alle loro menti.
In senso anche più astratto indica la " validità " di una dottrina, sia essa quella di Aristotele o quella cristiana, e l'" autorevolezza " indiscussa del potere imperiale: Cv IV XV 9 la cristiana sentenza è di maggiore vigore di quella dei filosofi antichi; IV 7 ogni altro comandamento da quello di costui [dell'imperatore] ‛ prende ' vigore e autoritade; VI 17 è manifesto... che l'autoritade del filosofo sommo [Aristotele] sia piena di tutto vigore; e si noti la stretta connessione stabilita da D. fra il concetto di autorità e il valore di vigore. Altro esempio nello stesso paragrafo.