FESCENNINI, VERSI
Carmi campestri e satirici degli antichi Latini, la cui origine, convessa con usi rustici, è illustrata in un famoso passo di Orazio. "Gli antichi agricoltori del Lazio, dopo aver riposto il grano, davano ristoro, nei giorni di festa, al corpo e anche all'animo che aveva sostenuto le fatiche con la speranza di vederne il termine. Insieme con i compagni di lavoro, i figli e le mogli fedeli, essi solevano placare Tellure con un porco, Silvano con latte, il Genio che sa la brevità della vita con fiori e vino. L'usanza produsse la licenza fescennina (fescennina licentia) ch'ebbe sfogo in rustici sarcasmi a versi alternati. La libertà del fescennino, sinché si limitò a scherzi piacevoli, fu ben accolta nelle ricorrenze annuali. Ma gli scherzi divenuti crudeli cominciarono poi a trascendere in rabbiosi attacchi personali, penetrando truculenti e impuniti in case oneste..." (Epistole, II, 1, 139 segg.). L'ipercritica filologica volle che codesto passo fosse ricalcato sulle teorie greche circa l'origine della commedia, mentre tutto induce a pensare che l'italum acetum (Hor., Sat., I, 7, 32) si esprimesse primitivamente nel riso sfrenato e nei rozzi versi a cui, secondo Virgilio (Georg., II, 385), si abbandonavano gli antichi coloni con il viso coperto da maschere orrende di corteccia incavata. Si aggiunga che Livio, in un luogo (III, 2, 4) indipendente da Orazio e dalle sue fonti, parla di carmi fescennini che, in unione a danza e canto, costituivano il dramma primitivo. Come nelle feste rusticane, così i fescennini ebbero adito nelle cerimonie nuziali che hanno esse pure carattere drammatico. E in queste furono relegati da ultimo innestandosi sull'epitalamio elaborato secondo i modelli greci. Lo attesta Catullo nell'Epitalamio a Manlio (v. 126 seg.: Ne diu taceat procax Fescennina iocatio). Claudiano, oltre a un epitalamio per le nozze di Onorio e Maria, compose pure per la medesima occasione quattro fescennini polimetrici. Ausonio nel Centone nuziale, invocando la libertà del fescennino, scopre, senza scomporsi, i più intimi segreti di alcova. Il poeta Anniano, fiorito sotto Adriano, scrisse fescennini nuziali. Ai fescennini che entravano minacciosi nelle case oneste appartengono quelli di Ottaviano contro Asinio Pollione. I grammatici antichi derivavano i fescennini o da fascinum sinonimo di phallos, o dalla facoltà attribuita al fescennino di scacciare il "fascino", o dalla città di Fescennio dove sarebbe nato. Quest'ultima sembra l'etimologia più probabile, anche perché dello stesso tipo dell'etimologia di atellana (v.).
Bibl.: I fescennini sono quasi sempre connessi con la "satira drammatica". Cfr., oltre alle maggiori storie della letteratura latina, M. Lenchantin, Appunti sull'ellenismo nella poesia latina, in Memorie dell'Accademia di Torino, 1911-12, p. 332 segg.