VERMANDOIS (A. T., 32-33-34)
Antica regione della Francia settentrionale, limitata a N. dal Cambresis, a E. dalla Thiérache e dal Laonnese, a S. dal Noyonnais, a O. dal Santerre e dall'Amiénois, divisa attualmente fra i dipartimenti della Somme dell'Aisne e dell'Oise. Ha in comune l'origine del nome (v. appresso) con Vermand (1064 ab. nel 1931) già capoluogo di circondario nel dipartimento dell'Aisne. Il territorio, esteso circa 864 kmq., è un altipiano discretamente ondulato ed elevato non oltre i 100 m., costituito nelle vaste pianure da creta tenerissima e permeabile coperta di fertile limo, e sulle colline da argilla silicea prodotta dalla decalcificazione della creta. Su queste alture, sebbene prive delle sorgenti di acqua che si aprono invece ai loro piedi, sono raggruppate le popolazioni in grossi villaggi dalle tipiche abitazioni piccarde circondate di alberi di pioppo.
L'economia della regione poggia principalmente sull'agricoltura e sull'industria tessile, di cui centro importante è San Quintino (v.). Le pianure, solcate dall'Oise e dall'Aisne (bacini della Senna e della Somme), sono intensamente coltivate a barbabietola da zucchero, a lino, a cereali, con prevalenza di frumento che dà elevatissimi rendimenti.
Il Vermandois è una regione di facili comunicazioni e costituisce il corridoio di passaggio tra il bacino parigino e la pianura fiamminga. È attraversato dal canale navigabile di San Quintino e dalle ferrovie Parigi-Lilla, Reims-Abbéville e da altre secondarie.
Storia. - Abitata, all'epoca gallica, dai Veromandui, che le hanno dato il nome, fece parte della Belgica Secunda, ed ebbe allora come capitale Augusta Veromanduorum (San Quintino). Vermand parve riprendere un po' di vita sotto i primi re franchi, ma passò in seguito alle dipendenze della collegiale di San Quintino. Nel periodo di smembramento che segui la morte di Carlo il Grosso, vi si insediò una dinastia comitale riallacciantesi alla famiglia carolingia (attraverso Bernardo d'Italia, bastardo di Pipino, figlio di Carlomagno), la quale ebbe parte importante nelle lotte tra Robertiani e Carolingi. Erberto II, specialmente, presunto successore alla corona di Francia, lottò via via contro Carlo il Semplice, Roberto I, Raoul I. Insediò, con frode, suo figlio, ancora fanciullo, sul seggio arcivescovile di Reims. Nel 1077, in seguito al matrimonio di Uberto IV con Adele di Valois, il Valois fu unito al Vermandois. Alla fine del sec. XII il matrimonio della contessa Isabella con Filippo d'Alsazia, conte di Fiandra, fece temere la formazione di un grande stato feudale a nord di quello reale. Ma quando nel 1183 Isabella morì, sua sorella ottenne il Valois, mentre Filippo-Augusto reclamava per sé il Vermandois. L'accordo di Aumale del 7 novembre 1185, ratificato il 10 marzo 1186 a Gisors, assicurò a Eleonora il possesso del Valois vita natural durante (ella morì il 14 giugno 1214), e il re di Francia poté, in seguito, unire ai suoi beni il Vermandois, mediante il risarcimento di un diritto ecclesiastico alla chiesa di Noyon, da cui esso dipendeva.
Una parte del Vermandois, e cioè Péronne, fu unita in seguito al trattato d'Arras (1192), un'altra parte nel giugno 1213, e cioè San Quintino, Chauny, Ribemont. Il Vermandois perdette poi la sua fisionomia storica: fece parte della provincia della Piccardia e della generalità di Amiens. Nel sec. XVII un figlio naturale di Luigi XIV e di M.elle de La Vallière portò il nome di conte di Vermandois (1667-1683, legittimato nel 1689).
Bibl.: Colliette, Mémoires pour servir à l'histoire du Vermandois, voll. 3, 1771; Fouquier-Cholet, Histoire des comtes du Vermandois, 1783; Moreri, Dictionnaire, X, Parigi 1759; Art de vérifier les dates, II, 1784; H. Waquet, Le bailliage de Vermandois, Bibliothèque de l'École des Hautes Études, n. 213, Parigi 1919; Borrelli de Serres, La reunion des provinces septentrionales à la couronne par Philippe-Auguste (Amiénois, Artois, Vermandois), Parigi 1899.