Young, Victor
Compositore statunitense, nato a Chicago l'8 agosto 1900 e morto a Palm Springs, California, il 10 novembre 1956. Autore di circa trecento colonne sonore, realizzate nell'arco di venti anni, in gran parte per la Paramount Pictures, fu un prolifico artigiano della musica cinematografica, campo in cui si segnalò come compositore sia del soundtrack vero e proprio, sia e soprattutto delle canzoni. Il suo contributo fu premiato con l'Oscar che arrivò, dopo un considerevole numero di nominations, proprio nell'anno della morte, con la colonna sonora di Around the world in 80 days (1956; Il giro del mondo in 80 giorni) di Michael Anderson.
Figlio d'arte, cresciuto in una famiglia di musicisti, ex bambino prodigio (a sei anni suonava il violino), Y. si diplomò al Conservatorio di Varsavia, diventando rapidamente un quotato violinista: il debutto solistico avvenne proprio nella Filarmonica della capitale polacca. La sua carriera fu però bloccata sul nascere dallo scoppio della Prima guerra mondiale e nel 1920, tornato in America, Y. iniziò a lavorare come componente di orchestre da ballo. Questo apparente declassamento, rispetto ai suoi esordi, si sarebbe tuttavia rivelato provvidenziale. I nuovi 'ambienti' gli consentirono infatti una rapida ascesa nel campo della musica leggera, sia come arrangiatore sia come compositore per la radio e il teatro di rivista. Nel 1935 formò così una sua orchestra, gestendo incarichi manageriali presso diverse case discografiche, e l'anno seguente fece il suo esordio a Hollywood come autore di musiche da film.
La filmografia di Y. è sterminata e inevitabilmente discontinua negli esiti musicali. Probabilmente il western fu il genere a lui più congeniale, anche per il sapiente innesto di canti tradizionali, cadenze folk, ballate popolari, temi militareschi: lo dimostrano le colonne sonore composte per The outlaw (1943; Il mio corpo ti scalderà) diretto da Howard Hughes; per Rio Grande (1950; Rio Bravo) di John Ford, accompagnata da un motivo divenuto celebre, I'll take you home again, Kathleen; per Shane (1953; Il cavaliere della valle solitaria) di George Stevens, dove la musica contribuisce non poco al clima da 'western psicologico'; per Johnny Guitar (1954) di Nicholas Ray, con la struggente melodia della canzone omonima, su parole di Peggy Lee; per Drum beat (1954; Rullo di tamburi) di Delmer Daves; per The tall men (1955; Gli implacabili) di Raoul Walsh.
Su tutt'altro registro, con raffinate venature mitteleuropee, bisogna ricordare la partitura di The emperor waltz (1948; Il valzer dell'imperatore) di Billy Wilder (le cui canzoni, però, non erano di Y.) e quelle di My foolish heart (1949; Questo mio folle cuore) di Mark Robson, con il tenero tema della canzone omonima, su parole di Ned Washington, che fa da motivo conduttore, e di Samson and Delilah (1949; Sansone e Dalila) di Cecil B. DeMille, nel comporre la quale Y. potrebbe aver tenuto a mente l'opera omonima di Saint-Saëns, all'epoca assai popolare, con il suo florilegio di esotismo e decadentismo. Ancora per DeMille Y. scrisse le musiche di Unconquered (1947; Gli invincibili) e di The greatest show on Earth (1952; Il più grande spettacolo del mondo), così come tornò a lavorare con Ford per The quiet man (1952; Un uomo tranquillo) e The Sun shines bright (1953; Il sole splende alto), attingendo nel primo caso a canzoni popolari irlandesi, nel secondo al folklore musicale del profondo Sud degli Stati Uniti. La Spagna della guerra civile descritta in For whom the bell tolls (1943; Per chi suona la campana), diretto da Sam Wood e tratto dal romanzo di E. Hemingway, gli suggerì un commento musicale caratterizzato da un sapiente uso della chitarra; mentre per un classico del genere 'cappa e spada' come Scaramouche (1952) riuscì a ideare una partitura estremamente coloristica e vivace, in perfetta sintonia con la regia mobilissima e quasi danzante di George Sidney.
Nel 1956, anno della sua morte, uscì il melodramma di Douglas Sirk Written on the wind (Come le foglie al vento), di cui Y. aveva composto solo la canzone su parole di Sammy Cahn, mentre l'anno successivo arrivarono nelle sale cinematografiche i suoi commenti musicali a Omar Khayam (Le avventure e gli amori di Omar Khayam) di William Dieterle e a Run of the arrow (La tortura della freccia) di Samuel Fuller: un ulteriore, e questa volta definitivo, contributo di Y. al cinema western.
E. Comuzio, Colonna sonora ‒ Dizionario ragionato dei musicisti cinematografici, Roma 1992, ad vocem; G. Rondolino, Cinema e musica, Torino 1997, p. 82.