• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

vestigio

di Bruno Bernabei - Enciclopedia Dantesca (1970)
  • Condividi

vestigio

Bruno Bernabei

Per la morfologia, accanto al plur. vestigi (solo in Cv IV VII 7), sono da ricordare i plur. vestigie, vestige e vestigge (solo in Pg XXXIII 108, per probabili ragioni di rima), neutri in -e (Parodi, Lingua 235-236, 249).

Nel Convivio, prevalentemente, è assunto secondo valori propri: " tracciato " di una strada, guida nel cammino (IV VII 6 Nevato è sì, che tutto cuopre la neve e rende una figura in ogni parte, sì che d'alcuno sentiero vestigio non si vede), ovvero " orma " di passi d'uomo (VII 7 non li è mestiere se non seguire li vestigi lasciati; cfr. poco prima, nello stesso paragrafo, la forma vestigie, come al § 12; inoltre Pd XXXI 81, in espressione che vale " metter piede ", " scendere ").

Interessante, e pur nella sua esiguità assai vario, l'uso traslato della voce, che trova riscontro quasi esclusivo negli esempi offerti dalla Commedia.

Ai valori generici di " indizio ", " segno " da cui si può scoprire qualcosa, si richiama Pg XXXIII 108 s'affisser, sì come s'affigge / chi va dinanzi a gente per iscorta / se trova novitate o sue vestigge: " tracce di novità " (altri legge, invece, con senso proprio, in sue vestigge; " ma pare lezione più facile... e sembra appropriato alla comparazione il distinguere tra una vera e propria cosa nuova che si pari dinanzi alla scorta, e la parvenza, il sospetto, la possibilità d'un fatto nuovo, come appunto una traccia, un'orma ", Petrocchi, ad l.).

V. è anche l'" impronta " che gli alti ingegni imprimono nel loro operare, o lasciano di sé dopo la morte, per le virtù di cui sono privilegiati: If XXIV 50 sanza la qual [fama] chi sua vita consuma, / cotal vestigio in terra di sé lascia, / qual fummo in aere e in acqua la schiuma; Pg XXVI 106 Tu lasci tal vestigio / ... in me, e tanto chiaro, / che Letè nol può tòrre né far bigio (parole di Guinizzelli a D.); qui, contestualmente, " signum amoris " (Benvenuto; così il Buti e altri).

" Forma " e quindi " modello esemplare ", è il valore del termine in Cv IV XXIV 15 naturalmente vedemo ciascuno figlio più mirare a le vestigie de li paterni piedi che a l'altre, dove l' " esempio " paterno s'impone quale norma operativa per la propria autorevolezza (cfr. Mn I IX 1).

Ai principi che informano la cosmologia dantesca si richiama, infine, Pd V 11 Io veggio ben sì come già resplende / ne l'intelletto tuo l'etterna luce, / che, vista, sola e sempre amore accende; / e s'altra cosa vostro amor seduce, / non è se non di quella alcun vestigio, / mal conosciuto, che quivi traluce: l' ‛ eterna luce ' di Dio, una volta conosciuta, accende per sempre il desiderio dell'uomo; se tuttavia l'uomo si lascia ‛ sedurre ' dai beni terreni, ciò avviene solo perché le creature partecipano della luce divina il cui ‛ raggiare ' è ‛ suggellato ' dalla virtù dei cieli nella materia (cfr. XIII 55 ss.); è la somiglianza fra il mondo archetipo e la parvenza di quello visibile, che di esso s'impronta, dunque, a trarre in inganno l'anima sensibile, facendole apparire valori intrinseci in ciò che è solo " pallida orma " (Porena) della perfezione (per tale concetto, cfr. Cv IV XII 14 ss., Mn I VIII 2, Pg XVI 85-96).

Vocabolario
vestìgio
vestigio vestìgio s. m. [dal lat. vestigium, di origine sconosciuta, come il verbo affine vestigare «seguire le tracce» (da cui investigare)] (pl. i vestigi o le vestigia, e ant. le vestigie o vestige). – 1. Segno lasciato sul terreno dal...
vestigia
vestigia /ve'stidʒa/ s. f. pl. [lat. vestigia, plur. di vestigium "traccia"], lett 1. Tracce, impronte, ciò che richiama alla mente un passato ormai perduto: le v. di un'antica cultura; Di vaga fera le v. sparse Cercai per poggi solitarii...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali