PRENESTINA, VIA
. Era la via che con XXIII miglia di percorso portava a Preneste (Palestrina). Essa usciva dalla porta Esquilina (poi arco di Gallieno) del recinto Serviano insieme con la via Labicana, e subito dopo piegava a sinistra. Quando Aureliano costruì le nuove mura, il bivio con la Labicana fu portato al di fuori della Porta Maggiore e il tratto urbano fu abolito.
Ancora oggi se ne può seguire il percorso per intero, e in molti punti resta anche l'antico selciato in posto, ove non è più adibita al traffico, la prossima via Labicana avendo preso il sopravvento per le comunicazioni con il Lazio sud-orientale. Negli antichi tempi doveva essere indicato con tal nome solo il tratto fra Gabii e Preneste, quello fra Roma e Gabii portando il nome di via Gabina. Quando la città di Gahii fu abbandonata, già alla fine della repubblica, tutta la via si disse Prenestina. Gabii rimase però sempre come la prima stazione segnata dagl'Itinerarî, o meglio come un luogo di cambio di cavalli a causa della breve distanza da Roma (miglio XII). Non sappiamo quando la via fu prolungata fino a ricongiungersi con la Latina alla stazione di Sub-Anagniae (miglio XLVII), odierna osteria della Fontana.
I monumenti più interessanti che la via tocca nel percorso sono i seguenti: la grande Villa dei Gordiani al III miglio con avanzi di ricche terme, di cisterne d' acqua e di un mausoleo rotondo (Tor de' Schiavi), che però non appartenne alla famiglia che dette tre imperatori fra il 238 e il 244; le torri medievali, dette Tor Sapienza e Tor Tre Teste, al V e al VI miglio; il famoso ponte di Nona composto di sette grandi archi di pietra gabina, presso il IX miglio, in ottimo stato di conservazione; il tempio di Giunone Gabina, il più antico tempio che si conservi in piedi nel Lazio; i ruderi dell'acquedotto Gabino, rifatto da Adriano; il ponte del Fico, al XIV miglio, il ponte Amato al XVIII, ad un solo fornice di 14 m. di lunghezza, e infine il pittoresco taglio di Cavamonte a 5 miglia di distanza da Palestrina. Il tratto fra Palestrina e Sub-Anagniae non presenta nulla di interessante e si riconosce solo per i resti di alcuni sepolcri, tra cui notevole uno di forma piramidale fra Cave e Paliano. (V. tavv. LIII e LIV).
Bibl.: G. Cecconi, Storia di Palestrina, Ascoli 1756, p. 12 segg.; A. Nibby, Analisi della carta dei dintorni di Roma, Roma 1849, vol. III, p. 625 esgg.; Th. Ashby, in Papers Brit. School Rome, I, p. 149 segg.