VIBURNO (lat. scient. Viburnum, nome virgiliano d'oscura etimologia; fr. viorne; sp. viburno; ted. Schneeball; ingl. viburnum)
Genere della famiglia Caprifoliacee, con più di 100 specie distribuite nelle regioni subtropicali e temperate dell'Estremo Oriente e dell'America, pochissime in Europa e nell'Africa settentrionale. Sono arbusti o alberi con foglie picciolate, spesso astipolate, intere o lobate, infiorescenze corimboso-panicolate, composte; fiori piccoli, talora i periferici sterili e raggianti, ovario con tre logge, di cui un'unica fertile; frutto drupaceo, monospermo.
Le tre specie europee che esistono anche in Italia sono V. tinus L., arbusto mediterraneo con foglie persistenti, V. lantana L. e V. opulus L. con foglie caduche, il primo con fiori omomorfi e foglie dentate, il secondo con i fiori periferici sterili dai lobi corollini vistosamente ingranditi e foglie lobate. Inoltre sono in coltivazione parecchie specie esotiche come il V. lentago L. (America Settentrionale), V. tomentosum Thunb. (Giappone), V. rhitidifolium Hemsl. e V. utile Hemsl. (Cina).
Farmacologia. - Del Viburnum prunifolium s'adopera in farmacia la corteccia dei rami, che viene in commercio in pezzi accartocciati su sé stessi, bruno-rossastri e sforniti di sughero. I preparati galenici di viburno sono pochissimo tossici. La viburnina, principio attivo del viburno, provoca, sul cuore isolato di una rana, diminuzione della frequenza dei battiti e lieve aumento dell'energia sistolica per un'azione prevalentemente muscolare. Nei mammiferi si ha aumento dei battiti cardiaci, mentre la pressione sanguigna lievemente s'innalza. Sull'utero ha effetto antispasmodico per azione non sulle fibre muscolari, ma sugli apparati nervosi che presiedono ai movimenti ritmici (A. Chistoni). La respirazione non viene molto modificata. In terapia l'estratto fluido di viburno associato a quello di Piscidia erythrina, di Hydrastis e di segale cornuta viene usato come sedativo nervino nei casi di aborto, parto prematuro e nei disturbi della menopausa, ma con effetti non molto sicuri. La dose è di 40-50 gocce e anche più nella giornata. La tintura si prescrive alla dose di 20 gocce ogni 2 ore: l'estratto molle alla dose di gr. 0,10-0,20.