VESUVIANITE
. Minerale denominato dal Vesuvio, dove si trova frequentemente e bene cristallizzato, sinonimo di idocrasia o idocrasio (da εἶδος "figura" e χρᾶσις "mistura", per la relazione che corre tra le forme sue proprie e quelle di altri minerali di abito cristallografico consimile). Silicato complesso di composizione variabile, a cui oggi si assegna la formula Ca10 Al4 (Mg, Fe)2 (OH)4 Si9O36, più rispondente al reticolo che ha le caratteristiche a0 = 15.63, c0 = 11.83 Å, D44b. In esso il Si può essere sostituito in parte dal Ti, l'Al dal Fe‴, il Ca dal Mg, Fe″ o Mn e gli ossidrili da F; nell'idocrasio di Franklin si trova BeO e nella wiluite B2O3. Cristallizza nel sistema tetragonale classe bipiramidale con le costanti a : c = 1 : 0,537541, variabili con la composizione chimica, in cristalli di solito con abito prismatico, talvolta piramidale, per minore sviluppo della base e dei prismi, con la presenza quasi costante delle forme {110}, {m0}, {001}, {111}, mentre le forme {101}, {331}, {210} hanno ancora una frequenza notevole, e un po' minore la {311}. Di solito striati nella zona dei prismi e con angoli un po' variabili. La combinazione della piramide {111} e del prisma {100} somiglia molto al rombododecaedro dei granati. Colore variabile, bruno o verde di toni diversi, talora anche giallo, di rado azzurro (ciprino) o rosso (tulite). In sezione sottile è incolore o anche intensamente colorata, spesso con una disposizione di colore a zone concentriche. Ha rifrazione molto elevata (indici per Na 1.72), doppia rifrazione debole negativa, più forte e positiva in quella di Wilui, presenta anomalie ottiche nei cristalli a struttura zonata, consistenti in colori d'interferenza anomali e figure d'interferenza suddivise in settori a figure biassiche con angoli degli assi e orientazioni del piano degli assi variabili da settore a settore, talvolta perfino con settori a figure uniassiche e altri a figure biassiche. Pleocroismo debole riconoscibile soltanto nelle varietà scure. Lucentezza vitrea fino a grassa o resinosa.
Sfaldatura indistinta, durezza tra 6 e 7, peso specifico 3,35-3,45. È fusibile al cannello; per arroventamento elimina acqua diventando attaccabile dagli acidi.
Minerale tipico dei calcari metamorfici di contatto e di rocce granitiche, si trova anche negli scisti cristallini, di rado in rocce cristalline.
In Italia si hanno bei cristalli nei proietti del Vesuvio, nei blocchi dolomitici del Somma, nei proietti e nelle ceneri vulcaniche dei Monti Albani, Sabatini, ecc.; nel serpentino dell'Alpe della Mussa in Val d'Ala; nei calcari di contatto di Monzoni in Val di Fassa; inoltre in giacimemi metamorfici di magnetite in unione con calcari granulari nel Banato ad Arendal; in spaccature negli scisti cristallini in parecchi luoghi delle Alpi (Zermatt), ecc.; in Scandinavia; negli Urali; nell'Achtaragda, affluente del Wilui nella Siberia Occidentale (donde il nome di wiluite).