VERNET
. Casata di pittori francesi. Claude-Joseph, nato ad Avignone l'11 agosto 1714, morto a Parigi il 3 dicembre 1789. Figlio del pittore Antoine, allievo a Aix del pittore J. Viali, partì nel 1734 per l'Italia e vi si trattenne più di 17 anni. A Roma fu iniziato alla pittura di marine da Bernardino Fergioni prima, dal lionese Adrien Manglard poi; ma disegnava anche nelle gallerie e dipingeva vedute della città (Castel S. Angelo, Ponte Rotto, Louvre 1745). Iniziò a Roma nel 1735 i suoi Livres de Raison, prezioso documento biografico. Di ritorno in Francia nel 1751, si fermò un anno a Marsiglia, il suo porto prediletto: ed è di quel tempo il celebre Naufragio (Louvre, 1753). Tornato a Parigi, ricevette da Luigi XV l'ordinazione di riprodurre i principali porti del regno: Marsiglia, Tolone, Antibes, Bordeaux (Louvre), ecc. Fu un eccellente pittore di marine; per la delicatezza del tocco, per l'abilità nel rendere la fluidità delle acque, le mezzetinte grigie dei terreni e la trasparenza del cielo.
Suo figlio Carle (Antoine-Charles-Horace) nacque a Bordeaux il 14 agosto 1758, morì a Parigi il 27 novembre 1836. Allievo del Lépicié, venne in Italia, ma vi si trattenne solo sette mesi; e ne trasse ispirazione per il suo saggio di recezione all'Accademia: Il trionfo di Paolo Emilio (1789). Abbandonati i soggetti storici, egli si consacrò alla rappresentazione dei costumi della sua epoca: campi di corse, jockey e cavalli, scene di caccia (Caccia al cervo, 1827, Louvre), cani battitori, mondanità elegante, Incroyables e Merveilleuses, piccole scene di genere. S'ispirò specialmente ai bollettini militari della repubblica e dell'impero, accompagnò Bonaparte in Italia ove disegnò dal vero delle battaglie. Con Marengo (Salon, 1804), riuscito un grande avvenimento pittorico, e Rivoli inaugurò la serie dei battaglisti dal Gros al Détaille. A soggetti simili sono dedicati i suoi disegni, acquerelli e litografie dal 1817 in poi. Fu anche litografo.
Horace, suo figlio, nacque a Parigi il 30 giugno 1789, vi morì il 17 gennaio 1863. Allievo del padre, sin dal 1814 conobbe l'atmosfera propria alle battaglie alla Barrière de Clichy (1820, Louvre). Cominciò a esporre nel 1817, fu nominato nel 1827 direttore dell'Académie de France a Roma. Tornato in patria divenne il pittore di moda, dotato di eccezionale fecondità; trattò di rado soggetti classici; preferì le scene militari.
Nel 1833 andò in Algeria, e preso anch'egli dal nuovo "orientalismo" si spinse nel 1837 in Egitto e in Palestina. Illustrò anche la guerra russo-turca dopo il suo viaggio a Pietroburgo (1842): Presa di Malakoff (Versailles 1855). Ma fu soprattutto attratto dalla conquista algerina, soggetto della decorazione del Museo di Versailles commessagli da Luigi Filippo: Presa di Costantina (1838), Presa di Smalah (1845), Battaglia di Isly (1846). Spezzata la tradizione classica, la sua arte rapida e fredda illustrÒ l'attualità e l'esotismo. Anch'egli praticò la litografia.
Bibl.: A. Durande, Joseph, Carle et Horace V. Correspondance et biographie, Parigi 1863; M. Beulé, Éloge de M. Horace V., ivi 1863; A. Dayot, Les V. Joseph, Carle, Horace, ivi 1898; id., Horace V., in La nouvelle revue, 1898; P. Colin, Collection de Rosen. Catalogue analytique de l'oeuvre de Carle V., Bruxelles 1923; F. Ingersoll-Smouse, Joseph V., peintre de marine (1714-1789), I e II, Parigi 1926; Ch. Blanc, Une famille d'artistes. Les trois V., Joseph, Carle, Horace, Parigi s. a.; F. de Bona, Une famille de peintres, Horace V. et ses ancêtres, Lilla s. a.