Veneto
Geografia umana ed economica
La popolazione del V. è arrivata nel 2005 a 4.738.313 abitanti. Dopo il sensibile aumento del decennio 1971-1981 (+4,5%), dovuto all'andamento positivo sia del saldo naturale sia di quello migratorio, essa ha conosciuto nel decennio successivo una sostanziale stagnazione, dovuta a un saldo naturale negativo e a uno migratorio ancora positivo ma in calo. Nel periodo intercensuale 1991-2001 la popolazione veneta è tornata a crescere (+2,5%) grazie a un saldo naturale lievemente negativo (−0,4‰), ma largamente compensato da quello migratorio (3,7‰; rientro dall'estero degli emigrati e riduzione delle partenze, causati dal difficile momento attraversato dal mercato internazionale del lavoro, e primo rilevante flusso di immigrazione extracomunitaria). Nel corso del quinquennio 2001-2005 l'aumento della popolazione è stato ancora più consistente (+5,5%): a un saldo naturale che è ritornato positivo, anche se su valori modesti, se ne è infatti sommato uno migratorio molto alto, dovuto prevalentemente al forte aumento dell'immigrazione extracomunitaria. Il V. risulta essere una delle regioni italiane con la quota più elevata di popolazione straniera (anche calcolando solo quella ufficialmente registrata, la percentuale rispetto alla popolazione residente era nel 2004 il 6,1%, contro il 4,1% della media italiana); è soprattutto quella con il maggior numero di minorenni stranieri (l'8,7% della popolazione residente), un dato che conferma la stabilità e il radicamento nel territorio degli immigrati. Differente tuttavia l'incidenza della componente straniera rispetto alle sette province. Quelle della sezione centrale del V., Vicenza, Treviso e Verona, ne raccoglievano nel 2004 il 65,9%. In conseguenza del suo incremento demografico, la sezione ha visto modificarsi le proprie strutture insediative: si è infatti venuta creando una complessa area metropolitana, in cui era ospitato nel 2005 il 54% della popolazione complessiva della regione. Negli altri comuni veneti, soprattutto quelli montani e quelli della bassa Pianura Padana, dove sopravvive ancora un'economia tradizionale di tipo agricolo, la popolazione è in regresso, fatta eccezione per le zone a forte vocazione turistica. A esclusione di Belluno e Rovigo, anche i grandi capoluoghi come Venezia, Verona, Vicenza, Padova e Treviso stanno subendo un significativo processo di spopolamento, cui si contrappone un vivace incremento demografico delle cinture urbane, sviluppatesi, nel periodo 1971-2005, a un tasso medio annuo superiore all'1%.
Condizioni economiche
Il V. è una delle regioni di maggiore rilevanza per l'intera economia nazionale: nell'anno 2004 il suo PIL complessivo rappresentava il 9,1% di quello italiano, e quello pro capite a prezzi correnti era di 25.954 euro, contro i 23.229 della media nazionale. Nel corso del quinquennio 2001-2005 il PIL del V. è tuttavia aumentato a un ritmo che è pari a circa la metà di quello nazionale (0,36% di media annua, contro lo 0,64%). Tale aumento è stato dovuto soprattutto ai comparti dei servizi e delle costruzioni, e anche in misura minore al comparto dell'agricoltura, mentre l'industria ha visto un andamento quasi costantemente negativo. Il risultato sfavorevole complessivo della produzione industriale maschera però una profonda e rapida trasformazione di tale comparto, tradizionalmente sorretto da un elevato numero di piccole e di medie imprese (spesso caratterizzate da una conduzione familiare), e che invece appare sempre più orientato verso una nuova e più competitiva organizzazione: tra il 1999 e il 2005, infatti, le ditte individuali sono diminuite del 6%, mentre le società di capitali aumentavano del 49,6%.
Il settore agricolo resta una delle grandi risorse regionali, anche se tra il 2000 e il 2005 le imprese attive sono diminuite del 19,5% e gli occupati del 18,5%. L'attività agricola è molto diversificata tra le diverse province: Verona, città nella quale si concentra un'agricoltura altamente professionale capace di estendersi anche nelle zone montane, si distingue per la produzione ortofrutticola e zootecnica; Vicenza, Treviso e Padova, che appaiono caratterizzate dalle limitate dimensioni delle aziende, si contraddistinguono per la produzione viticola, il vivaismo e la zootecnia da carne e latte, propria della Pianura Padana. Meno consistente risulta l'apporto delle province costiere di Venezia e Rovigo, prevalentemente dedite alla produzione ortofrutticola, e pure di Belluno, la cui capacità agricola viene limitata dalla connotazione prevalentemente montuosa del territorio.
Ottima la dinamica dell'export, cresciuto tra il 2000 e il 2005 a una media annua dell'1,6%. Tale incremento è dovuto per lo più alle vendite nei settori metalmeccanico (fatta esclusione dei mezzi di trasporto), tessile e dell'abbigliamento, ma anche in quelli dei prodotti chimici e delle fibre sintetiche e artificiali.
Buona la dinamica degli investimenti fissi lordi (+1,1% di media annua tra il 2000 e il 2005), grazie in modo particolare al rialzo nel comparto delle costruzioni. Molto positiva anche la performance del tasso di occupazione (percentuale di persone in attività sul totale della popolazione tra i 15 e i 64 anni), che tra il 2000 e il 2005 è salito dal 62% al 64,6%, mantenendosi inoltre costantemente superiore di circa 7 punti a quello medio italiano. La spesa per consumi finali delle famiglie è cresciuta tra il 2000 e il 2005 dello 0,8% medio annuo.
Il turismo risulta una delle risorse regionali più forti, con, nel 2004, il 14% degli arrivi e il 16,2% delle presenze a livello nazionale. Tra il 1999 e il 2005 le presenze turistiche in V. sono passate da 53,7 a 56,7 milioni circa; sono dovute in netta maggioranza (il 56,8% nel 2005) a stranieri, anche se nel periodo considerato l'aumento più consistente è stato quello dei turisti italiani: 6,4%, contro il 5,1% degli stranieri. Tra questi ultimi prevalgono i tedeschi (19,1% nel 2005), gli austriaci (5,3%), gli inglesi (4,1%), i nederlandesi (3,5%), gli statunitensi e infine i francesi (entrambi con il 2,8%). Tra le presenze turistiche italiane, forti soprattutto quella veneta (17,4% del totale) e quella lombarda (7,5%). Tra i diversi comprensori turistici, hanno subito un calo quelli montano e balneare, mentre ha incrementato i propri consensi quello delle città d'arte. Esiste, quindi, una differenziazione sostanziale della risorsa turistica tra le diverse province: Venezia ha avuto un significativo incremento, confermandosi la provincia con il più elevato numero di presenze; Verona, grazie ai molti comprensori che la caratterizzano (montano, lacustre e di città d'arte), è rimasta stabile, mentre hanno subito un forte decremento Belluno e Rovigo.