Vede perfettamente onne salute
Sonetto della Vita Nuova (XXVI 10-13), su schema abab abab; cde cde, presente, oltre che nella tradizione ‛ organica ' del libro e delle sue rime, anche in quella ‛ estravagante ' che fa capo all'Escorialense e III 23, dove presenta varianti probabilmente di autore. Segue nello stesso capitolo al sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare (v.), quasi corollario dell'esaltazione di Beatrice contenuta in questo; un corollario, peraltro, svolto in uno stile più dimesso e argomentativo, come sembra sottolineare la stessa ‛ ragione ' in prosa: dico che questa mia donna venne in tanta grazia, che non solamente ella era onorata e laudata, ma per lei erano onorate e laudate molte. Ond'io, veggendo ciò e volendo manifestare a chi ciò non vedea, propuosi anche di dire parole, ne le quali ciò fosse significato (XXVI 8-9).
Anche in questo sonetto le parole tematiche sono gentilezza, amore, dolcezza, sospiri (anzi che non sospiri in dolcezza d'amore, v. 14), piacente, umile; e l'umiltà diviene sintesi delle altre virtù, in quanto mitezza serena e disponibilità a un amore riaffermato come superiore norma etica e quindi come suprema beatitudine (onne salute) attuata nella contemplazione (Vede perfettamente). Il sonetto, tuttavia, non insiste sul ‛ miracolo ' di Beatrice, sul suo ‛ apparire ' quasi rivelazione e incarnazione di cose celesti, ma sulla perfezione morale che ella diffonde intorno, soprattutto sulle donne che l'accompagnano e che, lungi dal provare invidia della sua eccellenza, si ‛ vestono ' come lei di umiltà, d'amore e di fedeltà all'ideale che ella esprime. In una prospettiva di vagheggiata purezza edenica si costituisce così " il fondo corale delle donne, dal quale si stacca come regina, e come sede fondamentale del loro onore e della loro bellezza, la beatrice " (Contini), cui fa riscontro quello degli uomini affratellati dal culto dell'amore gentile e dall'amicizia, tema anch'esso fondamentale dello Stilnovismo, che crea una dimensione spirituale concorde all'ascesa etica dell'individuo. E questo coro femminile, cui D. si rivolge dal cap. XVIII all'ultimo sonetto del libro, è come la quintessenza della femminilità rivelatrice, attraverso bellezza e gentilezza, della sublimante esperienza d'amore.
La struttura del sonetto è affine a quella di Tanto gentile per quel che riguarda la suddivisione in quattro periodi sintattico-ritmici (diverso è, però, l'ordine delle rime) e per la costruzione sintattica lineare, con la tendenza a costituire ogni verso come un tutto ritmicamente e semanticamente concluso e con la frequenza di nessi paratattici o coordinativi. Ma lo svolgimento è più discorsivo ed esplicativo, come dimostra, fra l'altro, la frequenza di relative. La tonalità trepida e vagamente estatica della lode si libera pienamente dal tessuto concettuale soltanto nell'ultima terzina.
Bibl. - Oltre ai commenti alla Vita Nuova e a Barbi-Maggini, Rime 112-113, cfr.: G. Salvadori, Sulla vita giovanile di D., Roma 1906, 61-81, 83-89; A. Marigo, Mistica e scienza nella V.N. di D., Padova 1914, 59-60; Contini, Rime, XIV; D. De Robertis, Il canzoniere Escorialense e la tradizione " veneziana " delle rime dello Stil novo, in " Giorn. stor. " suppl. 27, Torino 1954, 24, 41; ID., in " Studi d. " XXXIV (1957) 239-240; ID., Il libro della Vita nuova, Firenze 1961 (1970²), 139-147; V. Branca, Poetica del rinnovamento e tradizione agiografica nella V.N., in Studi in onore di I. Siciliano, I, ibid. 1966, 140-142; Dante's Lyric Poetry, a c. di K. Foster e P. Boyde, II, Oxford 1967, 125-127.