VENI CREATOR SPIRITUS
. Inno che fa parte della liturgia della Pentecoste ed è in uso anche in tutte le orazioni, sia ufficiali e sia private, rivolte allo Spirito Santo.
Il Veni Creator non è di Sant'Ambrogio, sebbene il santo vi sia imitato; nemmeno è di S. Gregorio Magno, come s'è anche detto, non avendosene prova alcuna. I più antichi manoscritti che se ne conoscono non sono anteriori al sec. X, e perciò la sua data non può essere anteriore alla seconda metà o alla fine del sec. IX. Non può, dunque, ritenersene autore, come anche s'è detto già dal 1200, Carlomagno. Più probabile è la paternità di Rabano Mauro (morto nell'856), ma non si può stabilire con certezza. Il Wilmart, che per ultimo ha studiato il problema, lo ritiene "opera d'un poeta sconosciuto che fioriva sul tramonto del secolo nono", e, quindi, della rinascenza carolingia. Il Veni Creator, nella liturgia latina oggi in uso, ha subito alcune modificazioni metriche, come altri inni, e non riproduce la tradizione manoscritta.
La musica tradizionale di questo inno appartiene a quel tipo di canto, che i teorici del gregoriano chiamano concentus e, come avviene nella poesia strofica cristiana, è uguale per tutte le strofe. La melodia è del quarto tono autentico, e siccome abbraccia l'ambitus di una sesta, è di modo imperfetto. La sua andatura ha un carattere solenne, ma ardente, come dimostra la linea ascendente delle prime tre frasi; mentre la quarta frase conclude con una reverente discesa verso la nota tonale. Vi è aggiunta una breve frase per l'Amen.
Bibl.: A. Wilmart, Aueurs spirituels et textes dévots du Moyen Âge latin, Parigi 1932.