Vietnam
Geografia umana ed economica
di Alessia Salaris
Stato dell'Asia sud-orientale. La popolazione si è attestata nel 2006 intorno agli 84 milioni di ab. e risiede per poco meno dei tre quarti in aree rurali. Le principali città sono Ho Chi Minh (circa 5.500.000 ab. nel 2006 nell'agglomerazione urbana) e la capitale Hanoi (2.075.000 ab.), seguite da Haiphong e Da Nang, entrambe con una popolazione inferiore al milione di abitanti. Il tasso di natalità si colloca su livelli prossimi al 14‰, la mortalità intorno al 7‰. A partire dal 1986, con l'avvio di riforme finalizzate alla creazione di un'economia di mercato di orientamento socialista il V. ha sperimentato una fase di rapido progresso sociale ed economico. In poco più di un decennio la popolazione sotto la soglia della povertà si è drasticamente ridotta (22% nel 2005); la disoccupazione nelle aree urbane si attesta intorno a poco più del 5%. Restano ancora non del tutto risolti i problemi relativi al rispetto dei diritti umani e delle libertà politiche.
Il Paese si è aperto agli scambi internazionali e dal novembre 2006 è membro della WTO, anche se mantiene un sistema di protezione per alcuni comparti (mezzi di trasporto, tessile e agroalimentare). Gli investimenti esteri sono in forte crescita e, nel 2005, hanno sfiorato i 6 miliardi di dollari. Negli ultimi cinque anni il PIL ha fatto registrare una crescita superiore al 7% annuo; concorrono alla sua formazione, per circa il 22% il settore primario, per il 40% l'industria e per circa il 38% i servizi. Cresce, inoltre, il peso del settore delle imprese private nazionali e di quelle a capitale straniero.
Le principali produzioni agricole includono riso, caffè, pepe e anacardi, mentre nel settore secondario spiccano le attività estrattive (soprattutto greggio), il comparto agroalimentare, quello tessile e quello delle confezioni. Anche il settore delle costruzioni è connotato di recente da forte dinamismo. In espansione, infine, la grande distribuzione, articolata in numerosi centri commerciali, e il turismo (quasi 3,5 milioni i visitatori stranieri nel 2005).
Storia
di Paola Salvatori
Governato dal 1976, anno della riunificazione del Paese, dal Partito comunista (partito unico che deteneva il monopolio della vita politica), il V. si presentava alle soglie del nuovo secolo, il Duemila, ancora caratterizzato da profonde contraddizioni nonché attraversato da spinte riformatrici che non riuscivano a tradursi in un allargamento delle libertà civili. La privatizzazione di alcuni comparti industriali, avviata dal governo a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta del Novecento, aveva migliorato le condizioni economiche del Paese nonché il tenore di vita di quanti erano rimasti coinvolti nel processo di sviluppo, soprattutto gli abitanti dei grandi centri urbani, ma aveva lambito soltanto marginalmente le campagne rimaste arretrate e povere. Si era verificato pertanto un approfondimento degli squilibri sociali e regionali, accompagnato dal manifestarsi di estesi fenomeni di corruzione e dal progressivo irrigidimento della repressione volta a bloccare la richiesta di partecipazione politica da parte del ceto medio di recente formazione e la crescente insofferenza dei contadini.
Nel 2001 il malcontento esplose nelle province degli altipiani centrali che erano abitati da una minoranza etnica, di religione cristiana e dedita all'agricoltura, nota come Montagnard. La protesta della popolazione - che invocava la libertà di culto, l'autonomia locale e il rispetto dei tradizionali diritti esercitati sulla terra, compromessi dalla deforestazione selvaggia attuata per creare estese piantagioni di caffè - venne repressa con le armi dal regime, che non riuscì tuttavia a stroncare l'agitazione. Nel 2004 nuove manifestazioni antigovernative esplosero nella regione e furono nuovamente sedate con il ricorso alla violenza; seguirono arresti e persecuzioni indiscriminate, che peraltro furono denunciate anche dalle organizzazioni internazionali dei diritti umani.
Alla linea intransigente assunta nei confronti dei Montagnard si contrappose, sempre nel corso di questi anni, l'accelerazione nel campo delle riforme economiche attuata dal nuovo segretario del partito Nong Duc Manh, nominato nell'aprile 2001. Espressione dell'ala riformista - critica nei confronti di una gestione oltremodo accentrata e autoritaria del potere - il nuovo leader individuò come obiettivo prioritario dell'azione di governo la lotta sia alla povertà sia alla corruzione e l'introduzione graduale di riforme democratiche rivolte a facilitare l'integrazione del Paese nella comunità internazionale. Furono così varate nuove misure di liberalizzazione del mercato interno e fu dato l'avvio ad alcune inchieste volte a indagare sulla correttezza dell'operato dei funzionari pubblici e degli stessi membri del partito, a seguito delle quali furono allontanati dalle cariche anche esponenti di spicco della nomenclatura. Vennero altresì aumentati gli stanziamenti per l'istruzione e la sanità in linea con gli sforzi già da tempo attuati dalle autorità per migliorare il tenore di vita della popolazione. Nel campo dei diritti civili non si registrarono invece significativi mutamenti: il potere del regime rimase incontrastato e si accentuò anzi il controllo sulle possibili forme di dissenso; nel giugno del 2004 una nuova legge restringeva ancora di più la libertà di culto. Negli anni successivi Nong Duc Manh proseguì la propria battaglia per la moralizzazione della vita pubblica e nell'aprile del 2006 venne riconfermato segretario generale del partito.
Per quanto concerne la politica estera, il Paese cercò di consolidare il processo di integrazione regionale con la stipula di nuovi accordi economici e commerciali. In particolare, migliorarono le relazioni con la Cina e si intensificarono i colloqui per giungere alla definizione delle questioni ancora aperte (come la delimitazione dei confini marittimi e la disputa sull'Arcipelago delle Spratly). Nel novembre del 2005 Pechino concesse al Paese cospicui finanziamenti per la realizzazione di opere pubbliche. Più difficili risultarono le relazioni con la Cambogia, per i problemi relativi al rimpatrio dei Montagnard che dal 2001 vi si erano rifugiati. Un accordo venne infine raggiunto nel gennaio 2005 con la mediazione delle Nazioni Unite. Rimasero stretti i rapporti con la Russia, rinsaldati da nuovi accordi bilaterali sul piano sia militare sia economico, e si intensificarono anche quelli con gli Stati Uniti, nonostante da parte di questi ultimi continuassero a manifestarsi critiche al regime per il mancato rispetto dei diritti civili. Oltre agli accordi economici vennero intavolate trattative con Washington (nov. 2003) sui temi della sicurezza regionale e globale, interpretati da alcuni osservatori internazionali come il tentativo statunitense di controbilanciare l'espansione cinese. Nel novembre del 2004 vennero riaperte le rotte aeree commerciali tra i due Stati (che erano state interrotte a partire dal 1975) e nel giugno del 2005 il primo ministro Phan Van Khai fu primo capo del governo vietnamita a essere ricevuto alla Casa Bianca dalla fine della guerra. Nel maggio del 2006 i due Paesi siglarono degli accordi bilaterali di carattere tanto finanziario quanto commerciale.