VERANDA
Termine che significa galleria o colonnata coperta. In India si chiama varanda il portico architravato e aperto che cinge le costruzioni. Verso la fine del sec. XV questo termine è stato introdotto nei paesi mediterranei per indicare le gallerie o logge di costruzione leggiera, che circondano le abitazioni dei paesi tropicali o le parti maggiormente battute dal sole dei mediterranei. Queste verande, che possono essere anche non coperte, si chiudono con tendaggi o stuoie.
Nei paesi dell'Europa centrale e settentrionale si chiama veranda una specie di loggia o verone, aggettante dalle murature perimetrali di un edificio, chiuso da tre lati con vetrate e che serve per custodire piante e fiori da serra durante la stagione rigida, per godere una maggiore e migliore visuale verso l'esterno oppure per aumentare la superficie naturale illuminante negli ambienti. Le verande con questo scopo hanno trovato larga applicazione nei paesi anglosassoni, poveri di luce e di calore, dove l'esasperazione di questo principio ha portato ai bow-windows sovrapposti. Attualmente le verande trovano la loro massima e razionale applicazione negli edifici per l'elioterapia e le cure all'aria libera come nei sanatorî, negli ospizî per cronici in genere, negli stabilimenti balneari, sportivi e turistici e infine nelle abitazioni signorili.
Intorno alle pagode, alle regge e alle costruzioni di qualche importanza dell'Estremo Oriente sono le prime verande a noi note. L'elemento esterno portante ha quasi sempre pianta quadrata o poligonale, l'architrave ha mensole di appoggio intermedio sui pilastri e il tetto è a carpenteria vista con falda molto sporgente. Tutto è di legno in mille maniere intagliato, lavorato e dìpinto. Esempî: Tempio del Cielo, Palazzo estivo dell'imperatore Ch'ien Lung e tomba dell'imperatore Yung-lo a Pechino; tempio dí Confucio a Wan-hsien (Sze-ch'wan); Palazzo Chên hai lou a Canton; santuario di Nikkó in Giappone, ecc. Le verande del tempio di Confucio a Chi-fu (Shan-tung), esempio straordinario, hanno colonne di pietra scolpite in rilievo invece dei pilastri lignei.
A parte queste verande di edifici monumentali, i Giapponesi hanno introdotto da secoli nelle loro abitazioni il concetto della veranda intesa in senso modernissimo. Si tratta di ambienti di soggiorno completamente aperti su ampî e luminosi veroni di legno orientati verso l'esposizione e il paesaggio migliore e chiuse con vetrate e tendaggi.
Nell'Arabia, nell'Anatolia e in tutta l'Africa settentrionale s'incontrano invece verande più semplici, localizzate in alcune parti delle costruzioni e aventi lo scopo di riparare gli ambienti maggiormente battuti dal sole. Queste verande possono essere anche non coperte e si chiudono con tendaggi o stuoie come in tanti esempî di Medina, Beirut, Cairo, Tunisi, Algeri, Fez, ecc.
I paesi e le regioni di cui sopra ci offrono anche tipi di verande, sporgenti dagli ambienti dei piani superiori al terreno, a motivo grigliato e con sportelli di legno, di origine prettamente araba e che prendono il nome di mashrabiyyah. Sono portate da mensole di ferro, legno o pietra, e sono sempre isolate. In alcune strette e tortuose strade d) Baghdād, Smirne, Damasco, Cairo, Siviglia, ecc., sono frequentissimi le masharabiyyah. A Rosetta, a Suakin, a Malta, ecc., i grigliati sono sostituiti con tendaggi. Nel patio della Casa del Greco a Toledo e in alcuni palazzi del Cairo si notano anche verande lignee in serie, sporgenti al primo piano, con archi a ferro di cavallo e chiudibili con tendaggi.
Nell'architettura inglese dei Tudor si presentano per la prima volta e in quella degli Stuart si generalizzano i bow-windows, dei quali si è già fatto cenno. Il primo esempio s'incontra nel collegio di St John di Oxford. Quivi la veranda è sostenuta da mensole e ha l'aspetto caratteristico del gotico inglese in ritardo dei Tudor. In questo esempio e nei successivi queste verande si presentano sempre isolate e semplici mentre durante il Seicento incominciano a ripetersi e a sovrapponi nelle facciate di uno stesso palazzo.
Nelle piccole costruzioni di campagna del Settecento inglese s'incontrano verande in legno e vetro aggettanti, al piano rialzato sotto le parti a sbalzo del primo piano e al primo piano a sbalzo dalle pareti già aggettanti.
Questo motivo viene attualmente largamente usato nelle case a schiera dell'Inghilterra, della Germania, dell'Olanda, ecc., quali quelle dell'arch. Rheinländer di Amburgo, così come il tipo secentesco si usa e abusa in tutte le costruzioni a carattere intensivo e semintensivo moderno di tutti i paesi, compresi quelli dell'Italia Settentrionale. La forma aggettante è svariatissima: circolare, rettangolare, poligonale, ecc.; in questi ultimi anni si sta tentando di ridurre queste verande a motivi triangolari a dente di sega che rispondono meglio alla funzione.
Alcune caratteristiche case tedesche dei secoli XV e XVI del Brunswick, del Hannover, ecc., hanno i piani superiori con ossatura lignea lavorata e a sbalzo, e formati da un insieme di verande chiuse con vetri. Questo tipo unitamente alla corrente inglese ha influenzato tutte le regioni nordiche povere di sole e di luce come le Giebelhäuser di Anversa, la casa Bouschute di Bruges, e tanti altri esempî di Altona, Danzica. Amsterdam, ecc.
