VELODROMO
- Luogo chiuso o, se aperto, recinto, destinato alle corse di biciclette. Poiché di solito nello stesso luogo possono farsi - ed effettivamente si fanno - anche corse di motociclette, esso si chiama anche motovelodromo. In un velodromo, contrariamente a quanto avviene in un autodromo (V, p. 544), tutto il percorso deve essere ed è di fatto visibile da tutti gli spettatori di qualunque ordine di posti. Il percorso ha perciò di solito forma ovale di limitate dimensioni. In genere il diametro maggiore dell'ovale è di 150 ÷ 200 metri. La parte più importante di un velodromo è la pista, ossia la superficie di corsa.
Mentre nelle strade ordinarie e nelle ferrovie le lunghezze dei rettilinei e delle curve sono riferite all'asse della via, nelle piste dei velodromi la linea di riferimento o linea-base è la linea della corda rossa o linea rossa, la quale è una linea che corre a 35 cm. dal bordo interno della via ed è materialmente tracciata con vernice rossa. Dal punto di vista sportivo essa ha importanza in quanto, dovendo la superficie della pista essere percorsa nel senso opposto a quello delle lancette dell'orologio, vige la norma che il corridore ciclista nel sorpassare un compagno deve sempre, lasciando l'interno della pista a sinistra, passare a destra della linea rossa. A 65 cm. dal bordo interno corre la linea della corda nera o linea nera che serve, con analoga norma, per le gare motociclistiche.
Lo studio della pista di un velodromo consta essenzialmente di due problemi diversi: il problema geometrico, che riguarda la determinazione della forma da assegnarsi alla superficie di corsa, e il problema statico, cioè il progetto del manufatto che deve essere il sostegno della superficie di corsa; il primo è manifestamente indipendente dal materiale con cui la pista viene costruita, il secondo invece essenzialmente da questo dipendente.
Nel rettilineo la sezione trasversale della superficie della pista deve essere orizzontale o quasi, mentre invece in curva deve essere notevolmente inclinata per consentire l'equilibrio alle biciclette marcianti a sensibile velocità (ogni ciclista in curva si piega verso l'interno della curva e se la sua velocità è forte "slitta", quando la superficie di corsa non è inclinata verso l'interno della curva). Il percorso "ad ovale" comprende naturalmente in pianta due tratti rettilinei, due archi di cerchio, e - siccome occorre passare gradualmente dalla sezione orizzontale del rettilineo alla sezione inclinata dei tratti circolari e viceversa - quattro tratti di transizione o di passaggio o di raccordo. La linea rossa consta quindi in pianta di due tratti rettilinei, di due archi circolari e di quattro curve di passaggio o di raccordo, lungo le quali il raggio di curvatura varia con continuità dal valore (di solito 30 ÷ 40 metri) che si ha nei tratti circolari al valore infinito dei rettilinei. Poiché l'inclinazione della sezione trasversale è funzione del raggio di curvatura (quanto più piccolo è il raggio della curva tanto più la sezione trasversale deve essere inclinata all'orizzontale, quando sia scelta la curva di raccordo ne risulta implicitamente scelto anche tutto l'andamento delle sezioni trasversali. Sicché in definitiva il problema geometrico consiste essenzialmente nello studio della linea rossa in planimetria.
Molte sono le curve di raccordo possibili ed usate in pratica: preferibile alle altre è la clotoide (X, p. 631), utilizzandone un tratto dal punto di flesso fino a raggiungere il raggio di curvatura stabilito.
In alcune piste moderne la sezione trasversale non è semplicemente rappresentata da un segmento di retta, ma da una curva a inclinazione variabile, di cui manifestamente la zona interna serve per le velocità minori e quelle esterne per le velocità più grandi. In genere la larghezza di una pista inclinata è stabilita sui 7 ÷ 8 m., mentre la pendenza massima non raggiunge i 45°.
Dal punto di vista costruttivo una pista viene realizzata o in terra o in cemento armato. Le strutture in terra, scelte dagli enti di limitate possibilità finanziarie, costano relativamente poco ma non si conservano nel tempo e degradano rapidamente. Assai preferibili sono le piste in cemento armato in cui la superficie di corsa è data da una soletta in cemento armato sostenuta da cavalletti di forma e schema statico diversi. Di frequente nei tratti in curva - ossia di maggior pendenza trasversale delle piste - i cavalletti portano a sbalzo una gradinata.
Spesso nell'interno delle piste vi è un campo di foot-ball. Il velodromo è poi completato da opere diverse: fabbricati per uffici, per camerini dei corridori, per bar e ristorante, sottopassaggio per accedere nell'interno del campo durante le gare, ecc.