vermiglio
Solo nella Commedia e nel Fiore, sempre come aggettivo (meno che in un caso). Indica la tonalità di color rosso acceso della sostanza che si estrae dalla cocciniglia (cfr. il latino vermiculus); secondo una tradizione risalente ai provenzali, specie in accordo con il bianco, era considerato il colore della bellezza femminile e dell'amore (cfr. Mare amoroso 98-100; Guinizzelli Veduto ho la lucente stella diana 6; Io voglio del ver 6; Cino Giusto dolore 14; ecc.).
È riferito al colore dei fiori: Matelda volsesi in su i vermigli e in su i gialli / fioretti verso me (Pg XXVIII 55; cfr. anche XXIX 148).
A proposito dell'incarnato umano, il vocabolo compare solo nel Fiore, in espressioni negative o di significato negativo, per indicare che il soggetto è reso pallido dalla sofferenza d'amore: IX 14 a cu' e' [Amore] dà di piglio, / egli 'l tiene in tormento e malenanza, / sì che su' viso non è mai vermiglio; e così in XLVII 14, con ripresa in XLVIII 2.
In due esempi appartenenti al D. canonico, l'uso è suggerito dall'accezione ora considerata, ma il vocabolo si arricchisce di allusioni più complesse. Per indicare l'ora della sua sosta sulla spiaggia dell'isoletta del Purgatorio, nell'ambito di un'ampia perifrasi astronomica, D. precisa che le bianche e le vermiglie guance, / là dov'i' era, de la bella Aurora / per troppa etate divenivan rance (Pg II 7); la perifrasi indica che la parte del cielo dalla quale sta per spuntare il sole è già passata dal bianco dell'alba al rosso dell'aurora, e poi al giallo dorato. Il grifone le membra d'oro avea quant'era uccello, / e bianche l'altre, di vermiglio miste (XXIX 114); come rettamente interpreta Benvenuto, nel grifone, che è figura del Cristo, le parti in cui è uccello sono d'oro " quantum ad divinitatem ", le rimanenti bianche, " quantum ad carnem humanam puram " e di v. miste (qui il vocabolo è sostantivo) " quia sanguine rubricata in... passione ".
Sono frequenti i riferimenti al colore del sangue. Secondo la leggenda Piramo, uccidendosi, macchiò con il suo sangue le bacche del gelso (cfr. Ovid. Met. IV 126-127); al mito si allude in Pg XXVII 39 allor che 'l gelso diventò vermiglio. Il Flegetonte, riviera di sangue bollente entro cui sono immersi i violenti contro il prossimo, è formato di bollor vermiglio (If XII 101); la canna della gola di Pier da Medicina, forata e sanguinolenta, era di fuor d'ogne parte vermiglia (XXVIII 69).
Antica insegna araldica del comune di Firenze era un giglio bianco in campo rosso; dopo la guerra di Pistoia del 1251, i guelfi mutarono la disposizione dei colori e " si feciono per contrario il campo bianco e 'l giglio rosso " (G. Villani VI 43). A queste vicende si allude in Pd XVI 154 'l giglio / non era... / per division fatto vermiglio, non senza un implicito accenno al versamento di sangue cittadino nelle lotte di parte.
Il v. è anche il colore di alcuni aspetti della realtà infernale, talora con intenti emblematici. Sulla riva dell'Acheronte, il terremoto che squassa la terra si accompagna a un lampo di luce vermiglia (If III 134); Cerbero li occhi ha vermigli (VI 16), e gli antichi commentatori vedevano in questo particolare il simbolo della brama irosa; le fortificazioni poste sulle mura della città di Dite sono vermiglie come se di foco uscite / fossero (VIII 72); vermiglia (XXXIV 39) è la mediana fra le tre facce di Lucifero (secondo l'interpretazione prevalente, essa è simbolo dell'odio, e questo sentimento ha lo stesso colore dell'amore, essendo, secondo la dottrina esposta in Pg XVII 91-102, amore volto al male).