LORENZO, Veneziano
Pittore. Le sue opere datate vanno dal 1336 al 1373 e sono tutte ancone d'altare in molti riquadri, su legno, a fondo d'oro, quasi tutte frammentarie. Meno vigoroso e significativo di maestro Paolo (1333-1358) dal quale deriva, ma più aggraziato e raffinato, L. conduce tecnicamente alla perfezione la devota pittura di ancone, che gareggia per finitezza e splendore con gli smalti della pala d'oro. Alla maniera bizantina L. unisce eleganze gotiche con qualche reminiscenza senese. Come avvenne dell'ancona di S. Giacomo a Bologna, della quale Brera possiede la parte centrale con l'Incoronazione della Vergine, il prevalere della maniera bizantina fa oggi attribuire a maestro Paolo opere che già si ritenevano di Lorenzo. L'opera più complessa (diciassette tavole) che abbiamo di lui è alle Gallerie di Venezia, già fatta fare nel 1356 per la chiesa di S. Antonio abate di Castello dal nobile Domenico Lion che vi è ritratto. Integra è l'ancona Protto, a figure più piccole, del duomo di Vicenza, eseguita da L., secondo l'epigrafe, nel 1366. Altre tavole sue si ricordano al museo di Padova e ancora alle Gallerie di Venezia. La grazia e lo splendore di L. si godono più che mai nella tavoletta dello Sposalizio mistico di S. Caterina (Venezia, Gallerie, n. 650), datata 1359, nella Consegna delle chiavi a S. Pietro, del museo Correr, del 1369, e nell'opera sua forse più bella, la graziosissima Vergine in trono (1373) del Louvre.
V. tav. CXXVI.
Bibl.: L. Venturi, Le origini della pittura veneziana, Venezia 1907, pp. 23-29; L. Testi, Storia della pittura veneziana, I, Bergamo 1909, pp. 208-32; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929 (con bibl.). Inoltre: A. Venturi, Frammento di L. V., in Boll. del Museo civico di Padova, n. s., I (1925), pp. 5-10; E. Sandberg Vavalà, Maestro Paolo Veneziano, in The Burl. Mag., LVII (1930), pp. 160-83; id., A triptychon by L. V., in Art in America, XVIII (1930), pp. 54-63; id., La ricostruzione di un polittico, in L'Arte, n. s., III (1932), pp. 400-403; G. Fiocco, Le primizie di Maestro Paolo, in Dedalo, XI (1930-31), pp. 877-94; L. Coletti, L. V., ecc., in Pantheon, IX (1932), pp. 47-50.