Vedi VIENNA dell'anno: 1966 - 1997
VIENNA (Vindobona)
Nel luogo dell'odierna città sorgeva dapprima un piccolo castello posto a fortificazione del più importante centro di Carnuntum (v.); poi fu campo militare romano della Pannonia Superior, ospitò prima la Legione XIII Gemina, poi lungamente la X Gemina, che costruì, intorno al 100 d. C., l'accampamento di pietra. Al tempo di Vespasiano divenne municipium. Nel campo di V. morì nel 18o Marco Aurelio durante la guerra contro i Marcomanni. La città soffrì delle incursioni unne del V sec., ma la vita continuò. Oggi capitale della Repubblica Austriaca.
Il villaggio celtico che aveva dato il nome, era situato fuori delle mura, abbastanza lontano in direzione S-E (nella zona dell'odierno "Rennweg"). In relazione alla minore importanza della colonia, il grado di civiltà dell'abitato e il livello artistico erano più bassi che a Carnuntum e oggetti artistici di età romana degni di nota non sono stati finora trovati. La V. medievale si è sviluppata dall'accampamento romano e non dalla città civile celtica. Ancora oggi, dai singoli aspetti delle strade, possiamo capire qual fosse la linea di demarcazione del castello. Al S essa è segnata dall'odierno Graben e dalla Naglergasse, la cui curva occidentale segna ancora l'angolo delle mura; a N dal cosiddetto Salzgries, a O, dal Tiefe Graben e a E dalla Kramergasse e dalla Rothgasse. Tre porte fortificate da torri interrompevano le mura verso O, S, E; alle porte di O e di S corrispondevano, anche nel Medioevo, porte analoghe. Ne consegue che, per lo meno le mura occidentali e quelle meridionali sono sopravvissute alla tarda antichità e che, al tempo delle invasioni barbariche, l'accampamento nel quale già da tempo non era più stanziata alcuna legione veniva usato come luogo di rifugio per la popolazione civile. Nell'interno gli accampamenti sembra non siano stati riusati perché nella rete delle strade medievali lo schema delle caserme romane non è più distinguibile; perfino le strade principali, come il cardo e il decumanus sono nascosti da edifici e, d'altra parte, su edifici romani si trovano delle grandi piazze libere (così è stato recentemente stabilito per l'Hohen Markt). Solo S. Pietro, una costruzione barocca a cupola del 1702, sembra risalire ad una basilica paleocristiana della tarda antichità, come pure il tratto di muro ancora visibile sembra provare la continuità dell'abitato di V. dall'età romana in poi.
Bibl.: E. Polaschek, Die röm. Vergangenheit Wiens, in Mitt. d. Ver. f. Gesch. d. Stadt Wien, XV, 1935; id., Die Kunst der Römerzeit in Wien, in R. K. Donin, Gesch. d. bild. Kunst in Wien, I, Vienna 1944, p. 91 ss.; K. Oettinger, Das Werden Wiens, Vienna 1951; A. Neumann, Die röm. Ruinen unter dem Hohen Markt, Hist. Museum der Stadt Wien, Museums-führer2, Vienna 1956; id., Ausgrabungen u. Funde im Wiener Stadtgebiet, 1950, pubblicazione del Museo Storico della città di Vienna, fasc. 3, Vienna 1955; id., Pauly-Wissowa, IX A i, 1961, cc. 53-80.
(H. Kenner)
Museo di storia dell'arte (Kunsthistorisches Museum). Collezione archeologica. - La collezione archeologica risale all'antico Gabinetto Numismatico e di oggetti antichi che, con varie trasformazioni del patrimonio artistico degli Asburgo, si era costituito nel sec. XVIII. Nel 1900 il Gabinetto Numismatico divenne autonomo. Il fondo più antico della collezione archeologica è costituito dalle gemme (fino al 1779 nel Tesoro), il cui nucleo risale a Rodolfo II (m. 1612). La creazione di un vero e proprio Gabinetto per gli oggetti antichi avvenne sotto l'imperatore Francesco II (Francesco I d'Austria), a cominciare dal 1798, con la raccolta di sculture e di epigrafi sparse nei palazzi imperiali con l'acquisto di oggetti di epoca romana e barbarica (venuti alla luce nell'antico ambito della regione) e di antiche collezioni private. Le più importanti fra queste collezioni sono: la Collezione Rainer, 1804 (vasi dell'Italia meridionale); la Collezione J. de France (18o8, specialmente bronzi); la Collezione Franz Anton Graf Lamberg (1815, vasi). Le spedizioni scientifiche in Oriente fruttarono sculture e frammenti architettonici da Samotracia (1873) ed Efeso (1896 ss.) e dall'Heròon di Trysa (1882-83). La raccolta del marchese Tommaso Obizzi (m. 1803), messa insieme al Catajo alla fine del sec. XVIII, giunta con una eredità al ramo estense della casa Asburgo-Lorena, (Collezione Estense), fu unita nel 1916 alle raccolte di corte. Nel 1919 queste passarono allo Stato. L'ultimo e più importante incremento avvenne nel 1940 con l'aggiunta del fondo archeologico del Museo Austriaco (Oesterreichisches Museum) con il quale fu specialmente completata la raccolta di vasi antichi. Amministrativamente, la raccolta archeologica appartiene alle raccolte storico-artistiche dello Stato, le quali, fino al 1918, erano patrimonio fide commisso della casa imperiale.
