VEROLI (Verulae)
Centro ernico posto a controllo dell'antichissima via collinare che univa Praeneste alla Campania etruschizzata, toccando Anagni, Alatri, Sora, Atina e scendendo lungo il bacino del Volturno. Scarsamente ricordata dalla letteratura antica, V. viene menzionata per la prima volta nel 306 a.C., allorché insieme a Ferentino e Alatri non rispose all'appello della Lega Ernica di schierarsi contro Roma (Liv., I, 42, II).
In cambio della fedeltà dimostrata, riuscì a conservare fino al 90 a.C. la propria indipendenza e il suo ordinamento giuridico. Se sono scarse le testimonianze monumentali pervenuteci, a causa delle continue trasformazioni dell'abitato da mettere in relazione sia con eventi bellici sia con ripetuti e disastrosi terremoti, è tuttavia notevole il circuito in opera poligonale che caratterizza il versante N-S del lungo e sinuoso sperone roccioso distaccatosi dal Monte Castellone. Le mura, addossate quasi sempre a un terrapieno, sono costruite con blocchi assai rozzi disposti secondo la I maniera; non mancano però restauri successivi in opera quadrata. Nel versante occidentale della collina la difesa è sovente affidata alla roccia che, in alcuni punti, scende a strapiombo sulla sottostante valle con un salto di c.a 50 m. Nelle mura si aprono cunicoli architravati, alcuni dei quali hanno la soglia scavata nel banco di roccia. Nessuna apertura originaria si è perpetuata fino ai nostri giorni. Si deve tuttavia pensare all'esistenza di almeno due porte: una sul lato S e l'altra sul lato O. La loro ubicazione è ricalcata dalle attuali Porta S. Martino e Porta Romana. Nel I sec. a.C. il perimetro murario subì un notevole restringimento sul lato NO, come dimostrano i tratti in opera reticolata visibili nel Vicolo Casalunga, sotto l'oratorio di S. Onofrio, e in Via Vittorio Emanuele II. Tale variazione è stata datata subito dopo l'elevazione di V. a municipium e messa in relazione con le lotte tra Siila e Mario, particolarmente aspre in queste zone. Interessante è l'area antistante la cattedrale; negli scantinati del Municipio e del Palazzo Mazzoli si trovano i resti di un imponente terrazzamento in opera poligonale sul quale probabilmente s'impiantò un tempio. Connesso con questa terrazza è un lungo ambiente in opera incerta databile al II sec. a.C., suddiviso in più vani e nel quale si è voluto vedere ora una cisterna ora una favissa del tempio, o la trasformazione della favissa in cisterna. Materiale votivo tornò alla luce nel XVII sec. nei pressi della chiesa di Santa Salome mentre dalla Via Gracilia a Ν della cattedrale, il corredo, parzialmente recuperato, di una tomba ha restituito ceramica falisca sovradipinta.
In età giulio-claudia la città non fu estranea a quel rinnovamento edilizio tipico dell'Italia centrale, come dimostra il frammento dei Fasti Verulani relativo ai mesi di gennaio-marzo, riutilizzato come supporto di un titulus paleocristiano databile al 405 d.C. Esso fu rinvenuto in un'area cimiteriale, parzialmente esplorata, lungo Via Vittorio Emanuele II, dalla quale provengono due lucerne con i classici simboli cristiani, una brocchetta decorata con una palmetta stilizzata e il monogramma cristologico, e varî oggetti metallici, tutti compresi tra il V e il VI sec. d.C. La precoce penetrazione del cristianesimo nella città è comprovata anche da un'epigrafe dedicata a un presbitero (CIL, X, 5799), rinvenuta nella cripta della cattedrale, databile al V sec. d.C. per la contemporanea presenza della croce all'inizio del testo e per il ricordo dell'indizione.
