VELEIA (v. vol. VII, p. 1116 e s 1970, p. 893). - Grazie a recenti scavi e ricognizioni, nello sviluppo urbano di V. sono oggi individuabili non meno di cinque fasi edilizie, databili tra la tarda età repubblicana e il I sec. d.C. Tale sequenza si concentra nell'angolo NO della terrazza su cui si stende il foro, testimonianza dello sbancamento praticato per la costruzione del complesso. All'estremità del lato breve Ν della piazza è stato riconosciuto il lastricato del primitivo accesso, sostituito, poco dopo la metà del I sec. d.C., da un propileo a duplice prospetto colonnato, aperto al centro di questo lato. L'orientamento anomalo di alcune costruzioni, in rapporto con l'andamento di strade tuttora esistenti, all'origine certo suburbane, definisce un nucleo primitivo della città di dimensioni molto modeste.
A S, ma soprattutto a Í dell'abitato, lungo antiche direttrici viarie sono state individuate sepolture d'incinerati, per lo più in fossa terragna, e un ustrino.
La spianata meridionale circondata, nelle mappe degli scavi settecenteschi, da edifici con fronte porticata è, probabilmente, la sede delle attività religiose. Su questa sorge precocemente, conclusosi il ciclo storico della città antica, una chiesa plebana.
Sconosciute restano, invece, le funzioni della terrazza inferiore, riscavata - senza peraltro documentare le operazioni - agli inizî di questo secolo. Concamerazioni su un terreno in forte pendio, oggi appena leggibili a N, concluse da un grosso muro dotato di contrafforti, fanno pensare a un ampliamento artificiale - ottenuto, magari, accumulando materiali di risulta dallo sbancamento per il foro - e alla relativa struttura di contenimento.
In un edificio a pianta circolare posto sulla più alta delle terrazze, deformato da un movimento franoso e solo dalla fine del '700 interpretato e restaurato come anfiteatro, è probabile si debba riconoscere una conserva d'acqua. Adiacenti a tale costruzione sono strutture considerate nel '700 come resti di un edificio termale.
Riferibili a terme sono, con certezza, alcuni ambienti situati a SO del foro.
Allo sviluppo di V. non sono estranei provvedimenti a carattere politico, ma in un territorio sicuramente interessato dalla presenza di sorgenti d'acqua salsa lo sfruttamento stesso di tali risorse e i suoi probabili risvolti terapeutici e cultuali possono aver considerevolmente favorito un addensamento demografico e un conseguente processo di formazione urbana.
Lento il declino della città e significativa la scomparsa del toponimo: il sito è ricordato nei documenti medievali come Augusta, o, nella forma parlata, Austa (Petracco Sicardi), un nome che distingue nei secoli dell'impero, fuori dal linguaggio ufficiale, un nucleo romano in un contesto mai pienamente romanizzato. Augusta è, del resto, il nome dato alla città già in alcune iscrizioni d'età imperiale (CIL, XI, 1192, 1225).
Antiquarium. - Dal 1975 è aperto a V., nella palazzina fatta costruire come sede della Direzione degli scavi dalla duchessa di Parma Maria Luigia, il nuovo Antiquarium che ospita testimonianze di V. preromana e illustra, con un adeguato apparato didascalico, aspetti della cultura artistica e materiale d'età romana.
Bibl.: G. Petracco Sicardi, Veleia Augusta, in Bollettino linguistico, 1966, p. 8; C. Saletti, Gruppi e serie del ciclo statuario veleiate, in Athenaeum, L, 1972, pp. 182-190; K. P. Goethert, Nochmals zur Weihung von Velleia, in RM, LXXX, 1973, pp. 285-287; M. Calvani Marini, L'anfiteatro di Veleia. Storia di una testimonianza archeologica, in Archivio storico per le province parmensi, XXV, 1973, pp. 213-231; ead., Veleia. Guida alla, visita della zona archeologica e dell'Antiquarium, Parma 1975; C. Saletti, Parergon veleiate. Ulteriori osservazioni sul complesso giulio-claudio della basilica, in RM, LXXXIII, 1976, pp. 144-155; H. Jucker, Die Prinzen des Statuenzyklus aus Veleia. Umfang und Datierung der Stiftung des L. Calpurnius Piso, in Jdl, XCII, 1977, pp. 204-240; M. Calvani Marini, Gli interessi antiquari del Ducato di Parma e Piacenza, in L'arte a Parma dai Farnese ai Borbone, Parma 1979, pp. 232-248; A. M. Capoferro Cencetti, Gli anfiteatri romani dell'Aemilia, in Studi sulla città antica. L'Emilia Romagna, Roma 1983, pp. 245-282; S. Santoro Bianchi, L'urbanistica romana delle città d'altura in Emilia-Romagna, in Studi sulla città antica. L'Emilia Romagna, Roma 1983, pp. 175-209; M. Marini Calvani, Lugagnano Val d'Arda Veleia, Parma 1984; ead., Urbanizzazione e programmi urbanistici nel settore occidentale della Cispadana romana, in Caesarodunum, XX, 1985, pp. 354-355; A. Arnaldi, Termini e dati monetari nelle biografie da Adriano a Caracolla dell'«Historia Augusta», in Serta histórica antiqua, Roma 1986, pp. 183-196; F. Cenerini, Veleia. La dedica pubblica «Nymphis et Viribus Augustis», in Tyche, IV, 1989, pp. 17-23; M. Marini Calvani, Archeologia, 1. Placentia. 2. Veleia, in Storia di Piacenza, I. Dalle origini all'anno mille, Milano 1990, pp. 765-906 e schedario topografico; ead., Dal Ducale Museo d'antichità al Museo Archeologico Nazionale, in II Palazzo della Piletta e la Galleria Nazionale di Parma. Storia del collezionismo e dei suoi ordinamenti, in corso di stampa.