I principali gruppi di oggetti della collezione sono stati collocati insieme alla collezione egiziana al piano rialzato del Museo di Storia dell'Arte inaugurato nel 1891; l'Heròon di Trysa (v.), monumenti del culto di Mithra e la collezione epigrafica, al pianterreno del museo; le sculture di Efeso e parti della Collezione Estense hanno la loro sede provvisoria nella vicina Neue Burg.
Fra le opere principali sono da ricordare: sculture: due frammenti del fregio settentrionale del Partenone, due lastre con frammenti di fregio del tempio dorico presso l'Ilisso, il sarcofago con le Amazzoni di Soli, statue di bronzo di Magdalens-(Helenen-)berg (Carinzia) e di Efeso, statua di Kore, testa di Aristotele, Artemide di Larnaka, testa di Artemide di Tralles, rilievi Grimani, sarcofagi romani. E ancora, di varia provenienza, un mosaico di Teseo da Iuvavum (Salisburgo); sarcofagi di Clazomene; idrie di Cerveteri (Busiride, Efesto), due coppe di Douris, lo skỳphos di Achille, lèkythoi attiche a fondo bianco; terrecotte di Tanagra, Myrina ecc. Patera in argento di Aquileia, trovamenti del santuario dolicheno di Mauer an der Url. Oggetti di età tardoantica e paleocristiana (ritratti da mummie del Fayyūm; ritratti in marmo da Efeso; vetri dorati; dittici d'avorio; argenterie; stoffe copte). Una serie di oggetti preziosi costituenti 16 tesori, tra i quali il tesoro aureo di Petrijanec in Croazia (inizî del sec. IV), il complesso sepolcrale di una principessa dei Vandali, da Czéke in Slovacchia (inizî del sec. IV); il tesoro di Osztropataka in Slovacchia (inizî del sec. IV); il tesoro di Szilàgysomlyò in Romania (circa 400 d. C.); il complesso sepolcrale di una principessa germanica da Untersiebenbrunn, Austria inferiore (sec. V d. C.); il tesoro argenteo di Kuczumare (URSS, prima metà del sec. VII); il tesoro aureo di Nagyszentmiklòs (Romania) della seconda metà del IX sec., particolarmente notevole per la coesistenza di forme risalenti all'antichità con altre barbariche e locali.
Cammei: Tolemei; Gemma Augustea; Aquila; Gemma Claudia ecc. (v. Tav. a colori, voil. ii, p. 294).
Bibl.: A. Lhotsky, Die Geschichte der Sammlungen, in Festschrift des Kunsthistorischen Museums, Vienna 1941-1945, II parte; Sacken-Kenner, Die Sammlungen des Münz- und Antiken-Cabinetes, Vienna 1866; R. v. Schneider, Album auserlesener Gegenstände der Antiken-Sammlung, 1895; F. Eichler, Führer durch die Antikensammlung, Vienna 1926.
Su alcuni complessi: Ausstellung von Fundstücken aus Ephesos im Volksgarten, 1901; Ausstellung von Fundstücken aus Ephesos im Volksgarten, 1901; Austellung von Fnndstücken aus Ephesos im Unteren Belvedere, 1905 ss.; O. Benndorf-G. Niemann, Das Heroon von Gjölbaschi-Trysa, in Jahrbuch Kunsthist. Samm., IX, 1889, pp. 1-138; F. Eichler, Die Reliefs des Heroon von Gjölbaschi-Trysa, Vienna 1950; A. de Laborde, Collection des Vases grecs de Mr. le Comte de Lamberg, Parigi 1813-1824; E. v. Sacken, Die antiken Bronzen des Münz- und Antiken-Cabinets, Vienna 1871; id., Die antiken Skulpturen des Münz- und Antiken-Cabinetes, Vienna 1873; J. Arneth, Gold- und Sibermonumente des Münz- und Antiken-Cabinetes, Vienna 1850; id., Die antiken Cameen des Munz- und Antiken Cabinetes, Vienna 1849; K. Masner, Die Sammlungen antiker Vasen und Terracotten im Osterr. Museum, Vienna 1892; F. Eichler-E. Kris, Die Kameen im Kunsthistorischen Museum, Vienna 1927; R. Noll, Der grosse Dolichenunsfund von Mauer a. d. Url, Vienna 1941; Corpus Vasorum Antiquorum: Wien, Kunsthist. Museum, (1951), 2 (1959); R. Noll, Vom Altertum zum Mittelalter (Spätantiker frühchristliche, völkerwanderungszeitliche und frühmittelalterliche Denkmäle, der Antikensammlung), Vienna 1958; id., Griechische und lateinische Inschriften der Wiener Antikensammlung, Vienna 1962.
(F. Eichler*)