DOMNO (o Donno), vescovo di Antiochia
Passata la gioventù in un monastero (laura) di Palestina, sotto la guida di S. Eutimio, si recò ad Antiochia a ricondurre all'ortodossia suo zio Giovanni, vescovo di quella città, che credeva infetto di nestorianismo. Morto Giovanni, gli successe nella sede (441), ritenendola fino allo pseudo concilio di Efeso (449) ove cedette in tutto alle esigenze di Dioscoro (v.); ciò che tutavia non lo salvò dalla deposizione.
Più celebre che la persona di D. è il suo processo, svoltosi nel 451 durante il concilio di Calcedonia (v.). Massimo era succeduto a D. nella sede antiochena, senza che quest'ultimo vi avesse rinunziato; ma essendo invalidi i decreti dello pseudo-concilio efesino, che avevano deposto D., Antiochia si trovò ad avere due vescovi. In una seduta del concilio di Calcedonia la causa di D. venne decisa in modo che Massimo, riconosciuto vescovo di Antiochia, avrebbe pagato una pensione annua a Domno, e quest'ultimo accettò la decisione ritornando al suo monastero.
Bibl.: Il processo di D. è la sola parte degli atti del sinodo di cui s'abbia una recente edizione critica di E. Schwartz, Aus den Akten des Concils von Chalkedon, in Abhdl. der bayer. Ak. d. Wiss- Phil. Histor. Kl., XXXII, 2, Monaco 1925.