VIAREGGIO (A. T., 24-25-26 bis)
Città e porto della Toscana, nella provincia di Lucca, da cui dista 20 km. verso ponente. La città, di moderno sviluppo, è posta sulla costa tirrena allo sbocco del Fosso della Burlamacca, emissario del lago di Massaciuccoli, che le serve di porto canale, a 10 km. a nord dalla foce del Serchio. La popolazione, che nel 1741 - quando furono iniziati i lavori di bonifica della zona - contava appena 300 abitanti, cominciò ad affluirvi e cominciarono a sorgere in conseguenza le costruzioni edilizie. Nel 1820 il nuovo abitato contava già 5000 ab. Viareggio doveva il suo sviluppo e la sua crescente prosperità al traffico marinaresco e alle industrie ad esso collegate, nelle quali i Viareggini mostravano particolari attitudini, mentre le compiute bonifiche dell'agro adiacente ne facevano anche un notevole centro agricolo. Ma ciò che assicurò la fortuna rapidamente crescente di Viareggio fu l'essere divenuta presto una frequentata stazione balneare, dopo che incominciarono a inviarvisi per cura gli scrofolosi e che per opera di Giuseppe Barellai vi fu fondato (1861) il primo ospizio marino onde vi sorsero e vi si moltiplicarono gli stabilimenti balneari. Di questo suo progredire è indice l'accrescimento della popolazione stabile, la quale da 11.166 abitanti, quanti ne annoverava il comune nel 1832, salì a 17.344 nel 1861, a 27.600 nel 1921, a 32.564 nel 1931, di cui 26.000 nel solo centro urbano, ciò che vale ad assegnarle l'8° posto fra i centri urbani della Toscana. Oggi Viareggio si presenta come una bella e ridente città moderna, dalle strade ampie e regolari fiancheggiate da costruzioni decorose e ricche; alberghi grandiosi, ville e palazzi circondati da una folta pineta che quasi ininterrottamente si distende sul litorale. Viareggio non è solo una delle primissime stazioni balneari d'Italia, dove nella stagione estiva accorrono oltre 100.000 bagnanti, ma per la mitezza del clima è anche una stazione invernale cui l'attrezzatura alberghiera e i comodi della vita congiunti con la produttività del suolo e lo spettacolo magnifico delle Apuane che ne formano lo sfondo, costituiscono una particolare attrattiva. Questo sviluppo, che potremo dire occasionale, della città, non ha distrutto il suo primitivo carattere marinaresco: specialmente la marina a vela viareggina partecipa in misura considerevole all'attività marinara del regno. Viareggio è stazione della ferrovia Pisa-Genova e testa di linea di un tronco che la congiunge a Lucca. Una tramvia elettrica la unisce altresì a Forte dei Marmi e a Camaiore.
Storia. - Con molta verosimiglianza si disse "Via regia" dal nome della "Silva Regia" che si estendeva dall'attuale Migliarino fino oltre Motrone, presso Pietrasanta, la strada medievale che da Montravante, oggi Montramito, si spingeva verso la spiaggia attraverso bassure, boscaglie e paludi; e da essa ebbe nome oltre al luogo in generale, anche una torre, poi castrum, di difesa, costruita lungo tale via, presso il ponticello delle Parabole, della quale le prime memorie non vanno oltre il sec. XII. Per lungo tempo Pisa aveva dominato su tutte le coste toscane, ma col 1081 Arrigo IV aveva liberato dal ripatico pisano i Lucchesi, che avendo bisogno di qualche sbocco sul mare, costruirono, d'intesa con Genova, nel 1166 Motrone e poco dopo, appunto, la torre di Viareggio, indicata anche come "Torre del Mare". Distrutto dopo il 1170 e ricostruito, forse più d'una volta (nel 1171 e 1174 il comune di Lucca acquistava dal cattano Truffa di Olandino Mezzolombardo il territorio di Viareggio e di Montramito), nel 1175 il Barbarossa interveniva a troncare il contrasto fra Pisa e Lucca attribuendo Viareggio direttamente all'Impero; ma nel 1221 Federigo II lo concedeva a Pagano Baldovini, cittadino lucchese e messinese. Dovette peraltro esser passato in qualche parte ai Pisani, se il conte Ugolino (1285) lo cedeva ai Lucchesi, che acquistavano anche (1286) residui diritti degli eredi del Baldovini.
Ma l'importanza data allo scalo di Motrone, causa di lunga e varia contesa fra Lucca, Firenze, Genova, Pisa, impedì che Viareggio si sviluppasse; e solo quando Motrone divenne fiorentino (1441), Lucca, adattandosi, rivolse a Viareggio le sue prime cure, favorendo anzitutto iniziative private di bonifica e di risanamento (tale il Consorzio della "Maona", 1463). E quando ogni speranza di riavere Motrone finì per opera di Leone X, acerbo nemico dei Lucchesi (11 ottobre 1513), si intensificò l'opera di risanamento, si provvide, anche per difesa contro i corsari, alla costruzione di un fortilizio (1534), si stabilì in Viareggio la sede di un commissariato (1549) che fu poi trasformato in vicaria (1617). Ma le condizioni climatiche e sanitarie ne impedirono ogni sviluppo, finché il veneziano Bernardino Zendrini intorno al 1740 - Viareggio contava allora poco più di 300 ab. - non iniziò la sua grande e provvida opera di idraulico bonficatore. Cominciò così il progressivo e non mai interrotto sviluppo di Viareggio, interamente dovuto ai Lucchesi, che ne promossero sotto ogni rispetto il fiorire. Caduta la repubblica e costituitosi il principato, i Baciocchi rivolsero di preferenza le loro cure ai Bagni di Lucca, di Viareggio occupandosi principalmente dal punto di vista militare: ciò che non impedì il facile sbarco di lord Bentinck (10 dicembre 1813). Viareggio deve invece il suo sviluppo edilizio e demografico ai Borboni, e particolarmente a Maria Luisa, che concesse il terreno gratuito ed esenzioni fiscali per 25 anni a chiunque si impegnasse a fabbricare in Viareggio, di cui tracciò anche le linee del piano regolatore elevandolo al grado di città (1820).
Bibl.: Fr. Lenci, Viareggio dal 1820 al 1920, Pisa 1920; id., Viareggio e dintorni, Viareggio 1911; R. Arch. di stato di Lucca, Capitoli 8, cc. CC-CCI: E. Repetti, Dizionario, s. v.; S. Pieri, Toponomastica, s. v.; S. Bongi, Note sulle marine lucchesi, Lucca 1865; G. Genovali, Dell'origine di Viareggio, Viareggio 1892; C. Sardi, Viareggio dal 1740 al 1820, Lucca 1899; F. Lenci, Lo sviluppo di Viareggio in relazione ai suoi bagni e al suo clima, Viareggio 1904; E. Paderi, in Atti del Congresso d'idrologia, Pisa 1933; id., e in Comptes Rendus du Congrès int. de géogr., Parigi 1931.