A questi motivi si sono allacciati molti autori nordici moderni i quali, per necessità di luce e di sole, o nella ricerca di forme reclamistiche, hanno offerto in questi ultimi anni intere costruzioni con piani a sbalzo e pareti di vetro su ossatura e intelaiatura di acciaio. Così E. Mendelsohn in alcune sedi di case commerciali di Breslavia e di Chemnitz, il Decré in un magazzino di vendita a Nantes, il Kramer ad Amsterdam, e altri ancora.
Negli orti botanici e negl'impianti per floricoltura s'incontrano altre verande con funzioni di serra. Con la tendenza moderna di voler palesare all'esterno la funzione di un edificio, l'arch. Capponi nel palazzo per la Scuola di botanica della Citià universitaria di Roma, ha cercato di esprimere nel motivo esterno il concetto delle verande sperimentali disposte tanto orizzontalmente quanto verticalmente. Altro riflesso moderno di queste verande sono i giardini pensili sulle terrazze. Si tratta di serre da fiori ricavate sulle terrazze delle abitazioni signorili come nella Villa Mühlstein di Praga, nei Dachgarten di Berlino, ecc., oppure ricavate su terrazze di opifici per la ricreazione del personale, come negli stabilimenti Algodonera in Argentina.
Verso la fine del secolo XIX si sono affermate le verande di ferro e vetro negli studî per pitture e fotografia. Hanno pareti e parziale copertura di vetro: dapprima a due piani come nello studio del pittore Lord Leigton a Kensington (Londra) costruito nel 1870 e più tardi con verande arcuate come nello studio del pittore Leroux di Parigi del 1890. A cavaliere del'900 questo tipo si è andato generalizzando e sovrapponendo, tanto che si hanno a Londra e specialmente a Parigi interi isolati per studî, con verande arcuate, sovrapposte e arretrantisi, per assicurare a ogni studio un uguale settore di luminosità.
Il movimento medico di profilassi antitubercolare ha dato precisi indirizzi per combattere la tubercolosi a base di cure al sole, all'aria libera e in zone elevate. Sorsero così e si affermarono i primi sanatorî d'alta montagna con ampie verande di cura.
Le verande dei primi sanatorî costituivano anche parete esterna della eorsia ed erano apribili mediante scomparti girevoli a bilico verticale. Prima della guerra mondiale si è sentita la necessità di dividere le verande di cura dalle corsie di degenza. Si sono pertanto sistemate le verande davanti alle corsie le cui pareti, sulla veranda, vengono realizzate tendenzialmente tutte a vetri. I letti sono disposti in modo che con semplici movimenti possano essere trainati dalla corsia alla veranda e viceversa. Con questa disposizione si è dovuto subito ricorrere ai tendaggi esterni della veranda e alla loro possibilità di manovra per riparare gli ammalati durante le ore di cura al sole. Nei sanatorî costruiti o in corso di esecuzione a cura dell'Istituto nazionale fascista di previdenza sociale: Sondalo (Sondrio), Trento, Camaldoli (Napoli), Siracusa, Perugia, Venezia, Sacca Sessola, Cremona, Vialba (Milano), Cuneo, Istituto sanatoriale Carlo Forlanini (Roma), le verande sono generalmente esposte a S.S.E. Le verande sono comuni per tutte le corsie di un piano con la possibilità di creare tanti scomparti separati quante sono le corsie facendo scorrere, a comando elettrico, le vetrate prospicienti la veranda di una corsia trasversalmente alla veranda stessa delimitando così gli scomparti. Le verande sono protette sul davanti con tendaggi avvolgibili di legno.
In Francia, in Germania, in Inghilterra, ecc., parallelamente a questo tipo di carattere popolare, sono stati costruiti sanatorî signorili nei quali a ogni degente si tende a dare una stanza con veranda separata. In Francia, per es., gli architetti Pol Abraham e Henry Le Meme hanno realizzato una serie di sanatorî con verande e camere isolate a sistemi costruttivi degradanti, di schietta, audace e interessante struttura architettonica e di assoluta modernità (sanatorio "Roc-de-Fiz" a Passy, Alta Savoia, di Guébriant, di Martel de Janville e di Praz-Contant). L'architetto Aubert nel sanatorio di Clermont del 1935 imposta le stanze di degenza sghembe rispetto alla veranda in maniera da ottenere la migliore esposizione a impostazione di massa diversamente obbligata e a creare nel contempo angoli appartati per ogni camera sulla veranda. Alcuni sanatorî della Germania, della Polonia e dell'Inghilterra hanno trasformato anche la corsia in veranda chiusa con vetri creando vicino e a parte la veranda collettiva aperta.
Al sistema di queste doppie verande si ricollegano quelle di alcuni edifici scolastici di prevenzione come nelle scuole di Amsterdam e in generale in tutte le scuole all'aperto.
Le verande hanno trovato anche una sistematica applicazione negli stabilimenti moderni per cure al sole, come il Solarium di Venezia, dell'arch. D. Torres, il Solarium dell'Istituto di patologia medica Granelli di Milano dell'architetto E. Griffini.
Altro genere di verande quelle degli edifici per villeggiatura e ricreazione al mare e ai monti. Si ricordano inoltre le verande dei luoghi di cura con acque minerali (Bad Ischl, Baden Baden, Wiesbaden, ecc.), e infine le panoramiche come quella sul Reno a Colonia dell'arch. Riphahn del 1924.