vedovaggio
Francesismo (per il solo suffisso); ricorre due sole volte, e a brevissima distanza, nella prosa del Convivio, per " condizione (propria) di vedova ", " stato vedovile ".
È appunto riferito alla vicenda terrena di Marzia, ma per allegoria dell'anima umana, in Cv IV XXVIII 15 vedova fatta - per lo quale vedovaggio si significa lo senio - tornò Marzia dal principio del suo vedovaggio a Catone.
È evidente però che l'interpretazione figurale del personaggio, sulla falsariga di Fulgenzio, induce nel termine una polivalenza semantica fra il piano esistenziale (l'ultima età, il senio) e quello spirituale (il ritorno dell'anima dall'esilio terreno nel grembo di Dio) che prescinde totalmente dai particolari biografici o, peggio, anagrafici (cfr. VEDOVO; e vedi anche Busnelli-Vandelli, nel loro commento del Convivio, ad l.).