Il territorio risulta poco indagato. Un insediamento del Bronzo Antico è stato recentemente individuato in località San Leonardo su un lungo sperone roccioso posto immediatamente a E dell'abitato di V. e a diretto controllo della sottostante piana frusinate. Mai vennero meno i rapporti economico-commerciali con la retrostante montagna ernica come, d'altra parte, suggerisce il ritrovamento in località Forca Fiura (m 1.010 s.l.m.) di un tesoretto monetale databile agli inizî del II sec. a.C. e, nell'ambito del quale, si segnala una moneta punica. Nelle zone collinari interessate da una capillare centuriazione non mancano le villae rusticae con terrazzamenti in opera poligonale (località Brecceto e Ierate). I monumenti funerarî sembrano ridursi a due soli tipi: quelli con fregi dorici (località Virano e Fontana Versa in comune di Strangolagalli) e i cinerari con i caratteristici coperchi a pigna (Strangolagalli).
I materiali archeologici provenienti dal centro urbano di V. e dal suo territorio sono conservati nella Biblioteca Giovardiana. Oltre ai già citati oggetti votivi e ai reperti paleocristiani meritano particolare attenzione alcuni frammenti scultorei fra cui una raffigurazione di Serapide di età romana. Un piccolo gruppo di iscrizioni latine murate all'ingresso della Biblioteca e nel suo interno provengono da Roma (CIL, VI, 21049; 23070; 24637; 25304; 25477; 26512 e 31859; NSc, 1922, p. 255) testimoniando, così, il fenomeno delle epigrafi viaggianti e del commercio antiquario tra Roma e questo settore periferico del Lazio meridionale.
Bibl.: V. Caperna, Storia di Verolì, Veroli 1907; G. Mancini, Scoperta di una base di monumento onorario equestre e di avanzi di antico edificio monumentale al Corso Vittorio Emanuele, in NSc, 1922, pp. 252-256; C. Scaccia Scarafoni, Scoperte di una lastra di marmo contenente parte dei 'Fasti Verulani', ibid., 1923, pp. 194-206; V. Quattro Ciocchi, Gli Ernici ed il loro territorio, Veroli 1928; S. L. Cesano, Ripostiglio di monete enee della Repubblica romana, in NSc, 1931, pp. 542-546; M. Cagiano De Azevedo, Una replica inedita del Serapide briassideo, in Le Arti, IV, 1941-1942, pp. 341-342; G. Radke, in RE, Vili A2, 1958, cc. 1688-1689, S·v. Verulae; G. Lugli, Un'antica costruzione sotto la piazza del Duomo a Veroli, in Studi Romani, X, 1962, pp. 50-53; S. Panciera, Miscellanea storico-epigrafica II, in Epigraphica, XXIV, 1962, pp. 88-98; P. Sommella, in The Princeton Encyclopedia of Classical Sites, Princeton 1976, p. 971, s.v. Verulae·, L. Pani Ermini, R. Giordani, Note di topografia religiosa della Ciociaria in età paleocristiana e altomedievale: una messa a punto, in II paleocristiano in Ciociaria. Atti del Convegno, Fiuggi 1977, Roma 1978, pp. 81-85; G. M. De Rossi, Lazio meridionale, Roma 1980, pp. 263-267; M. Rizzello, I santuari della Media Valle del Liri, IV-Isec. a.C., Sora 1980, pp. 58-73; F. Coarelli, Lazio (Guide Archeologiche Laterza, 5), Roma-Bari 1982, pp. 201-203; E. M. Beranger, Viaggio attraverso i Musei e le raccolte private della Provincia di Prosinone, in La Provincia di Fresinone, II, 1984, nn. 3-4, pp. XX-XXIII; A. M. Ramieri, La Ciociaria tra tardo antico e alto medioevo: la diocesi di Anagni, Ferentino, Alatri e Veroli, in Scritti in onore di F. Caraffa, Roma 1986, pp. 96-104; AA.VV., Structures agraires en Italie centro-méridionale. Cadastres et paysages ruraux, Roma 1987, pp. 119-123; P. Fortini, Testimonianze di età arcaica ed ellenistica da Veroli, in Archeologia Laziale X (QuadAEI, 19), Roma 1990, pp. 253-256; M. Rizzello, Insediamento del bronzo antico sul Monte San Leonardo ( Veroli), in Latium, VII, 1990, pp. 5-29; A. Luttazzi, Materiali tardoanti- chi ed altomedievali conservati nella Biblioteca Giovardiana di Veroli ( Frosinone), in AMediev, XIX, 1992, pp. 767-787; P. Fortini, Insediamenti protostorici e presenze etruschenella Media Valle del Liri, in corso di stampa.