VIDEO VIRALE
Un v. v., viral video in inglese, è un filmato la cui popolarità si diffonde e si moltiplica su Internet grazie alle piattaforme di video sharing, i social network, i blog, le email. Non esiste una regola precisa per cui un video divenga virale. Spesso si tratta di filmati dal contenuto umoristico o divertente, oppure che documentano accidentalmente un evento mediatico di particolare rilevanza e che si trasformano grazie al passaparola in veri e propri tormentoni. La diffusione degli smartphone, dispositivi multimediali in grado anche di girare video, ha accresciuto la mole di filmati sul web 2.0 e la possibilità per gli utenti di condividerli con una platea vastissima.
A differenza del marketing virale, studiato appositamente dall’industria per imporre un qualunque prodotto, il v. v. spesso nasce in modo fortuito e non intenzionale. Come nel caso di Star wars kid, filmato girato nel 2002, il cui protagonista è Ghyslain Raza, all’epoca studente canadese, intento a brandire una mazza da golf come fosse la spada laser usata da Darth Maul, uno dei personaggi della saga cinematografica creata da George Lucas. Nel 2007 Viral factory, agenzia inglese che monitora anche questo tipo di fenomeni in rete, ha valutato che il filmato fosse al primo posto della classifica dei v. v., con 900 milioni di visualizzazioni su YouTube (http://news.bbc.co.uk/2/hi/entertainment/ 6187554.stm). Subito sotto, con 700 milioni di contatti, un altro video ‘casalingo’ intitolato Numa Numa song e pubblicato nel 2004 sul social media Newgrounds.com, che ha come interprete Gary William Brolsma, un ragazzo del New Jersey impegnato a cantare in playback il brano Dragostea din tei (Amore dal paradiso) della band moldava O-zone. Brolsma ha avuto una notorietà invidiabile grazie a quel filmato: nel 2008 ha pubblicato l’album Weird Tempo, ha partecipato come attore a due film (Rude tube, 2008, di Simon George e Between the lines - The rise and fall of Tobias, 2010, di Chris Pierdomenico) ed è diventato un personaggio della serie TV South Park.
A fronte di due filmati virali home made, il vero successo planetario è quello di PSY (nome d’arte di Park Jae-Sang), rapper sudcoreano che con il brano Gangnam style, pubblicato nel luglio del 2012, ha raggiunto nel maggio 2014 i due miliardi di visualizzazioni, in assoluto il video più cliccato su YouTube. Il filmato ha avuto una diffusione così ampia da costringere la piattaforma di Google a effettuare un vero e proprio upgrade del contatore andato in tilt. Parallelamente con il boom di contatti sono nate anche le parodie, altrettanto virali, di Gangnam style.
La moltiplicazione in chiave ironica di un fenomeno del web si definisce Internet meme, o semplicemente meme. Si può trattare di un altro video, che copia l’originale rendendolo paradossale, oppure di un frammento del filmato trasformato in un’immagine GIF (Graphics Interchange Format) animata, o ancora di una frase estratta dal contesto base, storpiata e deformata con intenti comici. L’idea si diffonde così da una persona all’altra senza un particolare motivo proprio come accade con un video virale. Il portale statunitense Know your meme (www.knowyourmeme.com) è un database, costantemente aggiornato da nuovi arrivi, che contiene al suo interno centinaia e centinaia di memi, da quelli storici come i Chuck Norris facts che ridicolizzano le pose e le dichiarazioni dell’attore, fino alle ultime novità. In base ai numeri forniti da Know your meme, il sito netforbeginners ha stilato la classifica di questo particolare fenomeno di Internet negli ultimi 15 anni. In testa alla graduatoria c’è Doge, un cane di razza Shiba in circolazione già dal 2010, ma diventato soggetto virale soprattutto nel 2013. L’immagine del cane trasformata grazie a Photoshop campeggia accanto a politici, star e nelle situazioni più improbabili e assurde. Anche i gatti hanno un grande successo nel bizzarro mondo dei memi: dal Grumpy cat (il gatto brontolone, in realtà una gatta di nome Tardar Sauce che vive in Arizona, vanta milioni di like nella sua pagina ufficiale su Facebook ed è apparsa anche sulla copertina del «Wall Street Journal» nel maggio 2013) fino a i LOLcats, i gatti che fanno ridere, con immagini di felini abbinate a frasi umoristiche. In musica un meme si realizza soprattutto grazie al mash-up, una tecnica che permette di unire due brani preregistrati, sovrapponendoli. Il risultato è spesso molto curioso, talvolta sorprendente, e ha una lunga e vasta tradizione nel mondo dei disc jockeys e dei produttori musicali attraverso il cut and mix («taglio e missaggio di campionamenti»). Esistono decine e decine di recenti esempi di mash-up: i Nirvana ‘miscelati’ con la band delle Destiny’s child nel brano Smells like teen booty, Eminem con i Dexy’s midnight runners in Without Eileen o la canzone Boulevard of broken dreams dei Green day mixata dal dj californiano Party Ben con stralci di composizioni degli Oasis, dei Travis, di Eminem (il quale a sua volta utilizza un sample, un campionamento digitale, di un brano degli Aerosmith). Il progetto è stato intitolato Boulevard of broken songs.
Parallelamente alla diffusione di contenuti virali e che dunque raggiungono milioni di persone, si è sviluppato un altro fenomeno su Internet: il fake. Fake, in italiano «falso, contraffatto», indica un soggetto che maschera la propria identità per i motivi più disparati. Ci sono fakes che si spacciano per qualcun altro, per es. un personaggio famoso, o si propongono come esperti di materie altamente specializzate senza alcun titolo, o inventano un’identità inesistente che impazza sui social network attraverso post altamente improbabili o grotteschi. Nei programmi di file sharing o di download, invece, un fake è un file con un nome posticcio. Per es., il titolo di un film molto richiesto che viene scaricato illegalmente e che in realtà maschera un altro soggetto, spesso a carattere pornografico.
M. Pallera, Create! Progettare idee contagiose(e rendere il mondo migliore), Milano 2012; J. Berger, Contagious.Why things catch on, London-New York 2013 (trad. it. Contagioso. Perché un’idea e un prodotto hanno successo e si diffondono, Milano 2014); D. Caiazzo, A. Febbraio, U. Lisiero, Viral video. Content is king, distribution is queen, Bologna 2013.